Storie oltre lo "Stigma invisibile": la serie che dà voce a chi oggi, in Italia, vive con l'HIV

di MARIANNA GRAZI
3 maggio 2022

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Che vuol dire oggi, in Italia, avere l'HIV? La maggior parte della popolazione, troppo spesso, se lo chiede solo il 1° dicembre di ogni anno, magari ancora spaventata dalle conseguenze di un possibile contatto con qualcuno di conosciuto che magari ha tenuto nascosta la cosa. Ma chi vive con l'HIV - e sì, volontariamente non ho scritto sieropositivo/a perché è questa la dicitura più corretta - se lo chiede ogni giorno. Anzi, si dà ogni giorno una risposta. Dalle testimonianze di queste persone, che raccontano la loro storia con quell'ospite indesiderato, è nato "Stigma invisibile" che da speciale trasmesso proprio in occasione della Giornata Internazionale della Lotta al virus, diventa una docuserie in onda dal 4 maggio – senza abbonamento – su Discovery+. Perché come tutte le ricorrenze i riflettori pubblici su quei problemi, su quelle patologie, si spengono non appena il giorno finisce, e si passa ad una nuova celebrazione, si torna a vivere la vita come se quei problemi non ci riguardassero.
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Stigma Invisibile, la docuserie che raccoglie le testimonianze di chi vive con l'HIV, in cinque puntate, sarà disponibile a tutt* su Discovery+ dal 4 maggio

Per questo il prodotto realizzato e firmato da Michela Chimenti è un piccolo miracolo, che speriamo funzioni. Soprattutto in Italia, soprattutto perché nel Nostro Paese parlare di Aids è ancora un tabù. "'Stigma Invisibile' nasce ufficialmente cinque anni fa, ma in realtà nasce molto tempo prima - raccontava l'autrice in occasione dell'uscita del documentario, lo scorso dicembre -. Io sono nata nel 1981, ho esattamente quarant’anni, come la lotta all’Hiv e all’Aids". L'autrice ha vissuto in prima persona la perdita di amici e cari a causa del virus: "Mia madre ha sempre fatto la parrucchiera e io sono sempre stata una bambina con i capelli lunghi voluminosi. Un sacco di colleghi di mia madre mi usavano come modella per farmi delle acconciature stranissime! Tutti questi amici per lo più erano omosessuali ed erano parte della mia famiglia. Tra gli anni ’80 e gli anni ’90 tutte queste persone sono sparite, nessuno mi ha raccontato cosa stesse accadendo. Poi sono diventata grande abbastanza per capirlo da sola". E ha spiegato le ragioni alla base del suo prodotto: "Nasce dall’esigenza di raccontare, di ridare vita a un ricordo e di dare spiegazioni, a me stessa e a tutti coloro che ancora non conoscono l’Hiv o che nutrono pregiudizi nei confronti di chi ne è affetto”.
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Jonathan Bazzi tra i protagonisti del documentario, dal 4 maggio anche serie tv, "Stigma invisibile"

L'ombra del pregiudizio

Oggi l'HIV è una patologia sotto controllo, non più mortale ma cronica. La qualità di vita di chi ha il virus è migliorata moltissimo, diventando né più e né meno uguale a chi non ce l'ha, anche in termini di sessualità: le persone in trattamento, infatti, possono non preoccuparsi più di trasmetterlo al partner, grazie alle terapie che hanno ridotto così tanto la carica virale nel sangue da renderla pressoché irrilevabile. Ma l'ombra del pregiudizio, dello stigma appunto, nella società non si è ancora dissipata, anzi. L'alone viola di un famoso spot anni Novanta che circondava le persone con HIV oggi è invisibile, ma non è scomparso. Per questo è necessario veicolare messaggi corretti e sensibilizzare la popolazione costantemente attraverso un'informazione chiara e 'positiva', per usare un gioco di parole. E smettere di pensare che l'Aids sia 'materia' esclusiva di un certo tipo di popolazione, o di utilizzare parole di odio e discriminazione verso i presunti 'untori'. Perché, ad esempio, sapevate che da una coppia in cui un* sol* partner è affett* dalla patologia può nascere un* figl* negativ*? E che i minori, nel nostro Paese, non possono fare il test senza il consenso dei genitori? Non è facile trovare notizie di questo genere in giro, soprattutto se nemmeno si cercano.
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Pregiudizi e stigma condizionano ancora oggi la visione delle persone che vivono con HIV in Italia

La serie

Raccontare la storia di chi vive con l'HIV in Italia è un atto di coraggio. Michela Chimenti lo fa, anzi lo ha fatto, raccogliendo "tantissime testimonianze, non solo di persone che vivono con Hiv ma anche compagni, compagne e familiari che supportano queste persone, non tanto dal punto di vista fisico e medico, perché sono persone in terapia che stanno benissimo e non hanno alcun tipo di problema fisico, ma dal punto di vista psicologico. Il vero problema è lo stigma, ancora oggi. Se già quarant’anni fa non aveva senso stigmatizzare le persone con Hiv, o che arrivavano ad avere addirittura l’Aids, stigmatizzarle oggi ancora meno senso di di ieri”. Ci sono poi le voci di infattivolog* e attivist*, come quelle di persone comuni che hanno deciso di raccontarsi, anche per tuttə coloro per cui il coming out sierologico resta un passo difficile da affrontare.
 
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