Nessun provvedimento, per ora da parte del Cio e del comitato olimpico statunitense per il gesto compiuto sul podio dalla lanciatrice del peso Raven Saunders, medaglia d’argento che, dopo essersi tolta la mascherina, ha incrociato le braccia in segno di solidarietà verso il movimento Lgbt, di cui è attiva sostenitrice. Saunders, che più volte ha dichiarato di essere lesbica, ha poi spiegato di aver compiuto il suo gesto "in solidarietà con gli oppressi e verso le persone in tutto il mondo che stanno combattendo e non hanno un palcoscenico per parlare".
Il Cio ha rifiutato di precisare se intende sanzionare Raven Saunders: «Siamo in contatto con il comitato olimpico e paralimpico degli Usa - ha detto un portavoce del Cio - e con la federazione mondiale di atletica. Vogliamo studiare il dossier, perché abbiamo bisogno di comprendere precisamente cosa sia accaduto"
Il gesto della Saunders è la prima ‘protesta' in una premiazione dei Giochi da quando sono state introdotte le nuove regole del Cio che le consentono prima delle competizioni ma le vietano, di qualsiasi tipo, sul podio. Ora quindi si cerca di capire se nei confronti della statunitense verranno presi provvedimenti disciplinari, in teoria possibili secondo le regole, a patto che siano "proporzionati al livello di interruzione e al grado in cui l’infrazione non è compatibile con i valori olimpici". In passato la federazione statunitense ha punito i suoi atleti per le proteste sul podio, come nel caso della specialista del martello Gwen Berry, sospesa per un anno dopo aver alzato il pugno ‘alla Tommie Smith’ durante la premiazione dei Giochi Panamericani di Lima 2019.Ma successivamente, dopo il caso Floyd e le manifestazioni di BlackLivesMatter, la federazione aveva cambiato atteggiamento. Saunders, che in passato ha avuto seri problemi di depressione, aveva già fatto parlare di sé indossando in gara a Tokyo delle mascherine anti Covid con i volti di Jocker e Hulk. E proprio quest’ultimo è anche il suo soprannome.