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Home » Politica » Ungheria: nuova legge contro la “promozione dell’omosessualità” e al cambio di sesso per i minori

Ungheria: nuova legge contro la “promozione dell’omosessualità” e al cambio di sesso per i minori

"Così si rafforzano pregiudizi e omofobia". Amnesty International denuncia l'approvazione dell'emendamento che vieta di promuovere temi e contenuti legati alla comunità Lgbtq+

Marianna Grazi
16 Giugno 2021
epa09271763 Protesters opposing some of the amendments of a bill that would implement stricter measures against pedophile offenders gather in front of the parliament building in Budapest, Hungary, 14 June 2021. The amendments include some changes in the sexuality education curricula of schools, for example that they may not aim at the popularization of homosexuality.  EPA/Szilard Koszticsak HUNGARY OUT

epa09271763 Protesters opposing some of the amendments of a bill that would implement stricter measures against pedophile offenders gather in front of the parliament building in Budapest, Hungary, 14 June 2021. The amendments include some changes in the sexuality education curricula of schools, for example that they may not aim at the popularization of homosexuality. EPA/Szilard Koszticsak HUNGARY OUT

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Foto: EPA/Szilard Koszticsak HUNGARY OUT

Un giorno nero per i diritti LGBTQ. Un giorno di quelli che speri non si presentino mai, figuriamoci durante il mese in cui questi diritti vengono rivendicati orgogliosamente, a gran voce, come sempre, più di sempre. Ma questo giorno è arrivato e i colori dell’arcobaleno si spengono dopo la decisione del Parlamento ungherese di vietare la condivisione di qualsiasi contenuto che promuova l’omosessualità o il cambio di sesso, in contesti pubblici come scuole e televisioni, a chiunque abbia meno di 18 anni.

La nuova norma, voluta dal partito di estrama destra Fidesz, cioè quello del premier Viktor Orban, è passata con 157 voti a favore e un solo voto contrario. L’emendamento è stato approvato nel corso di una sessione trasmessa in diretta televisiva e nel frattempo più di 5mila persone si sono riunite nella capitale Budapest per protestare. Ma non sono bastate le manifestazioni e il boicottaggio del voto da parte di alcuni politici dell’opposizione a fermare il via libera alla legge. Questa ha come scopo ufficiale quello “di garantire la protezione dei diritti dei bambini, la pornografia e i contenuti che raffigurano la sessualità fine a se stessa o che promuovono la deviazione dall’identità di genere, il cambiamento di genere e l’omosessualità non devono essere messi a disposizione delle persone di età inferiore ai diciotto anni”, come si legge.

Secondo la sezione ungherese di Amnesty International, che ha guidato le proteste, è stato “un duro colpo ai diritti Lgbtq+”. Le misure sono state anche paragonate dai critici alla legge della Russia contro “la propaganda gay” che, da fonti indipendenti, sembra abbia aumentato l’ostilità sociale ed alimentato gli attacchi delle forze dell’ordine contro le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender.

Nei fatti, d’ora in poi, in Ungheria sarà vietata alle associazioni legate alla comunità LGBT+ la promozione delle proprie tematiche, tra cui la diffusione di informazioni sull’omosessualità o sulla possibilità di richiedere un intervento chirurgico per la riassegnazione del sesso. Quindi sotto la lente della censura potrebbero finire libri, film, racconti e serie e alle aziende, alle grandi organizzazioni, sarà vietato pubblicare annunci pubblicitari in solidarietà con le persone gay, se si ritiene che si rivolgano ai minori di 18 anni. In pratica, cult come “Friends” o “Bridget Jones”, “Harry Potter”, “Billy Eliot”, in cui l’omosessualità è menzionata, non saranno più accettati. Questi ultimi potrebbe essere vietati ai minori di 18 anni e finire, nel migliore dei casi, nelle programmazione di seconda serata.

“Un provvedimento che rafforzerà il pregiudizio e l’omofobia – commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, – Col solito trucco di definire ‘propaganda gay’ l’educazione ai diritti umani e l’aggravante di averlo inserito in un disegno di legge contro la pedofilia”.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Foto: EPA/Szilard Koszticsak HUNGARY OUT
Un giorno nero per i diritti LGBTQ. Un giorno di quelli che speri non si presentino mai, figuriamoci durante il mese in cui questi diritti vengono rivendicati orgogliosamente, a gran voce, come sempre, più di sempre. Ma questo giorno è arrivato e i colori dell'arcobaleno si spengono dopo la decisione del Parlamento ungherese di vietare la condivisione di qualsiasi contenuto che promuova l'omosessualità o il cambio di sesso, in contesti pubblici come scuole e televisioni, a chiunque abbia meno di 18 anni. La nuova norma, voluta dal partito di estrama destra Fidesz, cioè quello del premier Viktor Orban, è passata con 157 voti a favore e un solo voto contrario. L'emendamento è stato approvato nel corso di una sessione trasmessa in diretta televisiva e nel frattempo più di 5mila persone si sono riunite nella capitale Budapest per protestare. Ma non sono bastate le manifestazioni e il boicottaggio del voto da parte di alcuni politici dell'opposizione a fermare il via libera alla legge. Questa ha come scopo ufficiale quello "di garantire la protezione dei diritti dei bambini, la pornografia e i contenuti che raffigurano la sessualità fine a se stessa o che promuovono la deviazione dall'identità di genere, il cambiamento di genere e l'omosessualità non devono essere messi a disposizione delle persone di età inferiore ai diciotto anni", come si legge. Secondo la sezione ungherese di Amnesty International, che ha guidato le proteste, è stato "un duro colpo ai diritti Lgbtq+". Le misure sono state anche paragonate dai critici alla legge della Russia contro "la propaganda gay" che, da fonti indipendenti, sembra abbia aumentato l'ostilità sociale ed alimentato gli attacchi delle forze dell'ordine contro le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Nei fatti, d'ora in poi, in Ungheria sarà vietata alle associazioni legate alla comunità LGBT+ la promozione delle proprie tematiche, tra cui la diffusione di informazioni sull’omosessualità o sulla possibilità di richiedere un intervento chirurgico per la riassegnazione del sesso. Quindi sotto la lente della censura potrebbero finire libri, film, racconti e serie e alle aziende, alle grandi organizzazioni, sarà vietato pubblicare annunci pubblicitari in solidarietà con le persone gay, se si ritiene che si rivolgano ai minori di 18 anni. In pratica, cult come "Friends" o "Bridget Jones", "Harry Potter", "Billy Eliot", in cui l'omosessualità è menzionata, non saranno più accettati. Questi ultimi potrebbe essere vietati ai minori di 18 anni e finire, nel migliore dei casi, nelle programmazione di seconda serata. "Un provvedimento che rafforzerà il pregiudizio e l'omofobia – commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, – Col solito trucco di definire 'propaganda gay' l'educazione ai diritti umani e l'aggravante di averlo inserito in un disegno di legge contro la pedofilia".
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