Aggredito dal branco perché porta lo smalto: l'amico lo difende e finisce in ospedale

di CAMILLA PRATO -
12 maggio 2021
Gangsters in ghetto

Gangsters in ghetto

"Questa foto l’ho scattata ieri mattina, mentre ero nello studio del medico che mi ha raddrizzato il naso. Se faccio questo post è perché dopo l’accaduto c’è stato qualcuno che mi ha ascoltato ma non ha voluto davvero capire il mio pensiero e le mie intenzioni e soprattutto non le ha rappresentate nella maniera corretta. Voglio chiarire che io non ho paura. Quello che mi è successo però è la dimostrazione che c’è qualcosa che non va. Ognuno di noi deve avere il diritto e la libertà di potersi esprimere e vestire come gli pare". Inizia così il messaggio su Instagram di uno dei due giovani massacrati dal branco a Fano. Il post accompagna il selfie in cui il ragazzo si mostra con il volto tumefatto dal pestaggio. La sua colpa? Essere intervenuto in difesa dall'amico. I due, di 17 e 18 anni, si trovavano nel parco di Rocca Malatestiana quando sono stati avvicinati da una quindicina di giovani, tutti tra i 15 e i 20 anni, mai visti prima. Vedono il 18enne, notano il suo ciuffo di capelli bianchi. Iniziano a insultarlo, gli strappano la collana e il cappello, poi notano le unghie smaltatate di nero e parte il tentativo di violenza. "Hanno tirato fuori un accendino e hanno cercato di bloccami, per bruciarmi le dita" racconta la vittima. L’amico, minorenne, decide di intervenire per cercare di fermarli. A quel punto il gruppo si accanisce su di lui: gli sferrano un pugno in faccia, poi calci in bocca, alla schiena e al braccio. Non si fermano neppure quando è a terra. "Sono rimasto come paralizzato dalla paura - spiega il 18enne - senza riuscire nemmeno a chiamare aiuto e a telefonare alla polizia. Il mio amico a terra perdeva sangue, ma delle cinquanta persone intorno che vedevano tutto, nessuno è venuto ad aiutarci. Solo uno, che non conosciamo, ha chiamato i soccorsi. Il branco dei picchiatori, cinque quelli più violenti, è fuggito subito ma prima ci ha rubato il marsupio con le chiavi di casa e i cellulari. Io, a parte il livido al collo provocato quando mi hanno strappato la collana, non ho ricevuto pugni. Invece al mio amico hanno fratturato il naso e un braccio". Il giovane spiega che questa non è la prima volta che viene additato a causa di questa sua 'libertà': "Ho le unghie con lo smalto nero - dice - Mi piace averle, vederle, portarle. Ce le ho da quattro anni e ho subìto ogni tipo di offesa per questo, tipo 'froc...' o altro, ma non mi è mai importato nulla visto che sono etero. Ho anche un ciuffo di capelli tinto di bianco perché mi piaccio così". Però, aggiunge "non avrei mai immaginato quello che è successo. Mi dispiace tantissimo per il mio amico, ha avuto la colpa di essere con me e di aver cercato di difendermi".