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La luce di Drusilla Foer: "Il diritto-dovere di essere se stessi può salvare il mondo"

L'attrice, autrice e cantante sul palco del Festival nonostante l'influenza, in un monologo su Pinocchio "Eroe dei nostri giorni perché sfida il dolore e il pericolo" accolta dall'affetto del pubblico

di CHIARA CARAVELLI -
23 ottobre 2023
Il Festival di Luce!

Il Festival di Luce!

Un applauso che non ha lasciato spazio a dubbi. Anzi, quella che sabato 21 ottobre ha accolto Drusilla Foer nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, è stata una vera e propria ovazione. L’artista fiorentina, intervistata da Agnese Pini in occasione del terzo festival del nostro canale ha parlato di amore, diritti civili e dei conflitti che stanno sconvolgendo il mondo. Il tutto accompagnato dalla sua immancabile ironia mista a una spiccata sensibilità.
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L'artista Drusilla Foer sul palco con la direttrice Agnese Pini (New Press Photo)

Un'emozionante performance, quella dedicata a Luce!, che ha incantato giovani e meno giovani accorsi a Firenze in massa per seguire il panel "Drusilla nel mondo di Pinocchio", in cui l'attrice, oltre a cantare due brani, ha recitato un monologo dedicato al famoso burattino, le cui "Avventure" hanno compiuto quest'anno 140 anni. Con lei anche Pier Francesco Bernacchi, presidente Fondazione Nazionale Carlo Collodi.

Drusilla Foer: "Dobbiamo avere cura di noi"

Nonostante l'influenza che ha colpito Gianluca Gori, l'uomo dietro l'artista en travesti, Drusilla non poteva mancare e l'esordio dimostra che lo spirito non è piegato: "Sono stata a Sanremo, ho cantato al Blue Note, il tempio del jazz, sono qua nel Salone dei Cinquecento: io credo di poter ambire al papato". E ancora: "Se dico delle bischerate - dice rivolta al pubblico divertito - è colpa della febbre". Nella lunga intervista con la direttrice Pini, la cantante, autrice e attrice che ha "tra i 40 e i 70 anni" (come ci tiene a specificare), esordisce suggerendo: "La cura di sé, l'avere cura di sé, deve essere la luce verso ciascuno deve tendere, aver cura di quello che si è, di quello che possiamo portare nel mondo".
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Drusilla Foer si esibisce in due brani tratti dal primo album, "Dru" (New Press Photo)

Un'artista che ha interpretato il mondo con un occhio libero com'è lei, come vive questi momenti drammatici della storia? "Le guerre – spiega quindi la nobildonna – sono qualcosa che non riesco a contenere come idea. La sopraffazione sull’altro mi spaventa, è il fallimento più grande dell’uomo". Drusilla ha poi parlato di sé e, sempre rimanendo nella sfera personale, ha spiegato il suo rapporto con l’amore, anche alla luce del suo nuovo ruolo di cantante (dopo la pubblicazione di Dru, poche settimane fa): "Difficilmente ho provato qualcosa di simile all’innamoramento. L’ultima volta – dice – che sono stata innamorata risale a qualche anno fa. Secondo me chi ama si prende la fetta più grossa e, anche quando non si è corrisposti, amare è sempre una vittoria. Bisogna scrivere le lettere d’amore, bisogna aspettarsele anche. È carino provare questo sentimento, è molto meglio del rancore, che invece ritengo faticoso. In qualsiasi cosa bisogna metterci l’amore".

Pinocchio, l'eroe dei nostri giorni

La direttrice Pini ha poi introdotto il tema Pinocchio, il celebre libro per bambini di Carlo Collodi che quest’anno compie 140 anni. Alla domanda sul perché la favola abbia fatto innamorare tutti, Drusilla non ha dubbi: "Pinocchio è un eroe, ma non nel senso tradizionale del termine, come quelli appartenenti alla cultura classica o americana.
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Francesco Bernacchi, presidente della Fondazione Carlo Collodi e Agnese Pini sul palco del Salone dei Cinquecento(New Press Photo)

È un eroe perché va incontro all’esperienza, con sfrontatezza e purezza. Nel suo viaggio incontra l’inganno, la manipolazione e la prigionia. È un eroe dei giorni nostri perché va e sfida il dolore e il pericolo. Insomma, Pinocchio è un figo pazzesco". Ma lei si sente un po' Pinocchio? le chiediamo a margine del suo intervento: "Ma certo, chi non lo è!", replica convinta. Ed è proprio partendo dall’esperienza del burattino di Collodi che la nobildonna fiorentina prende spunto per rivolgersi ai giovani. "Fare esperienza è qualcosa di necessario, spero che i ragazzi di oggi si diano questa possibilità senza essere spaventati o impietriti dal mondo. È importante che i giovani entrino in contatto con l’esperienza perché questo processo può restituire loro una visione di sé più concreta e centrata. L'unica cosa che può salvare il mondo è il diritto-dovere di essere se stessi".

Diritti? Sì ma per tutti, anche quello di sbagliare

Tornando a parlare di amore, l’artista ha toccato il delicato tema dei diritti civili, quanto mai attuale soprattutto negli ultimi giorni dopo la vicenda che ha coinvolto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il suo ex compagno Andrea Giambruno. "Il modello eterosessuale – esordisce Foer alludendo all’affaire del blu estoril – non è poi così funzionante. È giusto sbagliare, inciampare, ma perché gli eterosessuali possono avere la possibilità di fare errori e una coppia omosessuale no?". E prosegue: "Non mi piace l’idea di avere diritti a rate, questo per tutti, non solo per il mondo Lgbtq. Se si dice che siamo tutti uguali, allora lo dobbiamo essere davvero. Ad esempio, io riguardo all’aborto ho un pensiero confuso, perché personalmente mi turba, ma credo sia giusto che le donne possano scegliere di abortire prendendosi le responsabilità di ciò che stanno facendo. Perché se ti assumi le tue responsabilità, dai di conseguenza molta fiducia anche agli altri".
 
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Sul finire dell’incontro poi, invitata dalla direttrice e dall’incitamento del pubblico, Drusilla Foer si è esibita, nonostante l’influenza degli ultimi giorni, con due canzoni tratte dal suo ultimo album ‘Dru’. "Cantare – spiega – è la cosa che mi viene più facilmente. Mi sto proprio simpatica quando canto. Mi dico ‘che figa, che classe’". In effetti, è impossibile darle torto: la sua performance, così come l’interno incontro, è stata un vero successo. E l’ovazione che l’aveva accolta al suo arrivo, l’ha accompagnata anche durante i saluti finali.