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Home » Attualità » Aeroporti intitolati a donne che hanno fatto la storia: quanti in Italia e nel mondo? Il report

Aeroporti intitolati a donne che hanno fatto la storia: quanti in Italia e nel mondo? Il report

I risultati della piattaforma di prenotazioni Omio che pubblicato un rapporto sui nomi degli aeroporti di tutto il mondo

Sofia Francioni
11 Marzo 2022
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Il Karol Wojtyla a Bari, L’Amerigo Vespucci a Firenze, l’Enrico Forlanini a Milano-Linate. In Italia, dei 34 aeroporti presenti solo 18 sono intitolati a una persona e nessuno a una donna. A dircelo è la piattaforma di prenotazione viaggi Omio che, in occasione della Giornata internazionale della donna, ha pubblicato un rapporto sui nomi degli aeroporti in tutto il mondo. Triste scoperta: dei 400 scali analizzati, solo 16 (il 4% del totale) portano il nome di una donna straordinaria del passato o del presente. Sono le regine le donne maggiormente onorate (5 aeroporti su 16), seguite da aviatrici, pioniere dell’aviazione e figure politiche. La maggior parte delle donne a cui viene reso onore con il nome di un aeroporto ha vissuto nel 1900.

L’elenco completo dei 16 aeroporti dedicati a donne:

L’attrice dominicana María Montez

In Giordania, ad Amman, il Queen Alia international airport è dedicato alla regina Alia al-Hussein di Giordania (1948-77) che dimostrò impegno nelle questioni sociali del Paese, di cui promosse attivamente anche l’arte, la cultura e il patrimonio bibliotecario. Ad Atchison negli Stati Uniti l’Amelia Earhart memorial airport celebra la pioniera dell’aviazione Amelia Earhart (1897-1937), che fu la prima donna a sorvolare l’Atlantico da sola e che morì nel tentativo di compiere il primo giro del mondo in aereo all’altezza dell’equatore. Sempre negli Usa, a Little Rock, l’Hillary Clinton National Airport omaggia
la statunitense Hillary Clinton, che ha plasmato la politica degli Stati Uniti per decenni: prima come senatrice, poi come segretario di Stato sotto il presidente Barack Obama e che alle elezioni presidenziali del 2016 ha perso contro Donald Trump. A Barahona, nella Repubblica Dominicana, l’aeroporto internazionale è invece intitolato all’attrice dominicana María Montez (1912-51), musa del mondo cinematografico all’epoca in cui iniziarono a comparire i film a colori. A Bengkulu, in Indonesia l’aeroporto onora la sua eroina nazionale: Fatmawati (1923-80), che si batté per i diritti delle donne durante tutta la sua vita. Sua figlia in seguito divenne la prima presidente donna dell’Indonesia.

 

La pioniera dell’aviazione Amelia Earhart

A Delhi, in India l’immenso Indira Gandhi International Airport ricorda invece la prima e unica ministra donna dell’India, Indira Gandhi (1917-84). Sempre in India, ma a Indore, l’aeroporto internazionale celebra la principessa delle Indie occidentali Ahilyabai Holkar (1765-95), passata alla storia come una coraggiosa guerriera e pioniera. A Istanbul, in Turchia, accoglie viaggiatrici e viaggiatori il Sabiha Gökçen international airport che prende il nome dalla prima pilota (1913-2021) da combattimento nel mondo, nonché una delle prime aviatrici della Turchia. A Mestia, in Georgia c’è invece il Queen Tamar Airport dedicato alla regina Tamar (1160-1213) che fu una sovrana della Georgia medievale, creò il sistema giudiziario del Paese e abolì la pena di morte. A Oranjestad, ad Aruba il Queen Beatrix International Airport prende il suo nome dalla regina Beatrice dei Paesi Bassi, che è rimasta al trono da 1980 a 2013. A Paraguaná in Venezuela, il Josefa Camejo International Airport ricorda Josefa Camejo (1791-1863), ancora considerata una delle più grandi eroine della guerra d’indipendenza del Venezuela. A Sucre, in Bolivia, l’aeroporto internazionale omaggia la paladina della libertà, Juana Azurduy de Padilla (1780-1862) che contribuì all’indipendenza dell’America Latina dalla Spagna ed è tuttora riverita nel suo Paese natale, la Bolivia.

La pioniera dell’aviazione Jacqueline Cochran (1906-80)

A Sint Maarten, nei Paesi Bassi, il Princess Juliana international airport omaggia la principessa Giuliana (1909-2004), che fu regina dei Paesi Bassi fino al 1980, quando la corona passò alla figlia Beatrice dei Paesi Bassi. A Tenerife, in Spagna l’aeroporto glorifica Sofía di Spagna, che fu incoronata regina quando il marito Juan Carlos salì al trono; è rimasta in carica fino al 2014. Precedentemente era stata Principessa di Grecia e Danimarca. A Thermal, ancora negli Usa, il Jacqueline Cochran regional Airport ricorda la statunitense Jacqueline Cochran (1906-80), una pioniera dell’aviazione. Essendo stata la prima donna a superare il muro del suono a bordo di un aeroplano, veniva considerata “la donna più veloce del mondo”. Infine a Tirana, nella capitale dell’Albania, il Tirana International Airport Nënë Tereza celebra Madre Teresa di Calcutta (1910-97), che dedicò la sua vita ad aiutare gli ultimi.

 

 

 

 

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Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
Il Karol Wojtyla a Bari, L'Amerigo Vespucci a Firenze, l'Enrico Forlanini a Milano-Linate. In Italia, dei 34 aeroporti presenti solo 18 sono intitolati a una persona e nessuno a una donna. A dircelo è la piattaforma di prenotazione viaggi Omio che, in occasione della Giornata internazionale della donna, ha pubblicato un rapporto sui nomi degli aeroporti in tutto il mondo. Triste scoperta: dei 400 scali analizzati, solo 16 (il 4% del totale) portano il nome di una donna straordinaria del passato o del presente. Sono le regine le donne maggiormente onorate (5 aeroporti su 16), seguite da aviatrici, pioniere dell'aviazione e figure politiche. La maggior parte delle donne a cui viene reso onore con il nome di un aeroporto ha vissuto nel 1900.

L'elenco completo dei 16 aeroporti dedicati a donne:

L'attrice dominicana María Montez
In Giordania, ad Amman, il Queen Alia international airport è dedicato alla regina Alia al-Hussein di Giordania (1948-77) che dimostrò impegno nelle questioni sociali del Paese, di cui promosse attivamente anche l'arte, la cultura e il patrimonio bibliotecario. Ad Atchison negli Stati Uniti l'Amelia Earhart memorial airport celebra la pioniera dell'aviazione Amelia Earhart (1897-1937), che fu la prima donna a sorvolare l'Atlantico da sola e che morì nel tentativo di compiere il primo giro del mondo in aereo all'altezza dell'equatore. Sempre negli Usa, a Little Rock, l'Hillary Clinton National Airport omaggia la statunitense Hillary Clinton, che ha plasmato la politica degli Stati Uniti per decenni: prima come senatrice, poi come segretario di Stato sotto il presidente Barack Obama e che alle elezioni presidenziali del 2016 ha perso contro Donald Trump. A Barahona, nella Repubblica Dominicana, l'aeroporto internazionale è invece intitolato all'attrice dominicana María Montez (1912-51), musa del mondo cinematografico all'epoca in cui iniziarono a comparire i film a colori. A Bengkulu, in Indonesia l'aeroporto onora la sua eroina nazionale: Fatmawati (1923-80), che si batté per i diritti delle donne durante tutta la sua vita. Sua figlia in seguito divenne la prima presidente donna dell'Indonesia.  
La pioniera dell'aviazione Amelia Earhart
A Delhi, in India l'immenso Indira Gandhi International Airport ricorda invece la prima e unica ministra donna dell'India, Indira Gandhi (1917-84). Sempre in India, ma a Indore, l'aeroporto internazionale celebra la principessa delle Indie occidentali Ahilyabai Holkar (1765-95), passata alla storia come una coraggiosa guerriera e pioniera. A Istanbul, in Turchia, accoglie viaggiatrici e viaggiatori il Sabiha Gökçen international airport che prende il nome dalla prima pilota (1913-2021) da combattimento nel mondo, nonché una delle prime aviatrici della Turchia. A Mestia, in Georgia c'è invece il Queen Tamar Airport dedicato alla regina Tamar (1160-1213) che fu una sovrana della Georgia medievale, creò il sistema giudiziario del Paese e abolì la pena di morte. A Oranjestad, ad Aruba il Queen Beatrix International Airport prende il suo nome dalla regina Beatrice dei Paesi Bassi, che è rimasta al trono da 1980 a 2013. A Paraguaná in Venezuela, il Josefa Camejo International Airport ricorda Josefa Camejo (1791-1863), ancora considerata una delle più grandi eroine della guerra d'indipendenza del Venezuela. A Sucre, in Bolivia, l'aeroporto internazionale omaggia la paladina della libertà, Juana Azurduy de Padilla (1780-1862) che contribuì all'indipendenza dell'America Latina dalla Spagna ed è tuttora riverita nel suo Paese natale, la Bolivia.
La pioniera dell'aviazione Jacqueline Cochran (1906-80)
A Sint Maarten, nei Paesi Bassi, il Princess Juliana international airport omaggia la principessa Giuliana (1909-2004), che fu regina dei Paesi Bassi fino al 1980, quando la corona passò alla figlia Beatrice dei Paesi Bassi. A Tenerife, in Spagna l'aeroporto glorifica Sofía di Spagna, che fu incoronata regina quando il marito Juan Carlos salì al trono; è rimasta in carica fino al 2014. Precedentemente era stata Principessa di Grecia e Danimarca. A Thermal, ancora negli Usa, il Jacqueline Cochran regional Airport ricorda la statunitense Jacqueline Cochran (1906-80), una pioniera dell'aviazione. Essendo stata la prima donna a superare il muro del suono a bordo di un aeroplano, veniva considerata "la donna più veloce del mondo". Infine a Tirana, nella capitale dell'Albania, il Tirana International Airport Nënë Tereza celebra Madre Teresa di Calcutta (1910-97), che dedicò la sua vita ad aiutare gli ultimi.        
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