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Home » Sport » Il pugile in carrozzina che torna a camminare: “Sono rinato, ma ho ancora un sogno da realizzare”

Il pugile in carrozzina che torna a camminare: “Sono rinato, ma ho ancora un sogno da realizzare”

Antonio Del Lungo, 41 anni, nel 2018 è stato costretto in carrozzina da un'infezione midollare. Ma non si è arreso e vedendo la possibilità di tornare in piedi ha fatto di tutto perché si realizzasse

 Maurizio Costanzo e Caterina Ceccuti
23 Marzo 2022
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Antonio del Lungo, 41 anni, pugile per passione, a causa di un’infezione midollare ha perso per un periodo l’uso delle gambe

Un atleta che dimostra come la vera marcia in più risieda non nei muscoli ma nella forza d’animo. Un pugile che, a un certo punto, nel 2018, un’infezione midollare costringe su una carrozzina. Un uomo che riparte da zero, ce la mette tutta e piano piano da quella carrozzina si rialza, torna a stare in piedi, riprende a camminare. È una straordinaria storia di coraggio, tenacia e resilienza quella di Antonio Del Lungo, che oggi ha 41 anni.

“Sono dovuto rinascere ma non ho mai smesso di crederci. A casa, per conto mio, cammino, faccio addominali e lavoro su di me perché so che c’è ancora un margine di recupero. Mi sono molto affezionato a Villa Il Sorriso, a tutto lo staff. Devo a loro se sono tornato a camminare a metà del 2019, alle parallele, con i tutori. A un certo punto ne ho mantenuto uno solo, più leggero, in carbonio”. È così che a maggio dell’anno scorso Antonio raccontava la sua storia, che si è dovuta scontrare anche col difficile periodo del lockdown. Ma neppure quando tutto il mondo si è dovuto chiudere in casa, lui si è fermato. Nel 2020 infatti, quando per il Covid l’attività del centro è stata sospesa, Antonio è stato seguito con videochiamate attraverso le quali è riuscito a condividere l’attività fisica a distanza.

Grazie allo staff di Villa Il Sorriso e alla sua grande forza di volontà è riuscito pian piano a rialzarsi

Cresciuto a Panzano e ora residente a Greve in Chianti, in provincia di Firenze, Antonio Del Lungo, pugile per passione, quando è arrivato a Villa Il Sorriso, il centro di riabilitazione intensiva per pazienti con lesioni midollari e sclerosi multipla nel presidio San Felice a Ema della Asl Toscana centro, aveva solo l’uso degli arti superiori. Il percorso è stato lungo, ma non appena ha iniziato a vedere i segni di un recupero parziale, vi si è buttato a capofitto. La sua è una storia straordinaria, nella quale fondamentale è stata anche la perseveranza dello staff della struttura sanitaria. Oggi Antonio si sposta con la carrozzina, ma in casa si muove sulle proprie gambe con l’aiuto di tutori che agevolano il passo e fa le scale. Ha anche ripreso la patente. Il recupero è stato notevole e ancora ci sono margini di miglioramento. “Adesso cammino con un po’ di paura – spiega -. La gamba destra non ha problemi, ma quella sinistra è maggiormente a rischio quindi bisogna fare attenzione”.

Antonio si muove in carrozzina, ma appena può torna a camminare sulle sue gambe. “Sono migliorato tanto ma so che c’è ancora margine”

Ora una nuova sfida: quella di poter usufruire di un tutore di ultima generazione (si chiama C-Brace), in grado di migliorare ancora la condizione alla gamba sinistra, quella che ha avuto più danni. Un sogno che ha un costo molto alto, pari a 55mila euro. Per contribuire a realizzarlo, e sostenere Antonio e la sua famiglia in questa spesa, è stato lanciato un crowdfunding sulla piattaforma Gofundme. “Questo tutore mi permetterebbe di stare di più in piedi, camminare con una posizione corretta. Ho fatto diversi progressi: tuttora mi muovo con un tutore rigido o con una ‘molla’ che mi dà una mano sulla gamba sinistra. Il C-Brace migliorerebbe la situazione. L’azienda ha anche una sede a Campi Bisenzio, dove io faccio riabilitazione”. La campagna di crowdfunding, avviata da qualche giorno, sta andando molto bene: sono stati raccolti oltre 22mila euro, le donazioni sono 280.

Del Lungo ha lanciato un crowdfunding per raccogliere i fondi necessari all’acquisto di tutori di ultima generazione

“Sono molto contento della grande generosità che vedo – dice Antonio -. Alcuni sono miei amici, ma altre persone non le conosco personalmente. Arrivano donazioni da tutta Italia, perché magari hanno conosciuto la mia storia sui social o sulla stampa”. Quello che a Del Lungo non manca è la forza d’animo: “L’ho sempre avuta e pensare che prima di questo problema ero pure ipocondriaco – confessa ridendo -. Naturalmente i momenti difficili ci sono stati, ma ho sempre superato tutto con tranquillità. Anche io a volte sono stupito di come ho affrontato questa situazione. E voglio ringraziare tutti”. La nuova sfida passa (anche) dalla generosità degli altri: “Mi piacerebbe che lo Stato italiano desse un contributo maggiore a persone che vivono queste situazioni – afferma -. So che in Germania o in Inghilterra passano il 75% della spesa di un tutore del genere, qui è diverso. È vero che non ho pagato gli strumenti precedenti e di questo sono felice, però erano importi diversi, più bassi. Sarebbe un bel gesto riconoscere una percentuale della cifra totale: magari in futuro cambierà qualcosa”. Per fare una donazione è sufficiente andare sulla piattaforma al nickname ‘SuperAnto’ o cercare Antonio del Lungo sui motori di ricerca.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Antonio del Lungo, 41 anni, pugile per passione, a causa di un'infezione midollare ha perso per un periodo l'uso delle gambe

Un atleta che dimostra come la vera marcia in più risieda non nei muscoli ma nella forza d’animo. Un pugile che, a un certo punto, nel 2018, un'infezione midollare costringe su una carrozzina. Un uomo che riparte da zero, ce la mette tutta e piano piano da quella carrozzina si rialza, torna a stare in piedi, riprende a camminare. È una straordinaria storia di coraggio, tenacia e resilienza quella di Antonio Del Lungo, che oggi ha 41 anni.

“Sono dovuto rinascere ma non ho mai smesso di crederci. A casa, per conto mio, cammino, faccio addominali e lavoro su di me perché so che c’è ancora un margine di recupero. Mi sono molto affezionato a Villa Il Sorriso, a tutto lo staff. Devo a loro se sono tornato a camminare a metà del 2019, alle parallele, con i tutori. A un certo punto ne ho mantenuto uno solo, più leggero, in carbonio”. È così che a maggio dell’anno scorso Antonio raccontava la sua storia, che si è dovuta scontrare anche col difficile periodo del lockdown. Ma neppure quando tutto il mondo si è dovuto chiudere in casa, lui si è fermato. Nel 2020 infatti, quando per il Covid l’attività del centro è stata sospesa, Antonio è stato seguito con videochiamate attraverso le quali è riuscito a condividere l’attività fisica a distanza.

Grazie allo staff di Villa Il Sorriso e alla sua grande forza di volontà è riuscito pian piano a rialzarsi

Cresciuto a Panzano e ora residente a Greve in Chianti, in provincia di Firenze, Antonio Del Lungo, pugile per passione, quando è arrivato a Villa Il Sorriso, il centro di riabilitazione intensiva per pazienti con lesioni midollari e sclerosi multipla nel presidio San Felice a Ema della Asl Toscana centro, aveva solo l’uso degli arti superiori. Il percorso è stato lungo, ma non appena ha iniziato a vedere i segni di un recupero parziale, vi si è buttato a capofitto. La sua è una storia straordinaria, nella quale fondamentale è stata anche la perseveranza dello staff della struttura sanitaria. Oggi Antonio si sposta con la carrozzina, ma in casa si muove sulle proprie gambe con l’aiuto di tutori che agevolano il passo e fa le scale. Ha anche ripreso la patente. Il recupero è stato notevole e ancora ci sono margini di miglioramento. “Adesso cammino con un po’ di paura - spiega -. La gamba destra non ha problemi, ma quella sinistra è maggiormente a rischio quindi bisogna fare attenzione”.

Antonio si muove in carrozzina, ma appena può torna a camminare sulle sue gambe. "Sono migliorato tanto ma so che c'è ancora margine"

Ora una nuova sfida: quella di poter usufruire di un tutore di ultima generazione (si chiama C-Brace), in grado di migliorare ancora la condizione alla gamba sinistra, quella che ha avuto più danni. Un sogno che ha un costo molto alto, pari a 55mila euro. Per contribuire a realizzarlo, e sostenere Antonio e la sua famiglia in questa spesa, è stato lanciato un crowdfunding sulla piattaforma Gofundme. “Questo tutore mi permetterebbe di stare di più in piedi, camminare con una posizione corretta. Ho fatto diversi progressi: tuttora mi muovo con un tutore rigido o con una 'molla’ che mi dà una mano sulla gamba sinistra. Il C-Brace migliorerebbe la situazione. L’azienda ha anche una sede a Campi Bisenzio, dove io faccio riabilitazione”. La campagna di crowdfunding, avviata da qualche giorno, sta andando molto bene: sono stati raccolti oltre 22mila euro, le donazioni sono 280.

Del Lungo ha lanciato un crowdfunding per raccogliere i fondi necessari all'acquisto di tutori di ultima generazione

“Sono molto contento della grande generosità che vedo - dice Antonio -. Alcuni sono miei amici, ma altre persone non le conosco personalmente. Arrivano donazioni da tutta Italia, perché magari hanno conosciuto la mia storia sui social o sulla stampa”. Quello che a Del Lungo non manca è la forza d’animo: “L’ho sempre avuta e pensare che prima di questo problema ero pure ipocondriaco - confessa ridendo -. Naturalmente i momenti difficili ci sono stati, ma ho sempre superato tutto con tranquillità. Anche io a volte sono stupito di come ho affrontato questa situazione. E voglio ringraziare tutti”. La nuova sfida passa (anche) dalla generosità degli altri: “Mi piacerebbe che lo Stato italiano desse un contributo maggiore a persone che vivono queste situazioni - afferma -. So che in Germania o in Inghilterra passano il 75% della spesa di un tutore del genere, qui è diverso. È vero che non ho pagato gli strumenti precedenti e di questo sono felice, però erano importi diversi, più bassi. Sarebbe un bel gesto riconoscere una percentuale della cifra totale: magari in futuro cambierà qualcosa”. Per fare una donazione è sufficiente andare sulla piattaforma al nickname ‘SuperAnto’ o cercare Antonio del Lungo sui motori di ricerca.

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