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Home » Attualità » La famiglia è il luogo dove si è felici, è il welfare privato dei cittadini e per il 63% degli italiani è fatta anche da persone dello stesso sesso

La famiglia è il luogo dove si è felici, è il welfare privato dei cittadini e per il 63% degli italiani è fatta anche da persone dello stesso sesso

"Se ci concentriamo sulle famiglie omosessuali notiamo che il Paese è molto più avanti rispetto alle istituzioni o alle rappresentazioni"

Sofia Francioni
15 Febbraio 2022
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Per Pascoli la famiglia era un’immagine: il nido del garrulo. Il poeta Vincenzo Cardarelli descriveva i genitori come i “due forti avversari che mi hanno generato”. Lo scrittore John Garland Pollard chiamava invece famiglia “il luogo dove siamo trattati meglio e dove si brontola di più”. Oggi, dice il presidente di Ipsos, Nando Pagnoncelli: “la famiglia è soprattutto il luogo dove si è felici. Le risposte che ci danno i cittadini lo dicono: dopo aver affrontato un quadro sociale negativo, alla domanda Ma lei è felice? L’80% risponde sì. E le persone, dicono tutte le nostre ricerche, si dichiarano felici soprattutto se sono soddisfatte dei loro legami affettivi e familiari”.

Dai numeri, rappresentati nell’infografica, risulta dunque che per la maggioranza delle persone la famiglia è il luogo della felicità, “dove rispetto al passato si è ridotta fortemente la conflittualità a favore degli affetti, ma è anche una struttura che rappresenta il welfare privato degli individui. Per questi motivi – continua Pagnoncelli – alla famiglia bisogna prestare attenzione. Se 2 ragazzi su 3 tra i 18 e i 35 anni vivono ancora nella famiglia d’origine e sentono di essere sostenuti dalla propria famiglia significa che la stessa rappresenta soprattutto un guscio protettivo. Ma questo guscio”, dice citando i dati della ricerca condotta da Ipsos insieme all’Istituto Tognolo, “non deve isolare: le famiglie devono essere delle cellule della società e non delle monadi. Dobbiamo fare in modo di favorire i processi di autonomia dei ragazzi. Anche perché sempre quei 2 ragazzi su 3 che vivono ancora con i genitori dichiarano di auspicare a creare un nucleo familiare indipendente”.

 

Il presidente di Ipsos fornisce il quadro statistico, guardando alla maggioranza relativa: “Dai dati della ricerca Ipsos del 2019 emerge che per il 54% degli intervistati l’unione tra due persone dello stesso sesso, conviventi e con un legame affettivo, dovrebbe avere gli stessi diritti di una nata fra due persone di sesso diverso”. Una percentuale che a distanza di due anni cresce: “Nel 2021, continua Pagnoncelli, è il 63% degli italiani a pensare che le coppie delle stesso sesso dovrebbero avere il diritto di sposarsi legalmente. Un numero che nel 2013 si attestava al 48%“. Riguardo invece a alla possibilità per le coppie omosessuali di adottare: “Nel 2021 il 59% degli italiani si dichiara favorevole a questa possibilità (nel 2013 era il 42% ndr), contrapposto però a un 36% che si dichiara contrario”. Per concludere, chiosa Pagnoncelli: “Se ci concentriamo sulle famiglie omosessuali notiamo che il Paese è molto più avanti rispetto alle istituzioni o alle rappresentazioni”.

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  • Se spesso sentiamo parlare di body shaming rivolto alle persone in carne, c’è chi invece ha passato anni a sentirsi dire di essere “Troppo magra”. 

Ma ora Ema Stokholma dice basta e spiega il motivo di quel corpo che sia i fan che gli haters si sentono in diritto di giudicare. La 38enne francese naturalizzata italiana ha voluto zittire una volta per tutte quelle dicerie sul suo conto, rivelando di soffrire di un disturbo legato all’alimentazione: soffre di inappetenza, ovvero di mancanza di appetito, da quando era bambina. 

“Inappetenza significa che posso tranquillamente scordarmi di mangiare per più di ventiquattro ore senza sentire i sintomi della fame, soprattutto se lavoro molto o sono in viaggio. Intanto sono sotto peso da sempre e questo non mi sta più bene, voglio prendermi cura del mio corpo e dosare bene le energie che non mangiando non riesco a gestire.
Da 38 anni per mangiare correttamente mi devo sforzare di pensarci, mettere la sveglia apposta e ritagliarmi il tempo perché il cibo è davvero la cosa che più rimando nella vita dando spazio ad altre attività”.

Di Marianna Grazi ✍

#lucenews #lucelanazione #emastokholma #dca #disturboalimentare #inappetenza
  • Le giovani americane, oggi per la prima volta, avranno meno diritti delle loro nonne. Non era mai accaduto nell’occidente contemporaneo.
“È stata fatta la volontà di Dio", dice Trump. E ascoltando con sgomento l’ex presidente del Paese che guida il mondo, ho pensato all’abnormità di parole che scavano voragini in ciò che noi occidentali abbiamo conquistato nell’ultimo secolo.

Perché il fondamento dei nostri tessuti sociali e politici è la laicità. È la laicità che ha garantito la nascita delle democrazie e il loro sviluppo, e che insieme alle democrazie ha accompagnato il lento progresso delle conquiste legate alle libertà personali. La laicità ha consentito al nostro mondo la possibilità di diventare – con tutti i limiti del caso – un mondo libero.

Laicità non significa rifiuto o negazione della religione, della fede, di Dio. Significa invece ribadire che la religione, la fede, Dio debbono restare in una sfera che attiene al proprio intimo, alle proprie personali e legittime e sacrosante convinzioni. Senza mescolarsi con lo Stato. Il fondamento della laicità prevede che si preservino i diritti – come quello all’aborto – salvaguardando sensibilità, credenze, ideologie, culture personali.

La laicità, quindi, tutela anche la religione. Anzi, le religioni. Non impone verità assolute, ma garantisce il diritto alla pluralità. Trump invece scomoda Dio e la sua volontà per parlare di una legge degli uomini. Sono parole, le sue, che ci trasportano in un’altra epoca, o perlomeno in un’altra parte del pianeta. Ci trasportano nell’Afghanistan dei Talebani, nell’Iran della Shari’a.

Stati teocratici, appunto, dove alla laicità si sostituisce la religione. Stati che, tra le altre cose, l’America combatte o ha combattuto proprio nel nome di quei “valori occidentali da esportare“. I valori che si fondano sulla laicità.

Così l’ex presidente che invoca Dio mostra tutta la penosa strumentalizzazione e il pericoloso cinismo che la politica più spregiudicata può fare delle libertà e dei diritti. È questo il vero pericolo della strana e difficile epoca che viviamo. È un pericolo per l’America e per tutti noi.

L
  • Quante aziende permettono ai propri dipendenti di portare con sé al lavoro il proprio animale da compagnia? 

Se negli Stati Uniti questa abitudine si sta facendo strada (anche grazie all’esempio di tre “colossi” dell’economia come Amazon, Nintendo e Purina), in Italia non c’è una normativa specifica che disciplini la presenza di animali sui luoghi di lavoro. 

Va detto che oramai 40 milioni di italiano hanno un qualche animale da compagnia, solo tra cani e gatti si contano circa 14 milioni di esemplari domestici, secondo le stime più accreditate. 

Benefici o rischi?

È noto che portare in ufficio il proprio animale da compagnia genera non pochi benefici sul piano della socialità e della produttività nelle aziende che lo permettono. In questo caso si assiste a una riduzione dello stress e dell’ansia da prestazione, a una miglioramento della prestazione lavorativa, a una riduzione del tasso di assenteismo e anche a un marcato rafforzamento socialità e gioco di squadra in ufficio.

Naturalmente esistono anche dei rischi, ma per questi le leggi parlano chiaro: in caso di danni arrecati a luoghi o persone, sarà il padrone del cane a esserne responsabile. 

E voi? Potete portare il vostro cane in ufficio con voi?

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  • Avete una canzone da Pride Month? 🎶

Ecco 3 suggerimenti dedicati a chi si sente un po’ Grace Kelly, un po’ Raffaella Carrà. A ognuno il suo spirito guida per trovare la propria identità.

E non è tutto. Su Spotify troverai la playlist “Born to be a Light”, 10 canzoni in grado di accedere una Luce in ognun* di noi! ✨

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Per Pascoli la famiglia era un’immagine: il nido del garrulo. Il poeta Vincenzo Cardarelli descriveva i genitori come i "due forti avversari che mi hanno generato". Lo scrittore John Garland Pollard chiamava invece famiglia "il luogo dove siamo trattati meglio e dove si brontola di più". Oggi, dice il presidente di Ipsos, Nando Pagnoncelli: "la famiglia è soprattutto il luogo dove si è felici. Le risposte che ci danno i cittadini lo dicono: dopo aver affrontato un quadro sociale negativo, alla domanda Ma lei è felice? L’80% risponde sì. E le persone, dicono tutte le nostre ricerche, si dichiarano felici soprattutto se sono soddisfatte dei loro legami affettivi e familiari". Dai numeri, rappresentati nell'infografica, risulta dunque che per la maggioranza delle persone la famiglia è il luogo della felicità, "dove rispetto al passato si è ridotta fortemente la conflittualità a favore degli affetti, ma è anche una struttura che rappresenta il welfare privato degli individui. Per questi motivi – continua Pagnoncelli – alla famiglia bisogna prestare attenzione. Se 2 ragazzi su 3 tra i 18 e i 35 anni vivono ancora nella famiglia d’origine e sentono di essere sostenuti dalla propria famiglia significa che la stessa rappresenta soprattutto un guscio protettivo. Ma questo guscio", dice citando i dati della ricerca condotta da Ipsos insieme all’Istituto Tognolo, "non deve isolare: le famiglie devono essere delle cellule della società e non delle monadi. Dobbiamo fare in modo di favorire i processi di autonomia dei ragazzi. Anche perché sempre quei 2 ragazzi su 3 che vivono ancora con i genitori dichiarano di auspicare a creare un nucleo familiare indipendente".   Il presidente di Ipsos fornisce il quadro statistico, guardando alla maggioranza relativa: "Dai dati della ricerca Ipsos del 2019 emerge che per il 54% degli intervistati l’unione tra due persone dello stesso sesso, conviventi e con un legame affettivo, dovrebbe avere gli stessi diritti di una nata fra due persone di sesso diverso". Una percentuale che a distanza di due anni cresce: "Nel 2021, continua Pagnoncelli, è il 63% degli italiani a pensare che le coppie delle stesso sesso dovrebbero avere il diritto di sposarsi legalmente. Un numero che nel 2013 si attestava al 48%". Riguardo invece a alla possibilità per le coppie omosessuali di adottare: "Nel 2021 il 59% degli italiani si dichiara favorevole a questa possibilità (nel 2013 era il 42% ndr), contrapposto però a un 36% che si dichiara contrario". Per concludere, chiosa Pagnoncelli: "Se ci concentriamo sulle famiglie omosessuali notiamo che il Paese è molto più avanti rispetto alle istituzioni o alle rappresentazioni".
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