Diritti e fisica: Gherardo Colombo infiamma i giovani, il monologo di Greison su Schroedinger

La divulgatrice scientifica e l’ex magistrato, oggi presidente della casa editrice Garzanti, in vesti inediti sul palco (e tra il pubblico) del quarto Festival del canale, per parlare di rischi e possibilità dell’Intelligenza artificiale

di LORENZO OTTANELLI -
21 ottobre 2024
Festival Luce!

PRESSPHOTO Firenze, Palazzo Vecchio, 4° edizione Festival Luce! Nella foto Gabriella Greison New Press Photo

Nemmeno il tempo di arrivare sul palco del Festival di Luce! per prendere il microfono dalle mani della direttrice Agnese Pini, che è sceso in mezzo ai ragazzi delle scuole fiorentine e toscane per un intervento partecipato su Intelligenza Artificiale, diritti e libertà. Un ragazzino, dall’alto dei suoi 78 anni, tra i giovani: Gherardo Colombo, ex pm e oggi presidente della casa editrice Garzanti, ha voluto parlare agli studenti e con gli studenti in modo spassionato, svestendo i panni di professore tradizionale e indossando quelli di un moderno John Keating che insegue l’attimo sempre più fuggente. 

Festival Luce!
PRESSPHOTO Firenze, Palazzo Vecchio, 4° edizione Festival Luce! Nella foto Gherardo Colombo New Press Photo

Gherardo Colombo interroga gli studenti

Un’interrogazione fuori programma che però coinvolge tutte e tutti, senza voti ma con una serie di domande “scomode” ai ragazzi “già cotti”, come li ha definiti mescolandosi tra i presenti nel Salone dei Cinquecento. Cosa intendiamo con “libertà”, cosa con “diritti”? domanda. Perché “per scegliere è importante avere delle alternative, ma le dobbiamo conoscere, altrimenti lo facciamo inconsapevolmente”. E poi il quesito sul tema di giornata: l’intelligenza artificiale può aiutarci a scegliere? I ragazzi dicono di non sapere, che forse sì, oppure in alcuni ambiti è un alleato, in altri può limitare la conoscenza, a volte pensiamo che ci aiuti e invece ci imbroglia.

“A scuola, ad esempio, se facciamo fare un compito all’intelligenza artificiale non ci sta aiutando, perché non ci sta permettendo di far girare le rotelle, cosa che invece il compito dovrebbe fare”, ha detto Colombo. “E poi non possiamo fidarci a pieno: ho scoperto dall’intelligenza artificiale di essere stato giudice della Corte costituzionale, ma io non ho mai fatto il giudice della Consulta”, ha aggiunto con un sorriso ironico.

Festival Luce!
PRESSPHOTO Firenze, Palazzo Vecchio, 4° edizione Festival Luce! Nella foto Gherardo Colombo New Press Photo

Il diritto è una possibilità, l’IA può aumentare le nostre possibilità e limitarne altrettante. L’intelligenza artificiale può influire anche nel formare le nostre opinioni. Se studiamo possiamo non farci prendere in giro, ma è sempre più difficile, perché su internet troviamo eventi mai successi e persone che parlano di ciò che non sanno. Allora bisogna essere padroni delle nostre scelte e dobbiamo attrezzarci per essere capaci di utilizzare i nostri diritti. Oggi voi state esercitando il diritto all’istruzione, che è il modo per attrezzarsi a essere veramente liberi” ha concluso Colombo.

La fisica rock di Gabriella Greison

Lei invece sul palco del Festival di Luce! si muove come una rockstar: fisica e divulgatrice scientifica, Gabriella Greison è ormai una vera e propria influencer della scienza sui social, e grazie ai libri e ai suoi tour rende la fisica quantistica accessibile e pop, in modo semplice e appassionato.

Al quarto anniversario del nostro canale porta un lungo monologo su Erwin Schroedinger, il fisico e l’uomo che ha rivoluzionato la scienza, che ha permesso di creare oggi tecnologie che permettono di vivere il futuro in alcune parti del mondo, come a Pechino, dove Greison è stata di recente per presentare il suo ultimo libro “Ucciderò il gatto di Schroedinger”, tradotto anche in mandarino.

A me l’intelligenza artificiale non fa paura, non mi fanno paura i lampioni che sono anche telecamere che mi seguono per la città né il fatto che il mio viso sia diffuso in tutto il mondo se questo mi agevola nel vivere e nel lavorare. A Pechino non ci sono migliaia di scartoffie e burocrazia che noi ancora ci portiamo dietro, non esiste un inserviente perché con il riconoscimento facciale fai tutto, con WeChat puoi chattare e acquistare. Poi la Cina ha altri problemi, ma non sono questi”, ha detto Greison durante il suo intervento.

Il monologo su Schroedinger

Festival Luce!
PRESSPHOTO Firenze, Palazzo Vecchio, 4° edizione Festival Luce! Nella foto Gabriella Greison New Press Photo

E per tornare al protagonista del monologo, oggi “i vostri libri di fisica potrebbero essere gettati via, l’equazione di Schroedinger ha sostituito quella di Newton. Con lui è avvenuto uno strappo nella storia, perché da quel momento abbiamo potuto costruire i computer e i telefonini, con la prima rivoluzione quantistica, oggi siamo alla seconda rivoluzione e abbiamo l’Intelligenza Artificiale e il machine learning che ci aiutano in tutte le discipline”.

Dallo scienziato all’uomo, che non era il classico fisico come ce lo immaginiamo “con gli occhialini tondi, da solo in una stanza senza luce. No, Schroedinger era stato pelandrone fino a 26 anni e aveva due passioni: la fisica e le belle donne; pensate che ha potuto vivere in una bigamia di fatto, aveva una moglie e aveva una relazione con un’altra donna, d’accordo con la moglie”.

E poi della sua amicizia con Einstein, che aveva ascoltato all’università di Vienna nel 1913, quando invece che parlare della relatività, discusse una sua nuova teoria sulla luce, che doveva essere interpretata diversamente. E così si scoprirono i quanti di energia, “e si scoprì che luce e materia erano la stessa cosa; Schroedinger trovò Einstein in un Caffè e continuò a scrivergli durante tutta la vita. Fu da quel momento che il fisico viennese iniziò a studiare l'infinitamente piccolo, e lì trovò l'equazione che vuole raccontare il movimento e l'evoluzione. Nel piccolo c'è, infatti, solo la probabilità dell'elettrone, in cui più stati convivono nello stesso momento. E per spiegarlo Erwin inventò l’esperimento del gatto che ha fatto il giro del mondo ed è diventato metafora per i più grandi”.