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Home » Attualità » Alex Zanardi passerà il Natale con la famiglia. Il guerriero della resilienza torna a casa dopo un anno e mezzo dall’incidente

Alex Zanardi passerà il Natale con la famiglia. Il guerriero della resilienza torna a casa dopo un anno e mezzo dall’incidente

Il campione paralimpico ed ex pilota è uscito dall'ospedale e da qualche giorno è tornato a casa dalla sua famiglia. La moglie Daniela ha spiegato quali siano le sue condizioni e le terapie che sta seguendo. Un percorso di recupero lungo, "Ma Alex dimostra ripetutamente di essere un vero combattente"

Marianna Grazi
20 Dicembre 2021
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Ci ha insegnato a non arrenderci mai e anche questa volta Alex Zanardi si dimostra un esempio di resilienza incredibile. Il campionissimo, esempio nello sport come nella vita, è tornato a casa e passerà Natale con la sua famiglia, dopo oltre un anno e mezzo dal terribile incidente in cui è rimasto coinvolto con la sua handbike a giugno 2020. Il 55enne ex pilota e campione paralimpico è uscito dall’ospedale qualche giorno fa e potrà continuare parte della riabilitazione nella sua villa a Noventa Padovana: ad annunciarlo è stato il presidente del Comitato Olimpico Luca Pancalli, in apertura della cerimonia di consegna dei Collari d’Oro, all’Auditorium Parco della Musica a Roma.

Alex Zanardi in una foto d’archivio (ANSA)

Una notizia bellissima e attesa a lungo da tutti gli appassionati di sport ma anche da gran parte degli italiani, affezionati a quell’atleta ma in primis all’uomo, che ci ha fatto sognare con le sue imprese. Grande entusiasmo da parte delle autorità, dal presidente del Coni, Giovanni Malagò che ha commentato la notizia definendola “meravigliosa, è la forza dello sport“, alla sottosegretaria Valentina Vezzali. E ancora sui social, dove sono già centinaia i commenti di gioia ed entusiasmo, tanto che l’hashtag #forzaalex è subito entrato in tendenza dopo che la notizia, rilanciata dallo stesso Pancalli, è stata ripresa dalla moglie Daniela Manni, sul sito della Bmw di cui Zanardi è brand ambassador.

 

“C’è un calore eccezionale attorno ad Alex e per questo abbiamo ritenuto giusto condividere questa bella notizia – ha spiegato la donna –. Al tempo stesso chiediamo di rispettare la nostra privacy. Perché la nostra unica priorità è accompagnare Alex nel suo cammino con tutta la nostra energia”. Un’energia e un sostegno che intorno a Zanardi non sono mai mancate, proprio come lui stesso ci aveva insegnato a fare. Non si è mai arreso, Alex, nemmeno quando la vita gli ha più volte messo – letteralmente – i bastoni fra le ruote.
Dopo l’incidente automobilistico in Champ Car, nel 2001, che gli aveva portato via entrambi gli arti inferiori il bolognese aveva voluto prima tornare ai suoi amati motori, correndo in BMW nelle gare di Turismo – celebre l’intervento da testimonial della cerimonia di apertura dei IX Giochi Paralimpici invernali di Torino 2006, “Mi chiamo Alex Zanardi e sono un pilota”– e poi sfidando la strada da un’altra prospettiva, sulla sua handbike, grazie alla quale ha conquistato 4 ori olimpici e 2 argenti. Quella stessa bici che l’ha portato al secondo, gravissimo, stop, quel 19 giugno 2020 quando, durante una staffetta di beneficenza è rimasto coinvolto in un incidente a Pienza, in Toscana, perdendo il controllo del mezzo e scontrandosi con un camion. Gli interventi neurologico e maxillo-facciale urgenti a Siena, la convalescenza in terapia intensiva, poi i trasferimenti, dopo ulteriori tre operazioni, dapprima in un centro specializzato di Lecco e, a seguito di alcune complicazioni, all’Ospedale San Raffaele di Milano. Poi, a novembre dello scorso anno, l’ultimo trasferimento all’Azienda ospedaliera di Padova, dove a gennaio 2021 era arrivata la prima buona notizia dopo mesi di paura: Alex Zanardi ha riacquistato coscienza. La speranza che si è riaccesa, una luce in fondo al tunnel, l’ennesima vittoria di un campione infinito, capace di rialzarsi sempre, un modello di resilienza costante, quotidiana ma straordinaria, come di profonda umanità e voglia di lottare per gli altri prima che per se stesso. Come quando, nel 2017, aveva deciso di superare addirittura i suoi obiettivi: aveva infatti fondato l’associazione Obiettivo3 con la speranza di reclutare il maggior numero di atleti possibili e portarne almeno tre alle Paralimpiadi di Tokyo. Speranza che, nonostante l’incidente e il suo – momentaneo, ce lo auguriamo tutti – ‘pit stop’ era diventata realtà, superando le sue stesse aspettative con la qualificazione ai Giochi di quattro atleti. L’affetto e la vicinanza della moglie Daniela e del figlio Niccolò non sono mai mancati e adesso la sua famiglia, come tutta l’Italia, è pronta a riabbracciarlo.

“Abbiamo aspettato a lungo che ciò accadesse e siamo molto felici che sia stato possibile ora, anche se in futuro ci saranno ancora dei soggiorni temporanei in cliniche speciali per effettuare misure di riabilitazione specifiche sul posto”. Intanto però il calore della famiglia, del suo ambiente, saranno fondamentali per il recupero: “Dopo il lungo periodo in ospedale è importante per lui tornare dalla sua famiglia. Alex non ha incontrato amici e parte della famiglia per un anno e mezzo. Solo io, nostro figlio e sua madre potevamo fargli visita, ma sempre solo una persona al giorno e solo per un’ora e mezza. Tutto questo non ha contribuito a rendere la situazione più facile per lui – ha detto la moglie –. Aiuta quindi il fatto che ora sia a casa con noi, anche se attualmente può avere intorno solamente i familiari più stretti, dato che il numero di casi di Coronavirus sta aumentando di nuovo. Ma noi siamo con Alex tutto il giorno, lui è nel suo ambiente familiare e quindi può tornare un minimo alla normalità. Questo gli dà ulteriore forza”. La donna, al fianco del campionissimo da 25 anni, ha voluto poi rivolgere un ringraziamento ai medici che si sono occupati del marito fino ad oggi: “Siamo molto grati al personale medico delle cliniche in cui è stato curato. I medici, il personale sanitario, i terapeuti e tutti coloro che sono coinvolti hanno fatto tanto per Alex e continuano ad accompagnarci nella sua riabilitazione. Nelle cliniche Alex è in ottime mani, ma la sua casa è ancora la sua casa”.

Un percorso di recupero tutt’altro che concluso, che si preannuncia ancora lungo e pieno di insidie, “Ma Alex dimostra ripetutamente di essere un vero combattente“. Nonostante la riservatezza, in questi casi, sia necessaria, la moglie ha poi spiegato quali siano i diversi programmi di recupero che “Alex ha seguito in ospedale proseguiranno a casa. Durante la settimana, un terapeuta lavora con lui su esercizi fisici, neurologici e logopedici. Per quanto riguarda la sua condizione fisica, ci sono molti progressi. Guadagna sempre più forza nelle braccia, che è aumentata molto. Ed eccetto l’ospedale, dov’era per molto tempo a letto, Alex ora passa la maggior parte della giornata sulla sedia a rotelle con noi. Si riposa solo un po’ nel pomeriggio, dopo pranzo”. Anche per quanto riguarda la capacità di comunicare, nonostante in questi decenni lo stesso Zanardi ci abbia emozionato ancor prima che con le parole con i suoi stessi gesti e con quegli occhi vispi, sempre attenti, curiosi e eloquenti come pochi, Daniela puntualizza che “Può comunicare con noi, ma non è ancora in grado di parlare. A seguito del lungo coma, le corde vocali devono riprendere elasticità e sta seguendo delle terapie anche per questo”. Dalle sue parole traspare il suo amore, che racchiude in sé l’affetto anche di tutti gli italiani che non hanno mai smesso di rivolgere un pensiero al loro campione speciale, a quell’uomo che ci ha resi tutti parte di un sogno fatto di sport, di forza di volontà, di rinascita. Quel sogno che parla della vita. E noi tutti ti auguriamo, Alex, che la tua vita possa tornare ad essere piena di gioia e tante soddisfazioni. Tutta l’Italia fa il tifo per te!

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Ci ha insegnato a non arrenderci mai e anche questa volta Alex Zanardi si dimostra un esempio di resilienza incredibile. Il campionissimo, esempio nello sport come nella vita, è tornato a casa e passerà Natale con la sua famiglia, dopo oltre un anno e mezzo dal terribile incidente in cui è rimasto coinvolto con la sua handbike a giugno 2020. Il 55enne ex pilota e campione paralimpico è uscito dall'ospedale qualche giorno fa e potrà continuare parte della riabilitazione nella sua villa a Noventa Padovana: ad annunciarlo è stato il presidente del Comitato Olimpico Luca Pancalli, in apertura della cerimonia di consegna dei Collari d'Oro, all'Auditorium Parco della Musica a Roma.
Alex Zanardi in una foto d'archivio (ANSA)
Una notizia bellissima e attesa a lungo da tutti gli appassionati di sport ma anche da gran parte degli italiani, affezionati a quell'atleta ma in primis all'uomo, che ci ha fatto sognare con le sue imprese. Grande entusiasmo da parte delle autorità, dal presidente del Coni, Giovanni Malagò che ha commentato la notizia definendola "meravigliosa, è la forza dello sport", alla sottosegretaria Valentina Vezzali. E ancora sui social, dove sono già centinaia i commenti di gioia ed entusiasmo, tanto che l'hashtag #forzaalex è subito entrato in tendenza dopo che la notizia, rilanciata dallo stesso Pancalli, è stata ripresa dalla moglie Daniela Manni, sul sito della Bmw di cui Zanardi è brand ambassador.   "C'è un calore eccezionale attorno ad Alex e per questo abbiamo ritenuto giusto condividere questa bella notizia – ha spiegato la donna –. Al tempo stesso chiediamo di rispettare la nostra privacy. Perché la nostra unica priorità è accompagnare Alex nel suo cammino con tutta la nostra energia". Un'energia e un sostegno che intorno a Zanardi non sono mai mancate, proprio come lui stesso ci aveva insegnato a fare. Non si è mai arreso, Alex, nemmeno quando la vita gli ha più volte messo – letteralmente – i bastoni fra le ruote. Dopo l'incidente automobilistico in Champ Car, nel 2001, che gli aveva portato via entrambi gli arti inferiori il bolognese aveva voluto prima tornare ai suoi amati motori, correndo in BMW nelle gare di Turismo – celebre l'intervento da testimonial della cerimonia di apertura dei IX Giochi Paralimpici invernali di Torino 2006, "Mi chiamo Alex Zanardi e sono un pilota"– e poi sfidando la strada da un'altra prospettiva, sulla sua handbike, grazie alla quale ha conquistato 4 ori olimpici e 2 argenti. Quella stessa bici che l'ha portato al secondo, gravissimo, stop, quel 19 giugno 2020 quando, durante una staffetta di beneficenza è rimasto coinvolto in un incidente a Pienza, in Toscana, perdendo il controllo del mezzo e scontrandosi con un camion. Gli interventi neurologico e maxillo-facciale urgenti a Siena, la convalescenza in terapia intensiva, poi i trasferimenti, dopo ulteriori tre operazioni, dapprima in un centro specializzato di Lecco e, a seguito di alcune complicazioni, all'Ospedale San Raffaele di Milano. Poi, a novembre dello scorso anno, l'ultimo trasferimento all'Azienda ospedaliera di Padova, dove a gennaio 2021 era arrivata la prima buona notizia dopo mesi di paura: Alex Zanardi ha riacquistato coscienza. La speranza che si è riaccesa, una luce in fondo al tunnel, l'ennesima vittoria di un campione infinito, capace di rialzarsi sempre, un modello di resilienza costante, quotidiana ma straordinaria, come di profonda umanità e voglia di lottare per gli altri prima che per se stesso. Come quando, nel 2017, aveva deciso di superare addirittura i suoi obiettivi: aveva infatti fondato l'associazione Obiettivo3 con la speranza di reclutare il maggior numero di atleti possibili e portarne almeno tre alle Paralimpiadi di Tokyo. Speranza che, nonostante l'incidente e il suo – momentaneo, ce lo auguriamo tutti – 'pit stop' era diventata realtà, superando le sue stesse aspettative con la qualificazione ai Giochi di quattro atleti. L'affetto e la vicinanza della moglie Daniela e del figlio Niccolò non sono mai mancati e adesso la sua famiglia, come tutta l'Italia, è pronta a riabbracciarlo. "Abbiamo aspettato a lungo che ciò accadesse e siamo molto felici che sia stato possibile ora, anche se in futuro ci saranno ancora dei soggiorni temporanei in cliniche speciali per effettuare misure di riabilitazione specifiche sul posto". Intanto però il calore della famiglia, del suo ambiente, saranno fondamentali per il recupero: "Dopo il lungo periodo in ospedale è importante per lui tornare dalla sua famiglia. Alex non ha incontrato amici e parte della famiglia per un anno e mezzo. Solo io, nostro figlio e sua madre potevamo fargli visita, ma sempre solo una persona al giorno e solo per un'ora e mezza. Tutto questo non ha contribuito a rendere la situazione più facile per lui – ha detto la moglie –. Aiuta quindi il fatto che ora sia a casa con noi, anche se attualmente può avere intorno solamente i familiari più stretti, dato che il numero di casi di Coronavirus sta aumentando di nuovo. Ma noi siamo con Alex tutto il giorno, lui è nel suo ambiente familiare e quindi può tornare un minimo alla normalità. Questo gli dà ulteriore forza". La donna, al fianco del campionissimo da 25 anni, ha voluto poi rivolgere un ringraziamento ai medici che si sono occupati del marito fino ad oggi: "Siamo molto grati al personale medico delle cliniche in cui è stato curato. I medici, il personale sanitario, i terapeuti e tutti coloro che sono coinvolti hanno fatto tanto per Alex e continuano ad accompagnarci nella sua riabilitazione. Nelle cliniche Alex è in ottime mani, ma la sua casa è ancora la sua casa". Un percorso di recupero tutt'altro che concluso, che si preannuncia ancora lungo e pieno di insidie, "Ma Alex dimostra ripetutamente di essere un vero combattente". Nonostante la riservatezza, in questi casi, sia necessaria, la moglie ha poi spiegato quali siano i diversi programmi di recupero che "Alex ha seguito in ospedale proseguiranno a casa. Durante la settimana, un terapeuta lavora con lui su esercizi fisici, neurologici e logopedici. Per quanto riguarda la sua condizione fisica, ci sono molti progressi. Guadagna sempre più forza nelle braccia, che è aumentata molto. Ed eccetto l'ospedale, dov'era per molto tempo a letto, Alex ora passa la maggior parte della giornata sulla sedia a rotelle con noi. Si riposa solo un po' nel pomeriggio, dopo pranzo". Anche per quanto riguarda la capacità di comunicare, nonostante in questi decenni lo stesso Zanardi ci abbia emozionato ancor prima che con le parole con i suoi stessi gesti e con quegli occhi vispi, sempre attenti, curiosi e eloquenti come pochi, Daniela puntualizza che "Può comunicare con noi, ma non è ancora in grado di parlare. A seguito del lungo coma, le corde vocali devono riprendere elasticità e sta seguendo delle terapie anche per questo". Dalle sue parole traspare il suo amore, che racchiude in sé l'affetto anche di tutti gli italiani che non hanno mai smesso di rivolgere un pensiero al loro campione speciale, a quell'uomo che ci ha resi tutti parte di un sogno fatto di sport, di forza di volontà, di rinascita. Quel sogno che parla della vita. E noi tutti ti auguriamo, Alex, che la tua vita possa tornare ad essere piena di gioia e tante soddisfazioni. Tutta l'Italia fa il tifo per te!
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