Da Firenze alla Tanzania, il portiere della Rari paralimpica in missione umanitaria

Federico Mazzinghi, medico e pallanuotista gigliato, è partito per l’Africa dove resterà sei mesi per lavorare a un progetto internazionale. Ma non ha perso tempo e ha subito cercato una piscina dove allenarsi

di Redazione Luce!
10 dicembre 2024
Federico Mazzinghi

Federico Mazzinghi, medico e atleta della squadra di pallanuoto paralimpica della Rari Nantes Florentia

Dalla vasca fiorentina a quella della Tanzania, che non era mai stata frequentata da un campione come lui. Protagonista di questa vicenda Federico Mazzinghi, “Il Gatto” per i suoi compagni della Rari Nantes Florentia, che l’hanno soprannominato così per i suoi scatti felini tra i pali della squadra paralimpica di pallanuoto. Che, smessa la calottina e tolto il costume, nella vita di tutti i giorni è un dottore e recentemente è partito con la missione umanitaria di Medici con l’Africa CUAMM, ong di Padova.

Uno slancio più lungo del solito, quello del portiere gigliato, che si è trasferito in Tanzania – dove resterà circa sei mesi – per lavorare a un progetto internazionale di stampo sociale. Ma non è solo al lavoro che pensa Mazzinghi e appena arrivato in Africa, “il gatto” non ha perso tempo e subito dopo il suo tour di benvenuto a bordo di un Bajaji (una specie di ape) si è messo alla ricerca di una piscina dove allenarsi. Sei mesi, per un atleta del suo calibro, sono tantissimi e lui non vuole rimanere fermo, ma anzi continuare la preparazione e farsi trovare pronto per il suo quinto campionato italiano di pallanuoto paralimpica. Presenza importantissima nel team da sogno, il più titolato in Italia, finora Mazzinghi si è regalato con i suoi compagni di spogliatoio tante grandi emozioni, uno scudetto, 4 coppe Italia e una Super coppa italiana.

Federico Mazzinghi con Simone Ciulli
Federico Mazzinghi con Simone Ciulli

In una lettera per la squadra, l’allenatrice, i dirigenti e la società si legge tutta la sua passione e l’amore per questo sport la vita:

“Cari amici, dopo aver rotto le scatole a mezza Tanzania e letteralmente insistito fino alla morte con il responsabile Paese CUAMM per la sicurezza, tramite una collaboratrice del nostro team sanitario sono giunto a colloquio con il direttore di un albergo: ebbene si, mi sono dovuto accontentare e sembrare un pesce chiuso in una palla, ma ho trovato una ‘piscina’ e mi sono messo a nuotare. Il tipo era stranito perché non glielo aveva chiesto nessuno di poter nuotare e basta (di solito pigliano la tintarella), ma abbiamo una specie di accordo per questi mesi. Il problema sarà il meteo perché è stagione delle piogge (sono letteralmente morto di freddo) ma ce l’ho fatta e posso provare ad allenarmi. Vi mando queste foto per affetto e testimonianza, forza Rari sempre!”.