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Home » HP Trio » Baby sitter per un giorno: la mamma ricoverata per Covid e un agente accudisce i suoi tre figli

Baby sitter per un giorno: la mamma ricoverata per Covid e un agente accudisce i suoi tre figli

È accaduto nel Torinese: dopo che i sanitari avevano deciso per il ricovero della donna gli agenti della polizia locale hanno provato a chiedere aiuto ai centri di accoglienza temporanea e ai vicini, senza successo

Marianna Grazi
17 Gennaio 2022
Mom and son looking through window at home. Mom and son embracing.

Mom and son looking through window at home. Mom and son embracing.

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Se la pandemia da Covid-19 non sembra voler arrestare, almeno per il momento, la sua corsa, sono anche molte le persone che applicano quello che, durante il primo lockdown, era uno dei motti più usati e letti sui cartelli appesi nei balconi di tutta Italia: ne usciremo migliori. Ci sono storie, vicende, anche piccole, che accadono in silenzio, ma che ogni giorno diventano esempi di chi, quel motto, lo mette in pratica non tanto per sé ma per il bene degli altri. È il caso, ad esempio, dell’agente della polizia locale di Beinasco, nella città metropolitana di Torino, che sabato scorso, 25 gennaio, si è improvvisato baby sitter per i tre figli minori – 14, 4 e 1 anno – di una donna ricoverata per il Covid all’ospedale San Luigi di Orbassano.

La donna, positiva al Covid, è stata ricoverata dopo che la figlia di 14 anni ha allertato i sanitari

È stata proprio la maggiore dei tre a chiamare i mezzi di soccorso, accorgendosi che la salute della mamma stava velocemente peggiorando. Una volta arrivato a casa della donna, il personale del 118 ha immediatamente compreso come l’unica soluzione fosse il ricovero. Ecco però spuntare il problema… A chi affidare i bambini nel frattempo? Il marito della donna si trova all’estero, in Francia, per lavoro, nessun parente prossimo. A casa della famiglia sono arrivati quindi gli assistenti sociali e gli agenti di polizia locale, che hanno provato invano a convincere i vicini ad accogliere i piccoli per qualche ora. Questi, spaventati dal possibile contagio, hanno sbarrato loro le porte. Gli agenti hanno tentato allora con una struttura temporanea di Torino, per capire se per i minori ci fosse spazio. Ma la risposta è stata devastante: “Siamo pieni, non c’è posto“.

Per non abbandonarli spaventati dalla situazione e preoccupati per la loro mamma, i vigili hanno deciso che la soluzione migliore fosse accudire quei tre ragazzini in casa, smettendo la divisa e indossando, per qualche ora, i panni da baby sitter. Uno di loro dunque, protetto con una tuta di sicurezza anti-contagio e mascherina Ffp2, è rimasto con loro per circa quattro ore, fino a che il papà dei ragazzi non è rientrato a Beinasco.

Gli agenti della Polizia Locale sono intervenuti dopo che l’ambulanza aveva portato via la donna per non lasciare da soli i tre bambini

“Non avevamo scelta, qualcuno doveva rimanere lì, in attesa che il padre rientrasse in Italia visto che non sapevamo se la madre sarebbe uscita presto dall’ospedale – ha spiegato il comandante della polizia locale, Sergio Florio, al quotidiano La Stampa – Così ci siamo guardati e abbiamo deciso che un agente di pattuglia sarebbe rimasto con loro. Abbiamo fatto i baby sitter – aggiunge con un sorriso – ma era per una buona causa. Non potevamo lasciare da sola quella famiglia in un momento così delicato”.

E per la serie tutto è bene quel che finisce bene, la donna, dopo aver ricevuto in ospedale tutte le cure necessarie, è poi tornata a casa nella serata. E quando ha saputo chi li aveva accuditi, dopo essere scoppiata a piangere, ha ringraziato l’agente ‘baby sitter’. Che ha dimostrato come, per fare una buona azione, non serva indossare una divisa o avere chissà quale ruolo o compiere gesti eclatanti. Basta essere semplicemente umani e non lasciare solo chi ha bisogno.

 

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  • Un anno dopo aver appeso sul ponte della Gran Madre lo striscione con scritto “Siamo un PO nella merda” per denunciare il gravissimo stato di siccità del Po, Extinction Rebellion torna a ribadire che “siamo ancora nella merda”, con un gesto più diretto ed esplicito. 

Una vera e propria montagna di letame è stata infatti scaricata questa mattina al grattacielo della Regione Piemonte, insieme a tanti fiori lasciati sopra. 

Due persone si sono arrampicate sulla tettoia dell’ingresso e i trovano ancora li. Al posto dell’insegna portata via dal vento qualche settimana fa, hanno appeso l’enorme scritta “Dalla regione non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, riprendendo una canzone di Fabrizio De André. 

Una chiara denuncia dell
  • Riccardo Monco parte da una location d’eccellenza, Enoteca Pinchiorri di Firenze, uno dei ristoranti italiani più conosciuti al mondo e approda come new entry tra i giudici della sfida Alessandro Borghese Celebrity Chef (su TV8, dal lunedì al venerdì alle 19.10), Monco più che chef, si sente un cuoco.

🗣 Non è una diminutio?

“Assolutamente no, chef in realtà significa capo, in cucina è colui che comanda, come il capo cuoco, appunto, o il capo partita. Ormai lo chef ha assunto i connotati di un personaggio mitologico, proprio in virtù dei tanti show cooking proposti. Un’arma a doppio taglio”.

🗣 In che senso?

“Sono tantissimi i giovani che sognano di indossare una giacca da cuoco, ma fra quello che si vede fare in Tv e la fatica vera che richiede la cucina, c’è una differenza abissale”.

🗣 Vuol dire che avere l’ambizione non sempre corrisponde all’effettiva voglia di fare?

“Un po’ è così. Le nuove generazioni hanno un’idea precisa della qualità della vita, la fatica e gli orari della cucina non vanno bene per tutti”.

🗣 Dall’alto delle sue tre stelle Michelin, cosa consiglia agli aspiranti chef?

L
  • Un assistente di volo speciale ha viaggiato da Londra Heathrow a Los Angeles sorprendendo i passeggeri a bordo.

@lewiscapaldi ha presentato il suo nuovo singolo “Wish You The Best” con uno show ad alta quota, servendo snack e bevande. 

#lucenews #lewiscapaldi #wishyouthebest
  • Utero in affitto e adozioni per gli omosessuali. Sono temi caldissimi. Intanti il Parlamento europeo censura il governo italiano per la recente circolare del ministro Piantedosi che ha bloccato le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie gay, effettuate da alcuni sindaci. 

All’Eurocamera è stato infatti approvato un emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che condanna la circolare perché porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”, e invita anche Roma "a revocare immediatamente la decisione”. Un invito che il governo non ha intenzione di seguire, e che è stato criticato dal centrodestra e salutato positivamente dalle opposizioni, unite questa volta sia in Italia che a Bruxelles. 

✍ Ma com’è la legislazione attuale in Italia su questi temi?

L
Se la pandemia da Covid-19 non sembra voler arrestare, almeno per il momento, la sua corsa, sono anche molte le persone che applicano quello che, durante il primo lockdown, era uno dei motti più usati e letti sui cartelli appesi nei balconi di tutta Italia: ne usciremo migliori. Ci sono storie, vicende, anche piccole, che accadono in silenzio, ma che ogni giorno diventano esempi di chi, quel motto, lo mette in pratica non tanto per sé ma per il bene degli altri. È il caso, ad esempio, dell'agente della polizia locale di Beinasco, nella città metropolitana di Torino, che sabato scorso, 25 gennaio, si è improvvisato baby sitter per i tre figli minori - 14, 4 e 1 anno - di una donna ricoverata per il Covid all'ospedale San Luigi di Orbassano.
La donna, positiva al Covid, è stata ricoverata dopo che la figlia di 14 anni ha allertato i sanitari
È stata proprio la maggiore dei tre a chiamare i mezzi di soccorso, accorgendosi che la salute della mamma stava velocemente peggiorando. Una volta arrivato a casa della donna, il personale del 118 ha immediatamente compreso come l'unica soluzione fosse il ricovero. Ecco però spuntare il problema... A chi affidare i bambini nel frattempo? Il marito della donna si trova all’estero, in Francia, per lavoro, nessun parente prossimo. A casa della famiglia sono arrivati quindi gli assistenti sociali e gli agenti di polizia locale, che hanno provato invano a convincere i vicini ad accogliere i piccoli per qualche ora. Questi, spaventati dal possibile contagio, hanno sbarrato loro le porte. Gli agenti hanno tentato allora con una struttura temporanea di Torino, per capire se per i minori ci fosse spazio. Ma la risposta è stata devastante: "Siamo pieni, non c’è posto". Per non abbandonarli spaventati dalla situazione e preoccupati per la loro mamma, i vigili hanno deciso che la soluzione migliore fosse accudire quei tre ragazzini in casa, smettendo la divisa e indossando, per qualche ora, i panni da baby sitter. Uno di loro dunque, protetto con una tuta di sicurezza anti-contagio e mascherina Ffp2, è rimasto con loro per circa quattro ore, fino a che il papà dei ragazzi non è rientrato a Beinasco.
Gli agenti della Polizia Locale sono intervenuti dopo che l'ambulanza aveva portato via la donna per non lasciare da soli i tre bambini
"Non avevamo scelta, qualcuno doveva rimanere lì, in attesa che il padre rientrasse in Italia visto che non sapevamo se la madre sarebbe uscita presto dall’ospedale - ha spiegato il comandante della polizia locale, Sergio Florio, al quotidiano La Stampa - Così ci siamo guardati e abbiamo deciso che un agente di pattuglia sarebbe rimasto con loro. Abbiamo fatto i baby sitter - aggiunge con un sorriso - ma era per una buona causa. Non potevamo lasciare da sola quella famiglia in un momento così delicato". E per la serie tutto è bene quel che finisce bene, la donna, dopo aver ricevuto in ospedale tutte le cure necessarie, è poi tornata a casa nella serata. E quando ha saputo chi li aveva accuditi, dopo essere scoppiata a piangere, ha ringraziato l'agente 'baby sitter'. Che ha dimostrato come, per fare una buona azione, non serva indossare una divisa o avere chissà quale ruolo o compiere gesti eclatanti. Basta essere semplicemente umani e non lasciare solo chi ha bisogno.  
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