Un gesto di solidarietà per 'parare' i problemi, quello del portiere Areola nei confronti della mascotte che l'ha accompagnato sul campo prima di West Ham-Newcastle, un
bambino con disturbo dello spettro autistico. A volte lo spettacolo dello sport avviene prima della gara o della partita. Ci sono scene potrebbero passare inosservate, immagini piccole, che invece, per fortuna, qualcuno nota e ne parla, le fa conoscere, ne amplifica la potenza.
Il portiere Areola con le cuffie
Nel pre partita della gara di Premier League, chiusa con un pareggio per 2-2, il portiere dei padroni di casa, il 30enne francese
Alphonse Areola, ha compiuto un gesto solo all'apparenza semplice che però è stato elogiato e apprezzato anche all'estero. Il calciatore è infatti sceso in campo al London Stadium con un giovane tifoso degli Hammers di nome Charlie, autistico, e John, il papà del bambino, ha definito l'atleta francese "
una persona eccezionale". L'immagine dei due, l'accompagnatore e, con una mano sulla sua spalla a volerlo rassicurare, il giocatore ex Real Madrid, entrambi con delle grosse cuffie a isolarli dal rumore del campo di gioco, ha commosso il pubblico presente e quello del web.
Areola ha scelto di "non far sentire unico e solo" Charlie
Dopo che il West Ham ha postato sui suoi profili social un video che immortala quel momento prima della partita, John ha scritto: "Questo è
mio figlio Charlie, che era la mascotte di Areola.
È autistico e indossa le protezioni acustiche per eliminare i rumori forti. Areola è stato informato prima della partita e ha voluto indossarli anche lui per mettere Charlie a proprio agio. Un gesto di classe!". Un modo per
non far sentire "unico e solo" il piccolo accompagnatore
. Il 30enne ha così dimostrato la sua empatia e sostegno per il bambino autistico che ha così potuto godersi un'esperienza più piacevole. Ma quest'azione dimostra anche la potenza dello sport nel promuovere uguaglianza, comprensione e inclusione.
I precedenti
Il portiere ha condiviso la stessa immagine sulla sue storie di Instagram, scrivendo: "
Questo gioco è per tutti", accompagnata da due emoji a forma di cuore. Ma prima di lui ci sono stati altri esempi simili di solidarietà. Il collega
Jarrod Bowen, anche lui calciatore del West Ham, ha fatto un gesto simile ad aprile, indossando paraorecchie come la sua mascotte prima della partita contro il Liverpool. L'attaccante
Danny Ings , invece,
ha reso "felicissimo" un tifoso di 9 anni dopo aver fatto la stessa cosa quando era all'Aston Villa l'anno scorso. La mamma del bambino ha raccontato che suo figlio era "preoccupato che i giocatori e gli altri tifosi ridessero di lui".
Danny Ings indossa i paraorecchie come il piccolo Riley Reagan che lo accompagna in campo
"Gli ha reso la giornata più bella – spiega la donna –. Ha coronato l'intera esperienza. Abbiamo portato con noi un paio di protezioni per le orecchie di riserva e abbiamo chiesto al personale se era possibile farle indossare anche a chi stava uscendo con Riley. Dipendeva da ogni singolo giocatore, quindi non potevamo garantire che sarebbe successo, ma Danny è stato più che felice di farlo". Tutte queste storie sono esempi di come anche un'azione apparentemente da poco, se fatta con sincera solidarietà, possa avere
un impatto positivo nella vita delle persone.