Iran, l’appello internazionale per liberare il rapper Toomaj Salehi condannato a morte

Due petizioni su Change.org hanno superato le 500mila firme: una lanciata da un collega tedesco, Jalil, l’altra da un’iraniana esule all’estero. Unanime la richiesta: “Mettiamo fine al regime crudele e corrotto, liberate gli innocenti”

7 maggio 2024
Toomaj Salehi

Toomaj Salehi

Una corsa contro il tempo a cui partecipano centinaia di migliaia di sostenitori da Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Russia e Turchia, per chiedere che il rapper iraniano Toomaj Salehi non venga ucciso.

Arrestato nel 2022 durante le proteste di piazza scaturite dopo la morte di Mahsa Amini e condannato a morte per aver criticato il regime attraverso la sua musica, l’artista 33enne dalla sua cella aveva fatto uscire anche una canzone diventata inno delle manifestazioni. La sua vita è ora appesa a un filo, per questo da settimane è partita una mobilitazione online per la sua liberazione, che coinvolge tantissime persone interessate alla sua causa. 

La campagna sulla piattaforma Change.org ha superato le 500mila firme attraverso due petizioni internazionali. La più recente è stata lanciata dal collega di Salehi, il rapper tedesco Jalil, seguito della sentenza che ha condannato l’iraniano alla pena capitale: in pochi giorni il suo appello ha raccolto circa 300mila firme.

“Come musicista sono profondamente colpito dal destino di Toomaj – si legge nella petizione – il cui unico ‘crimine’ è stato quello di criticare il regime con la sua musica e battersi per i diritti del popolo oppresso in Iran. Dopo la tragica morte di Jina Mahsa Amini, si è battuto per i diritti delle donne - sempre e solo attraverso la sua musica senza commettere reati o mettendo in pericolo le persone.

Questo non è solo un attacco a un individuo ma anche alla libertà di espressione e al diritto di manifestare. Nessuna persona dovrebbe essere punita con la morte perché parla contro le ingiustizie. La pena di morte è una forma estrema di punizione che è stata abolita in 106 Paesi nel mondo (fonte: Amnesty International). È ora che l’Iran ponga fine a questa pratica crudele”.

“La sua vita è in pericolo”: la prima raccolta firme, invece, era stata lanciata già a novembre 2022 da Azadeh Taghipour, cittadina iraniana all’estero, subito dopo l’arresto del musicista, raccogliendo oltre 200mila firme in diversi Paesi europei.

La petizione, avviata durante le proteste al grido di “Donna, vita, libertà” che hanno interessato tutto il Paese, chiedeva “il rilascio di Toomaj e di tutti i prigionieri politici e di protesta innocenti in Iran. Sicuramente – si legge nel testo – sarete venuti a conoscenza dell'attuale amara situazione in Iran attraverso i media. Come iraniani all'estero, siamo obbligati a organizzare questa petizione” per chiedere la libertà per Toomaj e “la solidarietà internazionale di tutte le autorità per i diritti umani nel mondo per fermare questo regime corrotto”.