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Lecce, promessa in sposa a 12 anni e costretta a portare il velo: sospesa la potestà della mamma

di LUCA MARCHETTI -
3 febbraio 2022
Donna velo burqa

Donna velo burqa

Choc a Lecce. A soli 12 anni viene promessa in sposa a un ragazzo del Pakistan di 22 anni, fratello del nuovo compagno della madre, un'italiana originaria del Salento che, dopo essersi convertita all'Islam, si è sposata ed è tornata a vivere col marito in Germania. Lì la piccola, che abitava con la coppia e con i fratelli, è stata costretta ad indossare il velo, a portare un braccialetto con il Corano, e a lasciare che tutti i suoi spostamenti venissero tracciati. I giudici leccesi, fermato in tempo il matrimonio, hanno sospeso la potestà genitoriale della mamma della ragazzina e l'hanno affidata ai nonni paterni che vivono in provincia di Lecce con gli altri due fratelli.

Dal matrimonio in Pakistan alla richiesta di aiuto del padre: la dinamica

La vicenda risale alle scorse settimane e si sviluppa tra la Puglia e la Germania. Qui i suoi genitori si erano infatti trasferiti per motivi di lavoro. A quanto è stato accertato, la madre ha deciso in un secondo momento di rifarsi una vita sposando in Pakistan, con rito islamico, un uomo del posto conosciuto sui social. Tuttavia, il matrimonio della madre non risulta trascritto in nessuno dei Paesi interessati, ma sempre in Germania la donna è poi tornata a vivere con il nuovo partner. Ed è in Germania che è rimasto anche il suo ex, per non allontanarsi dai figli affidati alla donna. La svolta della vicenda si è avuta solo quando il padre della 12enne ha appreso della promessa di matrimonio da celebrare. Una volta rientrati tutti in Puglia, in tempi diversi e per differenti motivazioni, l'uomo si è affrettato a chiedere, attraverso tre avvocati, l'intervento delle autorità italiane che hanno disposto i provvedimenti ritenuti urgenti e necessari.

L'inchiesta e la nuova vita della 12enne

Il Tribunale per i minorenni ha emesso un decreto di sospensione della responsabilità genitoriale della madre e ha stabilito che gli incontri con la figlia debbano avvenire soltanto in ambiente protetto. Il questore ha bloccato il passaporto e la procura ordinaria, pure, ha avviato un'inchiesta per costrizione o induzione al matrimonio, maltrattamenti in famiglia, sottrazione e trattenimento di minore all'estero, abbandono di minore. Sono al vaglio degli inquirenti anche eventuali ipotesi di abusi sessuali. Al momento, ritengono i legali che si sono occupati del caso, la ragazzina si trova nel luogo più sicuro per sé. Vive con il padre, i nonni e i due fratellini, va a scuola, ed è al riparo da ogni pericolo.

Fratelli d'Italia: "Basta con le spose bambine"

Sulla vicenda sono intervenuti molti esponenti politici. Per i parlamentari pugliesi della Lega, la deputata Anna Rita Tateo e il senatore Roberto Marti, "l'orripilante vicenda della sposa bambina di Lecce deve suscitare in ciascuno di noi un profondo senso di rabbia per fatti che sono assolutamente inconcepibili. Nessuno può restare indifferente di fronte a quello che è un segnale di allarme molto forte, riferito ad una piaga purtroppo molto diffusa tra le comunità islamiche". Esprime sconcerto anche Fratelli d'Italia: "È evidente - afferma il vicepresidente vicario del gruppo di Fratelli d'Italia al Senato e responsabile del Dipartimento Famiglia e Valori non negoziabili di Fratelli d'Italia, Isabella Rauti - che esiste un fenomeno sommerso e sottostimato. Secondo un recente studio, curato dalle organizzazioni 'Non c'è pace senza giustizia' e 'The Circle Italia Onlus', la maggior parte dei casi di matrimonio minorile e forzato sfuggirebbero alle rilevazioni e quello che emerge, pochi casi, sarebbe solo la punta dell'iceberg. Nella consapevolezza che si tratti di numeri più grandi e di un fenomeno diffuso, si rende necessario ed urgente mettere in campo una strategia nazionale per l'emersione del sommerso. Fratelli d'Italia si è sempre battuto per la tutela dei bambini e delle bambini e per la difesa dei diritti dei minori ed in questo senso ho predisposto un'apposita interrogazione al ministro della Giustizia e al ministro per le Pari opportunità e la Famiglia", conclude Isabella Rauti.