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Home » HP Trio » Tirocini per l’inclusione: nelle mense scolastiche arrivano ragazzi con disabilità psichiche

Tirocini per l’inclusione: nelle mense scolastiche arrivano ragazzi con disabilità psichiche

Il progetto, realizzato da Sodexo e l’Azienda Speciale di Formazione Scuola Paolo Borsa, permetterà a otto ragazzi di "imparare una mansione e sviluppare maggiore autonomia"

Camilla Prato
22 Dicembre 2021
Cafeteria worker helping elementary students select food in lunch line

Cafeteria worker helping elementary students select food in lunch line

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In occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità, il 3 dicembre scorso, ha preso il via un progetto speciale, realizzato dall’Azienda speciale di formazione scuola Paolo Borsa in collaborazione con Sodexo Italia, impresa leader nei servizi per la qualità della vita, che da anni collabora con enti e istituti in merito alla formazione professionale degli studenti. E anche in questo caso è ai giovano in età scolare che si fa riferimento, con l’avvio di tirocini di ‘inclusione sociale’ per ragazzi con disabilità psichiche. Saranno otto i protagonisti dell’iniziativa che si svilupperà in altrettante scuole della città di Monza. La Scuola Paolo Borsa vanta infatti diversi percorsi di studi, tra cui anche uno dedicato espressamente ai ragazzi disabili. E così, dall’unione di intenti delle due realtà da anni a servizio del sociale, è nata l’idea di questi tirocini, dedicati a cinque studenti del secondo anno e tre del terzo, tutti con disabilità psichiche.

Tirocini per l'inclusione
Otto ragazzi con disabilità psichiche svolgeranno tirocini nei ristoranti scolastici

“Migliorare la qualità della vita delle persone e favorirne l’inclusione sociale è da sempre l’obiettivo di Sodexo – sottolinea Stefano Biaggi, AD Sodexo Italia –. Allo stesso tempo siamo in prima linea per contribuire a rendere migliore la vita delle persone affette da disabilità, sia nella quotidianità, attraverso i servizi che prestiamo, sia attraverso iniziative formative che realizziamo in collaborazione con enti e istituti scolastici come la Scuola Paolo Borsa”. Una collaborazione storica, ci tiene a sottolineare la direttrice dell’Azienda Speciale Barbara Vertemati, “che garantisce ai nostri tirocinanti percorsi personalizzati e di crescita professionale – spiega insieme all’Assessore del Comune di Monza Pierfranco Maffè –. L’obiettivo è il loro inserimento futuro nel mondo del lavoro, una cosa possibile grazie alla collaborazione con Sodexo, in grado di sviluppare tramite i propri dipendenti accoglienza e integrazione e allo stesso tempo formare i ragazzi da un punto di vista lavorativo e umano”.

I tirocini, che hanno appunto come scopo quello di introdurre i ragazzi coinvolti nel mondo di lavoro, termineranno tra il mese di maggio e giugno 2022. In concreto gli otto partecipanti sono chiamati a svolgere alcune delle mansioni degli addetti dei servizi di ristorazione, come ad esempio la pulizia dei banchi di lavoro, o il conteggio e la porzionatura della frutta. In una prima parte del loro percorso i tirocinanti saranno supportati da un tutor sia dell’Azienda sia di Sodexo, che accompagneranno ognuno di loro nel percorso di crescita e lavoro in sicurezza durante le giornate all’interno del ristorante scolastico.

Ogni ragazzo avrà così l’opportunità di imparare una mansione, ma non solo, perché a seconda delle varie difficoltà che presentano (cognitive, di espressione o comportamentali), il percorso permetterà ai tirocinanti di acquistare maggiore autonomia e consapevolezza delle proprie capacità, pur affiancato da un tutor che opera a stretto contatto con la scuola. “Includere persone con diverse abilità rappresenta per noi un percorso naturale all’interno della nostra strategia di Diversità, Equità e Inclusione – afferma Nadia Bertaggia, HR Director Sodexo Italia -. È proprio attraverso occasioni come quelle presenti nelle scuole di Monza che vogliamo abbattere le barriere sia fisiche sia mentali sensibilizzando la comprensione culturale e la consapevolezza di tutti i generi di disabilità, garantendo la totale inclusione nei luoghi di lavoro”.

 

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
In occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità, il 3 dicembre scorso, ha preso il via un progetto speciale, realizzato dall’Azienda speciale di formazione scuola Paolo Borsa in collaborazione con Sodexo Italia, impresa leader nei servizi per la qualità della vita, che da anni collabora con enti e istituti in merito alla formazione professionale degli studenti. E anche in questo caso è ai giovano in età scolare che si fa riferimento, con l'avvio di tirocini di 'inclusione sociale' per ragazzi con disabilità psichiche. Saranno otto i protagonisti dell'iniziativa che si svilupperà in altrettante scuole della città di Monza. La Scuola Paolo Borsa vanta infatti diversi percorsi di studi, tra cui anche uno dedicato espressamente ai ragazzi disabili. E così, dall’unione di intenti delle due realtà da anni a servizio del sociale, è nata l'idea di questi tirocini, dedicati a cinque studenti del secondo anno e tre del terzo, tutti con disabilità psichiche.
Tirocini per l'inclusione
Otto ragazzi con disabilità psichiche svolgeranno tirocini nei ristoranti scolastici
"Migliorare la qualità della vita delle persone e favorirne l’inclusione sociale è da sempre l’obiettivo di Sodexo – sottolinea Stefano Biaggi, AD Sodexo Italia –. Allo stesso tempo siamo in prima linea per contribuire a rendere migliore la vita delle persone affette da disabilità, sia nella quotidianità, attraverso i servizi che prestiamo, sia attraverso iniziative formative che realizziamo in collaborazione con enti e istituti scolastici come la Scuola Paolo Borsa". Una collaborazione storica, ci tiene a sottolineare la direttrice dell'Azienda Speciale Barbara Vertemati, "che garantisce ai nostri tirocinanti percorsi personalizzati e di crescita professionale – spiega insieme all’Assessore del Comune di Monza Pierfranco Maffè –. L'obiettivo è il loro inserimento futuro nel mondo del lavoro, una cosa possibile grazie alla collaborazione con Sodexo, in grado di sviluppare tramite i propri dipendenti accoglienza e integrazione e allo stesso tempo formare i ragazzi da un punto di vista lavorativo e umano". I tirocini, che hanno appunto come scopo quello di introdurre i ragazzi coinvolti nel mondo di lavoro, termineranno tra il mese di maggio e giugno 2022. In concreto gli otto partecipanti sono chiamati a svolgere alcune delle mansioni degli addetti dei servizi di ristorazione, come ad esempio la pulizia dei banchi di lavoro, o il conteggio e la porzionatura della frutta. In una prima parte del loro percorso i tirocinanti saranno supportati da un tutor sia dell'Azienda sia di Sodexo, che accompagneranno ognuno di loro nel percorso di crescita e lavoro in sicurezza durante le giornate all’interno del ristorante scolastico. Ogni ragazzo avrà così l’opportunità di imparare una mansione, ma non solo, perché a seconda delle varie difficoltà che presentano (cognitive, di espressione o comportamentali), il percorso permetterà ai tirocinanti di acquistare maggiore autonomia e consapevolezza delle proprie capacità, pur affiancato da un tutor che opera a stretto contatto con la scuola. "Includere persone con diverse abilità rappresenta per noi un percorso naturale all’interno della nostra strategia di Diversità, Equità e Inclusione – afferma Nadia Bertaggia, HR Director Sodexo Italia -. È proprio attraverso occasioni come quelle presenti nelle scuole di Monza che vogliamo abbattere le barriere sia fisiche sia mentali sensibilizzando la comprensione culturale e la consapevolezza di tutti i generi di disabilità, garantendo la totale inclusione nei luoghi di lavoro".  
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