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Home » HP Trio » Unione poliamorosa, quando la “troppia” non scoppia. Simone, Elena e David: “Siamo una famiglia normale”

Unione poliamorosa, quando la “troppia” non scoppia. Simone, Elena e David: “Siamo una famiglia normale”

Stanno insieme ormai da otto anni, vivono a Livorno e sono felici: li avevamo incontrati su 'Luce!' circa un anno fa e ora i protagonisti di questo atipico nucleo familiare andranno a raccontare la loro storia in tv a ‘Zona Bianca’

Ludovica Criscitiello
2 Febbraio 2022
poliamore

Simone, Elena e Davide

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Amano farsi chiamare “troppia” che sarebbe un modo per dire che sono una coppia formata però da tre persone. Simone Romano, Elena Bertoni e Davide Zonin  (IL VIDEO) stanno insieme ormai da otto anni. Li avevamo intervistati su Luce! Circa un anno fa per farci raccontare una nuova idea di famiglia che andasse oltre i limiti di quella tradizionale alla Mulino bianco di una volta. Sperando di avere un riscontro da parte di una collettività che sta iniziando a leggere queste nuove realtà con occhi diversi, senza rifiutarle in nome del concetto ormai superato di ‘normalità’.

 

Il riscontro c’è stato eccome perché da quel giorno Simone, Davide ed Elena sono diventati un po’ più ‘famosi’ senza perdere il sorriso e la semplicità. E il 2 febbraio andranno in onda nella tardissima serata su Rete 4 nel programma intitolato ‘Zona Bianca’ dove si parlerà del concetto di ‘poliamore’.

“Ci hanno contattato in molti quest’anno dopo aver letto la nostra storia e abbiamo sempre cercato di raccontare questo spaccato della nostra vita così com’è senza esasperare nulla – raccontano -. Siamo una famiglia normale come tante altre”.

Simone Romano, Elena Bertoni e Davide Zonin
La ‘troppia’ (nucleo composto da tre persone sentimentalmente e stabilmente legate), formata da Simone Romano, Elena Bertoni e Davide Zonin

La storia d’amore

Simone ed Elena, già sposati e con un figlio hanno incontrato Davide per caso. “Ci siamo conosciuti sui social e abbiamo iniziato a scambiarci dei messaggi senza nessun secondo fine”. La prima volta che lui è venuto a Livorno, dopo che abbiamo parlato tanto su whatsapp, l’ha fatto con la ‘scusa’ di farsi un tatuaggio”. Un anno di frequentazione e poi Davide, che è di Padova, si trasferisce a Livorno. “È stato tutto molto naturale, all’inizio lui andava e veniva da Padova e rimaneva qui un po’ di giorni. Si è inserito nella nostra relazione senza che ce ne rendessimo conto, e man mano che la cosa cresceva non ci siamo più separati”.

L’unione poliamorosa

I tre hanno celebrato la loro unione poliamorosa il 6 settembre del 2020 in una villa a Livorno. “Volevamo una bella festa per celebrare il nostro amore, ci hanno detto che era la prima volta in Toscana e quindi eravamo davvero emozionati, sono venuti in tanti, parenti e amici”. Poi si sono rivolti a un avvocato per fare l’unica cosa possibile in Italia, dal punto di vista legale, in questa situazione: firmare le disposizioni anticipate di trattamento (dat). Ovvero, ognuno di loro ha delegato gli altri due a prendere decisioni, ad esempio su eventuali trattamenti sanitari, in caso di perdita di capacità di intendere e volere perché è legittimato a farlo. Di decidere insomma sulla salute, che è poi la cosa più importante.

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Instagram

  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
Amano farsi chiamare “troppia” che sarebbe un modo per dire che sono una coppia formata però da tre persone. Simone Romano, Elena Bertoni e Davide Zonin  (IL VIDEO) stanno insieme ormai da otto anni. Li avevamo intervistati su Luce! Circa un anno fa per farci raccontare una nuova idea di famiglia che andasse oltre i limiti di quella tradizionale alla Mulino bianco di una volta. Sperando di avere un riscontro da parte di una collettività che sta iniziando a leggere queste nuove realtà con occhi diversi, senza rifiutarle in nome del concetto ormai superato di ‘normalità’.

  Il riscontro c’è stato eccome perché da quel giorno Simone, Davide ed Elena sono diventati un po’ più ‘famosi’ senza perdere il sorriso e la semplicità. E il 2 febbraio andranno in onda nella tardissima serata su Rete 4 nel programma intitolato ‘Zona Bianca’ dove si parlerà del concetto di ‘poliamore’. “Ci hanno contattato in molti quest’anno dopo aver letto la nostra storia e abbiamo sempre cercato di raccontare questo spaccato della nostra vita così com’è senza esasperare nulla - raccontano -. Siamo una famiglia normale come tante altre”.
Simone Romano, Elena Bertoni e Davide Zonin
La 'troppia' (nucleo composto da tre persone sentimentalmente e stabilmente legate), formata da Simone Romano, Elena Bertoni e Davide Zonin

La storia d'amore

Simone ed Elena, già sposati e con un figlio hanno incontrato Davide per caso. “Ci siamo conosciuti sui social e abbiamo iniziato a scambiarci dei messaggi senza nessun secondo fine”. La prima volta che lui è venuto a Livorno, dopo che abbiamo parlato tanto su whatsapp, l’ha fatto con la ‘scusa’ di farsi un tatuaggio”. Un anno di frequentazione e poi Davide, che è di Padova, si trasferisce a Livorno. “È stato tutto molto naturale, all’inizio lui andava e veniva da Padova e rimaneva qui un po’ di giorni. Si è inserito nella nostra relazione senza che ce ne rendessimo conto, e man mano che la cosa cresceva non ci siamo più separati”.

L'unione poliamorosa

I tre hanno celebrato la loro unione poliamorosa il 6 settembre del 2020 in una villa a Livorno. “Volevamo una bella festa per celebrare il nostro amore, ci hanno detto che era la prima volta in Toscana e quindi eravamo davvero emozionati, sono venuti in tanti, parenti e amici”. Poi si sono rivolti a un avvocato per fare l’unica cosa possibile in Italia, dal punto di vista legale, in questa situazione: firmare le disposizioni anticipate di trattamento (dat). Ovvero, ognuno di loro ha delegato gli altri due a prendere decisioni, ad esempio su eventuali trattamenti sanitari, in caso di perdita di capacità di intendere e volere perché è legittimato a farlo. Di decidere insomma sulla salute, che è poi la cosa più importante.
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