Aborto nelle Marche, sit-in davanti alla Regione: “La Ru486 ce la prendiamo con la lotta”

Presidio sotto la sede della Regione firmato dalla Rete Femminista molto +194: il motivo è il mancato adeguamento delle linee nazionali del 2020

25 giugno 2024
Aborto, in piazza per un sì. Ma ancora poche risposte

Aborto, in piazza per un sì. Ma ancora poche risposte

La legge 194 potrebbe anche essere ancora lì, intatta; l’aborto potrebbe anche essere ancora una scelta per molte donne. Ma non per tutte. Perché quando vivi in una regione, come le Marche, dove l’obiezione di coscienza è così tanto diffusa da complicare e ostacolare l'iter, l’aborto diventa un privilegio. E un privilegio non è una scelta, non è un diritto. 

“L'autodeterminazione delle donne non si tocca”, “Sì all'aborto farmacologico, sì alla Ru486”, “+ Consultori, - obiettori”, “La Regione contro le donne”. Sono le scritte che campeggiavano su striscioni e cartelli esposti durante un sit-in davanti alla sede regionale Palazzo Leopardi, nel quale si sta svolgendo una seduta del Consiglio regionale Marche. L'iniziativa di protesta è stata promossa dalla Rete Femminista Molto +194 con l'adesione di numerose associazioni: “La Regione si adegui subito alle linee nazionali del 2020 - chiedono le promotrici del presidio - che l'Interruzione volontaria di gravidanza cessi di essere un privilegio”.

Al presidio hanno partecipato le consigliere regionali del Pd Micaela Vitri e Anna Casini. Le manifestanti hanno intonato cori: "Ru farmacologica a nove settimane”, “il corpo è mio e lo gestisco io” e poi hanno seguito in aula la presentazioni dell'interrogazione dem in materia: dalle tribune è stato esposto uno striscione con la scritta “Ru486 ce la prendiamo con la lotta”.

Presente anche la segretaria del Pd Marche Chantal Bomprezzi. Il Gruppo Pd, prima firma di Manuela Bora, ha interrogato la giunta sull'Ivg con mifepristone e prostaglandine, in regime ambulatoriale e day hospital e sul mancato recepimento linee guida del Consiglio superiore della Sanità del 12 agosto 2020.

“La circolare approvata dal ministero della salute e pubblicata in Gazzetta ufficiale è self-executing, auto-applicativa e non necessita di atti di recepimento – ha risposto in aula l'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – nella regione i dirigenti amministrativi hanno l'obbligo di garantire l'azione amministrativa secondo principi di legalità e buon andamento. La direttiva del ministero è pienamente applicabile, i dirigenti hanno il dovere di applicarla, la Regione si deve conformare a queste disposizioni”.