L'ultima uscita della rivista dei biologi scatena la polemica: "Con Blade gender siamo oltre la vergogna"

di MARIANNA GRAZI -
7 novembre 2021
bio's

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Si intitola "Blade gender" ed è l'ultima uscita della rivista ufficiale dell'Ordine nazionale dei biologi, "Bio’s". In copertina appare un uomo con una parrucca bionda, una canotta semitrasparente, calze e reggicalze; sullo sfondo, invece, la città immaginaria di Blade runner, il film cult di Ridley Scott. Ad accompagnare l'immagine, sotto, una scritta, come se già il titolo non fosse abbastanza eloquente: "Al di là di come finirà in Parlamento è ormai aperta anche in Italia la polemica su un futuro senza più differenze tra femmine e maschi (riferimento evidente al Ddl Zan affossato in Parlamento, ndr). Così la nostra civiltà diventerebbe transumana. Si tratta di un diritto o di un incubo?". Un incubo, c'è da dirlo, è la stessa pubblicazione. Il riferimento evidente, ostentato, ai transgender, ritratti come persone da marciapiede, prostitute, esseri dalle sembianze umane ma in realtà extra terrestri, proprio come nella pellicola. Le parole riportate in copertina e negli interventi interni, come "L'azzeramento della differenza tra maschi e femmine è in linea con la sostituzione del lavoro umano con le macchine, allo scopo di ottenere un maggior controllo" o perfino "Il corpo umano viene cancellato, mentre salta la differenza sessuale, vissuta come ingombro e limite insopportabile [...] Non a caso il Ddl Zan viaggia insieme alla legge sull'eutanasia". Qualcosa cdi incredibile, di assurdo, scritto e pubblicato da professionisti e scienziati. Sui social, in effetti, si è scatenata un'ampia polemica, tanto che persino molti biologi si sono detti imbarazzati. E la credibilità dell'Ordine, di certo, ne ha risentito fortemente. "Ecco l'ultimo numero della vergogna editoriale edita dal nostro Ordine nazionale che mi è appena arrivato a casa", scrive Luca Zane su Twitter: "Ho chiesto lumi sulla linea editoriale, non mi hanno mai risposto, così andiamo a fondo, tutta la categoria, con caduta di credibilità", aggiunge un altro utente. E ancora, c'è chi commenta "Che porcheria, non meritiamo di essere rappresentati da questi" o "Imbarazzante". La denuncia, come spesso accade in questi casi, è stata ripresa dalla pagina "Biologi per la scienza": "Qualcuno ci sa spiegare perché l'Ordine nazionale dei biologi si occupa di argomenti che non gli competono facendo disinformazione?", hanno scritto. "Ci sarà lo zampino del dottor D’Anna, già avvezzo a strampalate ipotesi pseudoscientifiche", afferma un'altra utente. Vincenzo D'Anna, il presidente dell'Ordine nazionale dei biologi, ha risposto alle accuse in un'intervista a Repubblica: "Né io né la rivista siamo omofobi, anzi, io sono per la parità dei diritti e questo lo dimostra la mia attività politica - ha detto l'ex senatore di centrodestra -. Se qualcuno interpreta male l'immagine in copertina non credo ci sia da strapparsi i capelli. Ma se si è urtata qualche sensibilità, questo potrà essere riportato nel prossimo numero". Certo, un'attività politica che, a differenza delle sue parole, sembra tutt'altro che aperta all'inclusione e alla parità (come riporta lo stesso quotidiano): nel 2014 aveva definito "squadristi" i senatori del Movimento 5 Stelle, alzando il braccio nel saluto romano in Aula, mentre un anno dopo era stato sospeso 5 giorni dal Senato per aver offeso e rivolto gesti volgari e sessisti alla collega grillina Barbara Lezzi. Come se non bastasse nel 2017, aveva invitato le donne "a essere più caute perché la donna porta con sé l'idea del corpo, l'idea della preda", scatenando "l'istinto primordiale e ancestrale del maschio". Ovviamente il tema del discorso erano le violenze sessuali. Anche in questo caso, dopo l'intervista, in separata sede, ha specificato: "Personalmente io sono contro la 'teoria del gender', quando sento dire che il genere non esiste più devo dirmi contrario, anche da uomo di scienza. La natura non si può sovvertire, ciò che è naturale è l'eterosessualità". Ovviamente una dichiarazioni "a titolo privato", come ci tiene a precisare. "Altra cosa - ha aggiunto - è dire che una società civile deve accogliere tutti, su questo sono d'accordo. Ma l'idea che chi la pensi diversamente è un troglodita è un insulto. La mia opinione però non c'entra niente con il mio ruolo di presidente dell'Ordine". E meno male, ci sarebbe da dire. Anche se, a guardare la copertina (e non si dovrebbe mai giudicare una pubblicazione da una copertina) anche nel caso della rivista non sembra che le idee espresse siano così distanti da quelle di D'anna.