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Home » Attualità » Glasgow, la ministra israeliana Karine Elharrar può finalmente entrare in carrozzina alla COP26

Glasgow, la ministra israeliana Karine Elharrar può finalmente entrare in carrozzina alla COP26

Dopo aver atteso due ore senza riuscire a entrare alla conferenza sul clima di Glasgow, dopo l'imbarazzo dei giorni scorsi la ministra Elharrar finalmente prende parte all'evento entrando da una rampa opportunatamente predisposta

Sofia Francioni
3 Novembre 2021
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Dopo l’imbarazzo dei giorni scorsi e un mezzo caso diplomatico scoppiato alla vigilia della Cop26 a Glasgow, la ministra israeliana delle Infrastrutture Karine Elharrar è finalmente riuscita a entrare sulla sua sedia a rotelle alla conferenza delle Nazioni Unite, che si sta svolgendo nella città scozzese dal 31 ottobre al 12 novembre. Affetta da distrofia muscolare e partita da Tel Aviv per parlare di clima alla conferenza, la Elharrar il 1 novembre era stata costretta a rinunciare all’ingresso alla Cop26 e a tornare in albergo, dopo due ore di attesa, a Edimburgo perché l’accesso all’evento non era consentito alle persone con disabilità. Una volta in camera, però, aveva deciso di denunciare l’accaduto direttamente su Twitter: “È stata una condotta scandalosa e non sarebbe dovuta avvenire. Sono venuta alla Cop26 per incontrare le mie controparti nel mondo e portare avanti la nostra lotta comune contro la crisi climatica. È triste che le Nazioni Unite che promuovono  l’accessibilità per le persone con disabilità, nel 2021 non si preoccupi dell’accessibilità ai propri eventi”.

Dopo la sua denuncia, in tanti si erano uniti all’indignazione della ministra: il ministro israeliano degli Esteri Yair Lapid aveva direttamente contattato gli organizzatori della Cop26 sottolineando quanto fosse “impossibile preoccuparsi del futuro, del clima e della sostenibilità se prima non ci prendiamo cura degli esseri umani, dell’accessibilità e delle disabilità”. Mentre il primo ministro israeliano Naftali Bennett, tramite un suo funzionario, aveva fatto sapere che non avrebbe più partecipato agli incontri, se non si fosse prima trovata una soluzione per l’ingresso della ministra Elharrar. Infine, a scusarsi ufficialmente è stato anche il governo della Gran Bretagna: “Ci scusiamo profondamente per questo incidente”, ha detto il ministro britannico dell’Agricoltura, dell’Ambiente e della Pesca, George Eustice, alla Bbc, addossando però parte della responsabilità a Israele: “Non ci saremmo mai trovati in questa situazione se Israele ci avesse comunicato queste particolari esigenze”. Ammettendo comunque che “qualcosa era andato storto” nell’organizzazione dell’evento. Finalmente, il 2 novembre la ministra Elharrar twitta: “Lasciamoci alle spalle la storia dell’accessibilità di ieri (1 novembre, ndr) e parliamo delle cose che oggi sono riuscita a promuovere come parte della lotta dello Stato di Israele contro la crisi climatica”. La ministra infatti è riuscita a prendere parte alla conferenza, entrando nell’edificio attraverso una rampa che è stata opportunamente predisposta. 

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

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