Martina Rosucci: "La Nazionale è la cosa più grande che possa esserci"

La Juventus, l'infortunio, gli obiettivi e i consigli: la centrocampista ci svela tutto. E riceve una dedica speciale dalle compagne impegnate nel Mondiale in Australia e Nuova Zelanda

di EDOARDO MARTINI
24 luglio 2023

Martina Rosucci con la maglia della Nazionale italiana (Instagram)

Il Mondiale di calcio femminile in Australia e Nuova Zelanda è ormai iniziato e la nazionale azzurra dopo averci fatto sognare in Francia nel 2019, quando raggiunse i quarti di finale perdendo poi contro l'Olanda, è pronta a dare battaglia per coronare il proprio sogno.

C'è chi però questo sogno dovrà viverselo da casa. Si tratta di Martina Rosucci, centrocampista della Juventus e della nazionale italiana, che si è infortunata a inizio 2023 dovendo quindi saltare la competizione più importante.

L'esordio vincente alla Coppa del Mondo

Non poteva cominciare nel migliore dei modi il Mondiale per le nostre azzurre che all'esordio hanno battuto l'Argentina per 1-0. E se Rosucci è rimasta a casa a causa dell'infortunio, a farle giustizia sono state le sue compagne di squadra: Girelli e Boattin. Cross col contagiri dalla sinistra del terzino e colpo di testa perfetto della numero 10 italiana che scavalca l'estremo difensore argentino a pochi minuti dalla fine, con la squadra sudamericana che si deve quindi arrendere.
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L'esultanza di Cristiana Girelli al goal che ha steso l'Argentina per 1 a 0 (Instagram)

A fine partita l'autrice del goal ha commentato così la prestazione della squadra facendo una dedica particolare: "È una gioia immensa, aspettavo da tanto questo momento. Abbiamo ricevuto molte critiche, anche ingiuste, e oggi ci siamo rifatte. Era un match importantissimo perché il girone è bello tosto. Voglio dedicare questa vittoria alla mia famiglia e a Martina Rosucci che ci manca tanto". Prossimo appuntamento della nostra nazionale il 29 luglio alle 9.30 contro la Svezia, la squadra più temibile del raggruppamento.

Rosucci, la maglia della Juventus e quella della Nazionale

Determinazione, resilienza e continuo miglioramento di se stesse sono le parole d'ordine con cui la torinese 31enne che ha ricevuto queste parole affettuose dalla compagna di club definisce la propria crescita professionale e calcistica.

E sono queste le caratteristiche emerse dalla calciatrice in un'intervista ad Adidas, in cui la centrocampista ha raccontato il percorso che l'ha portata ad indossare la maglia bianconera e, poco tempo dopo, quella azzurra della nazionale, e per finire come ha affrontato l'ultimo infortunio e l'approccio all'agonismo a 360°.

"Diventare calciatori professionisti non significa che nella vita si è sempre e solo giocato a questo sport". Rosucci racconta infatti che la prima grande passione è stata la danza classica e, solo per caso, quando il suo gemello Matteo si è avvicinato al mondo del calcio, anche lei ha deciso di provare.

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La 31enne mentre festeggia con la maglia della Juventus (Instagram)

Nel 2017 la ragazza entra a far parte dell'appena nata squadra femminile della Juventus, dove vince il terzo scudetto in carriera, nello spareggio ai calci di rigore contro la sua ex squadra del Brescia. "Io sono di Torino, sono juventina e quindi neanche nei miei sogni più lontani poteva esistere una cosa del genere".

Il percorso nella Juve femminile ha significato anche un'opportunità per entrare a far parte della nazionale italiana, che per qualsiasi giocatore è "la cosa più grande che possa esserci".

Poi aggiunge: "Al di là della giocatrice che sono riuscita a diventare, sono felice di aver trasmesso dei valori alle nuove generazioni. La mia generazione ha portato un grande cambiamento e una svolta nel calcio femminile italiano. Essere parte di questo mi rende veramente felice".

La tristezza per il Mondiale mancato

Alla domanda sull'infortunio al legamento crociato del ginocchio destro la ragazza afferma: "Sono profondamente triste di non poter partecipare al Mondiale, che ovviamente è il sogno di ogni giocatrice. Perché il Mondiale è il Mondiale e per un calciatore è come se fosse un lutto".

Nonostante questo, Rosucci sembra ben consapevole del percorso da affrontare e determinata a tornare in campo non appena possibile.

Concentrarsi sulle piccole conquiste quotidiane, come scendere una scalinata che il mese prima non avrebbe potuto affrontare, è qualcosa per cui essere felici: "Non ho intenzione di mollare la presa e voglio rivivere quella sensazione che avevo già vissuto giocando il mio primo mondiale. E dirmi di nuovo di avercela fatta, perché è una sensazione veramente impagabile".

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"La Nazionale è la cosa più bella che possa esserci" (Instagram)

Poi i suoi obiettivi da calciatrice: "L'obiettivo più vicino è quello di ritornare in campo e farlo con la Juventus. Mi viene in mente la Champions League, ovviamente, come prima idea".

E quelli da allenatrice: "Mi dico sempre che tutto quello che non sono riuscita o non riuscirò a raggiungere da calciatrice, vorrei raggiungerlo da allenatrice, è un pensiero costante nella mia testa ed è anche un pensiero che, in questo momento un po’ difficile per me, mi dà molta forza".

"Se non mi fossi infortunata non avrei raggiunto questi traguardi"

I rischi del mestiere a questi livelli sono sempre dietro l'angolo e Rosucci ne sa qualcosa: "Questo mestiere ci espone a dei rischi ed è come provare a fare un dribbling in mezzo al campo: a volte ci riesci, a volte potresti anche cadere, però è un percorso obbligatorio se vuoi raggiungere qualcosa di importante.

"Io credo che ci sia un motivo per ogni cosa che succede e quindi se capita un infortunio, anche nel momento in cui capita, probabilmente ti deve insegnare qualcosa".

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La centrocampista dopo l'operazione al legamento crociato del ginocchio destro (Instagram)

Infine arriva anche un consiglio per i giovani atleti/e che si trovano alle prese con un infortunio o con una situazione simile: "Direi di non viverla come la fine di qualcosa, ma viverla come l'inizio di una nuova conoscenza di se stessi. Non puoi avere la forza tutti giorni, ma è importante essere consapevoli di combattere ogni giorno una battaglia che finisce la sera e che ricomincia il giorno seguente".

Poi aggiunge: "Se non mi fossi infortunata, non sarei mai diventata la giocatrice che sono, che sono diventata e non avrei raggiunto i traguardi che ho raggiunto. Perché infortunarsi ti fa affrontare un percorso, un percorso incredibile dentro di te e ti fa veramente trovare le energie che neanche sapevi di avere".

Rialzarsi dopo una sconfitta e vincere è possibile, basta crederci. Rosucci insegna.