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Home » Sport » Alice Pignagnoli: “#atletaemamma si può, cambiando mentalità”. La vita di calciatrice tra Eva e il sogno serie A

Alice Pignagnoli: “#atletaemamma si può, cambiando mentalità”. La vita di calciatrice tra Eva e il sogno serie A

Il Cesena Femminile le ha rinnovato il contratto al settimo mese di gravidanza. Un caso unico che dovrebbe diventare normalità. “Se una sola persona potrà vedere in me e nella mia storia un esempio positivo io avrò vinto: questo è un grandissimo successo”

Marianna Grazi
19 Aprile 2021
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La storia di Alice Pignagnoli è uno di quelle notizie che fanno scalpore (in positivo) anche se non dovrebbero. Perché dovrebbe essere la normalità. Invece la sua è la storia di un portiere che, per uno strano gioco del destino, segna un gol. Quello nella porta dei diritti fondamentali di qualsiasi donna: essere madre. E poter continuare ad inseguire il proprio sogno sportivo.

 

Alice Pignagnoli, portiere del Cesena Calcio femminile, con la figlia Eva nata ad agosto 2020. La giocatrice è rientrata in campo ad ottobre, dopo appena 40 giorni dal parto

La gravidanza e la reazione della società
Alice Pignagnoli ha ricevuto il rinnovo del contratto al settimo mese di gravidanza. Un gesto da applausi quello del Cesena Femminile, che milita in Serie B, deciso a non abbandonare il proprio portiere. È lei stessa a raccontare la scoperta: “La gravidanza è stata una notizia sconvolgente anche per me. L’ho scoperto a seguito di un contrasto di gioco: quando l’ho saputo sono scoppiata a piangere. Tutti considerano che quando resti incinta, soprattutto a 30 anni, il tuo percorso come atleta sia al capolinea“. Ma non era solo l’età a preoccupare Alice, che di anni ora ne ha 33: “Sapevo che sul lavoro le donne incinte venivano messe da parte in tanti modi. Invece la mia società ha accolto la notizia con grande gioia: mi hanno detto ‘adesso tu ti prendi una pausa per seguire questa grande cosa e poi noi ti aspettiamo l’anno prossimo più forte che mai'”.

 

Il ritorno in campo e lo stile di vita da mamma calciatrice
Con tanta forza di volontà e tenacia, Alice è riuscita a ottenere il via libera dei medici per potersi allenare dopo solo 40 giorni dalla nascita della figlia. “Dopo il cesareo d’urgenza non riuscivo ad alzarmi dal letto e quindi pensavo: come faccio a tornare in campo se non riesco a camminare?”. Sicuramente quella di metà ottobre 2020 non era l’atleta che era rimasta incinta un anno prima, ma comunque è stato un percorso molto più rapido rispetto a quello che ci si aspettava. “Avere un aiuto è fondamentale. Mio marito mi ha sempre supportata, anzi forse crede in me più di me”. Un supporto indispensabile anche nel quotidiano: ogni giorno Alice passa la mattina con sua figlia Eva, poi affronta cinque ore di treno per andare e tornare dall’allenamento. Il weekend c’è il ritiro con la squadra e la domenica la partita. “E’ faticoso, soprattutto a livello emotivo, ma per me è un grandissimo privilegio” ammette.

 

Il Cesena Femminile milita in Serie B, ma  il sogno è quello della promozione in A. Tra lei e il pallone è stato amore a prima vista fin da piccola

L’amore per il calcio e gli obiettivi
Fin da piccola la giocatrice del Cesena ha inseguito il pallone: “Ho sempre amato il calcio in maniera viscerale. Mio papà giocava a pallavolo e mia mamma nuotava, è stato mio zio a guidarmi. Mi ha comprato le prime scarpette, diceva ai miei genitori che se volevo giocare dovevano lasciarmi fare”.
Adesso Alice è concentrata su se stessa e sul campionato di Serie B. “L’obiettivo era quello di raggiungere una salvezza tranquilla. La realtà è che stiamo facendo un campionato di vertice. Personalmente mi pongo degli obiettivi molto alti: prima quello di tornare a sentirmi anche fisicamente un’atleta, adesso vivo partita per partita cercando di lavorare al meglio su quello che sono“.

 

Serve un cambiamento
Le sportive diventate mamme sono sempre più numerose, ci sono personaggi del calibro di Alex Morgan, Serena Williams, le italiane Kiara Fontanesi, Tania Cagnotto, Francesca Dallapè ed Elisa Di Francisca. Tutte loro dimostrano che la maternità non influisce negativamente sulle prestazioni, anzi le migliora. Ma le atlete spaventate, che rimandano il loro sogno di diventare madri, sono ancora tante, troppe. Secondo Alice Pignagnoli si può agire in diversi modi, ma soprattutto “bisogna cambiare la mentalità, siamo molto indietro ancora. A livello normativo bisogna stabilire un professionismo anche per il femminile. E poi fare un lavoro tutte insieme, nel nostro piccolo: iniziare ad accostare mamma e atleta come un valore e non come un demerito’. Se una sola persona potrà vedere in me e nella mia storia un esempio positivo io avrò vinto, questo è un grandissimo successo”.

 

La nostra campagna
Essere atlete-mamme è un binomio che, purtroppo, in Italia non sempre funziona. Lo abbiamo ricordato qualche giorno fa su qui su Luce!, richiamando le vicende delle pallavoliste Carli Ellen Lloyd e Lara Lugli, e parlando con Luisa Rizzitelli, presidente di Assist. Oggi vi abbiamo raccontato invece una storia a lieto fine, ma che resta ancora un’eccezione. Per questo il nostro canale è impegnato nella battaglia, a colpi di hashtag #atletaemamma, per la tutela del diritto alla maternità delle atlete e di tutte le donne dello sport italiano.

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
La storia di Alice Pignagnoli è uno di quelle notizie che fanno scalpore (in positivo) anche se non dovrebbero. Perché dovrebbe essere la normalità. Invece la sua è la storia di un portiere che, per uno strano gioco del destino, segna un gol. Quello nella porta dei diritti fondamentali di qualsiasi donna: essere madre. E poter continuare ad inseguire il proprio sogno sportivo.  
Alice Pignagnoli, portiere del Cesena Calcio femminile, con la figlia Eva nata ad agosto 2020. La giocatrice è rientrata in campo ad ottobre, dopo appena 40 giorni dal parto
La gravidanza e la reazione della società Alice Pignagnoli ha ricevuto il rinnovo del contratto al settimo mese di gravidanza. Un gesto da applausi quello del Cesena Femminile, che milita in Serie B, deciso a non abbandonare il proprio portiere. È lei stessa a raccontare la scoperta: "La gravidanza è stata una notizia sconvolgente anche per me. L’ho scoperto a seguito di un contrasto di gioco: quando l'ho saputo sono scoppiata a piangere. Tutti considerano che quando resti incinta, soprattutto a 30 anni, il tuo percorso come atleta sia al capolinea". Ma non era solo l'età a preoccupare Alice, che di anni ora ne ha 33: "Sapevo che sul lavoro le donne incinte venivano messe da parte in tanti modi. Invece la mia società ha accolto la notizia con grande gioia: mi hanno detto 'adesso tu ti prendi una pausa per seguire questa grande cosa e poi noi ti aspettiamo l’anno prossimo più forte che mai'".   Il ritorno in campo e lo stile di vita da mamma calciatrice Con tanta forza di volontà e tenacia, Alice è riuscita a ottenere il via libera dei medici per potersi allenare dopo solo 40 giorni dalla nascita della figlia. "Dopo il cesareo d’urgenza non riuscivo ad alzarmi dal letto e quindi pensavo: come faccio a tornare in campo se non riesco a camminare?". Sicuramente quella di metà ottobre 2020 non era l’atleta che era rimasta incinta un anno prima, ma comunque è stato un percorso molto più rapido rispetto a quello che ci si aspettava. "Avere un aiuto è fondamentale. Mio marito mi ha sempre supportata, anzi forse crede in me più di me". Un supporto indispensabile anche nel quotidiano: ogni giorno Alice passa la mattina con sua figlia Eva, poi affronta cinque ore di treno per andare e tornare dall’allenamento. Il weekend c’è il ritiro con la squadra e la domenica la partita. "E’ faticoso, soprattutto a livello emotivo, ma per me è un grandissimo privilegio" ammette.  
Il Cesena Femminile milita in Serie B, ma  il sogno è quello della promozione in A. Tra lei e il pallone è stato amore a prima vista fin da piccola
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