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Home » HP Trio » C’è un mondo arabo che incoraggia le donne: Masdar City incentiva l’imprenditoria femminile

C’è un mondo arabo che incoraggia le donne: Masdar City incentiva l’imprenditoria femminile

Il governo degli Emirati Arabi Uniti ha promesso 50 milioni di dollari al fondo Women Entrepreneurs Finance Initiative e ha introdotto diverse iniziative per incoraggiare ulteriormente l'imprenditoria femminile, tra cui l'Abu Dhabi Businesswomen Council

Domenico Guarino
13 Settembre 2021
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Un laboratorio di innovazione: l’immaginifico progetto di Masdar City, negli Emirati Arabi Uniti – una città completamente ecosostenibile nel segno delle tecnologie Green e della relazione armonica con l’ambiente – dimostra di avere l’ambizione anche per cominciare a proporre una profonda trasformazione della società a partire dai diritti delle donne, da sempre tasto dolente della cultura Araba.
Da qualche giorno infatti Masdar Free Zone ha introdotto un nuovo pacchetto business esclusivamente per tutte le donne imprenditrici, per supportare ulteriormente la crescita delle aziende guidate da donne negli Emirati Arabi Uniti.

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa degli Emirati Wam, l’annuncio è arrivato in occasione della Giornata della donna degli Emirati che è recentemente celebrata, il cui tema, per il 2021, era “Donne: ambizioni e ispirazione per i prossimi 50 anni”, in linea con l'”Anno del 50esimo” dalla fondazione degli Emirati Arabi Uniti,

 

Abdulla Balalaa

Secondo Abdulla Balalaa, direttore esecutivo del progetto: “fin dal suo inizio, Masdar ha valutato l’importanza fondamentale delle donne nel progredire verso un futuro più sostenibile. A Masdar City Free Zone, rispecchiamo questa visione che è anche in linea con gli Emirati Arabi Uniti l’obiettivo dei governi di promuovere una maggiore uguaglianza di genere e promuovere uno sviluppo sostenibile di successo”.

 Balalaa ha sottolineato come, a questo riguardo, “nel 2017, il governo degli Emirati Arabi Uniti ha promesso 50 milioni di dollari al fondo Women Entrepreneurs Finance Initiative e ha introdotto diverse iniziative per incoraggiare ulteriormente l’imprenditoria femminile, tra cui l’Abu Dhabi Businesswomen Council”.

L’esperimento che verrà portato avanti a Masdar City dà conto di trasformazioni profonde nella società degli Emirati che negli anni hanno consegnato di fatto alle donne un ruolo sempre più centrale. Basti pensare che oramai circa il 70 per cento dei laureati negli Eau è costituito da donne. E dal prossimo anno, a queste si uniranno anche le donne che si laureeranno alla Mohamed bin Zayed University of Artificial Intelligence, che ha sede proprio a Masdar City ( Mbzuai), e che è la prima università al mondo dedicata allo studio dell’intelligenza artificiale, ed è altresì specializzata nel progresso della transizione verde globale.

Masara Alameiri, direttore ad interim, di Masdar City Free Zone, ha sottolineato come “Masdar City Free Zone riconosce il ruolo essenziale che le donne svolgono nel progresso degli obiettivi economici e di sviluppo degli Emirati Arabi Uniti, che sono fondamentali per costruire un futuro più sostenibile e prospero per tutti”.

“A Masdar City, che è l’hub regionale per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie e soluzioni incentrate sulla sostenibilità, le donne sono i motori chiave dei progressi pionieristici che vengono compiuti qui nei settori dell’intelligenza artificiale (AI), dell’energia pulita, della salute, dell’alimentazione sicurezza, mobilità, acqua e sviluppo urbano sostenibile. Masdar City riconosce il loro ruolo vitale e offre un’opzione commerciale competitiva che consentirà a un numero ancora maggiore di donne di stabilire le proprie aziende qui” ha concluso Alameiri.

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  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

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#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

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