L’ipocrisia iraniana: le donne del Paese sono martoriate tra divieti, restrizioni nelle scelte personali e nelle possibilità di espressione, imprigionate, violentate e uccise se non rispettano il rigido codice di abbigliamento, ma possono assistere alle partite di calcio maschili. Magra consolazione no? Eppure c’è pure chi esulta, come se fosse una conquista.
“Sono molto lieto di apprendere della presenza di circa 45mila donne e ragazze allo stadio di Isfahan per la partita del massimo campionato iraniano tra Sepahan e Perspolis all'inizio di questa settimana”. Ad affermarlo afferma sui social il presidente della Fifa, Gianni Infantino, commentando quanto avvenuto in seguito alla decisione della Commissione disciplinare della federcalcio iraniana di vietare l'accesso agli uomini all'impianto, a causa di intemperanze seguite alla partita disputata mesi fa tra le due squadre, accese rivali.
Maschi fuori dai cancelli e donne sugli spalti. Nulla di male nella loro presenza in tribuna, per carità, non è che non dovessero andare. Ma bisognerebbe guardare anche al di là del singolo evento – tra l’altro non è la prima volta che accade –, bisognerebbe tenere in conto il contesto in cui accade, e il contorno non è proprio rispettoso per quello che concerne i diritti femminili, i diritti umani.
"La Fifa è in contatto da anni con le autorità dell'Iran in merito alla possibilità per le donne di assistere alle partite di calcio – prosegue Infantino – e, dopo il derby di Teheran dell'anno scorso tra Persepolis ed Esteghlal, a cui hanno partecipato tremila donne, quest'ultimo sviluppo è una brillante rappresentazione di come il calcio sia inclusivo e aperto a tutti. Vorrei esprimere la mia sincera gratitudine – continua il numero uno della Fifa – a tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo, comprese le autorità locali e i nostri colleghi della Federcalacio iraniana, guidata dal presidente Mehdi Taj. Ho intenzione di visitare presto l'Iran – dichiara – per discutere ulteriormente di questioni legate al calcio, poiché il Paese è una forza significativa nel calcio asiatico, ed è importante che continuiamo a coltivare il rapporto di lavoro positivo e fruttuoso che abbiamo costruito”.