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Circa una persona su sei, nel mondo, è affetta da infertilità. A rivelarlo sono le ultime stime dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo un nuovo rapporto pubblicato il 4 aprile: nel corso della vita il problema colpisce circa il 17,5% della popolazione mondiale adulta e c'è quindi la "necessità urgente" di accrescere l'accesso a cure adeguate, a prezzi accessibili e di alta qualità, per coloro che ne hanno bisogno.
Partendo dall'analisi dei dati raccolti in precedenti studi, dal 1990 al 2021, le nuove stime vanno invece a fornire informazioni sulla prevalenza del fenomeno, che varia poco da regione a regione. Non c'entra, quindi, il reddito medio nazionale: che sia alto, medio e basso poco importa, i dati indicano che si tratta di "un importante problema di salute in tutti i Paesi e in tutte le regioni del mondo". Volendo comunque stilare una sorta di graduatoria, la maggioranza di persone infertili è stimata al 17,8% negli Stati ad alto reddito e al 16,5% in quelli a basso e medio reddito. Ecco spiegata quindi la dichiarazione di Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms, secondo cui "Il rapporto indica un fatto importante: l'infertilità non discrimina". "L'enorme percentuale di persone colpite mostra la necessità di ampliare l'accesso alle cure per la fertilità - spiega - e di garantire che questo problema non sia più messo da parte nella ricerca e nella politica sanitaria, in modo che siano disponibili modi sicuri, efficaci e convenienti per ottenere la genitorialità per coloro che lo desiderano".
Nella maggior parte dei Paesi, i trattamenti per la fertilità sono in gran parte pagati direttamente dai pazienti e spesso comportano spese esorbitanti. Le persone nei paesi più poveri spendono una percentuale maggiore del loro reddito in cure per la fertilità rispetto alle persone nei paesi più ricchi. I costi elevati spesso impediscono alle persone di accedere ai trattamenti per l'infertilità o possono spingerle verso la povertà, afferma l'Oms. Il rapporto evidenzia anche una persistente mancanza di dati in molti paesi e in alcune regioni. L'Oms chiede quindi che siano disponibili a livello nazionale più dati sull'infertilità, disaggregati per età e cause: comprendere l'entità dell'infertilità è infatti "fondamentale per lo sviluppo di interventi appropriati, per monitorare l'accesso a cure per la fertilità di qualità e per mitigare i fattori di rischio e le conseguenze dell'infertilità".
L'infertilità non discrimina
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Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
Infertilità: effetti e cure
L'Organizzazione Mondiale della Sanità considera l'infertilità una malattia del sistema riproduttivo maschile o femminile, definita come l'incapacità di ottenere una gravidanza dopo 12/24 mesi di regolari rapporti sessuali mirati non protetti. L'infertilità in Italia riguarda circa il 15% delle coppie mentre, nel mondo, circa il 10-12%. Cosa può causare infertilità? Il fumo, l'obesità o l'eccessiva magrezza, diverse sostanze ambientali, come i derivati delle plastiche e degli idrocarburi, la sedentarietà e perfino l'eccessiva attività fisica sono alcuni tra i principali fattori di rischio modificabili, capaci di influenzare la salute sessuale e riproduttiva di un individuo. Oltre all'incapacità di avere figli, l'infertilità può portare a gravi disagi, stigma e difficoltà finanziarie, influenzando il benessere mentale e psicosociale delle persone colpite. Nonostante l'entità del problema, le soluzioni per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento dell'infertilità, comprese le tecnologie di riproduzione assistita come la fecondazione in vitro, rimangono sotto finanziate e spesso inaccessibili a molti a causa dei costi elevati, dello stigma sociale e della disponibilità limitata, sottolinea l'agenzia specializzata dell'Onu.![](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2023/04/oms.jpg)
Il logo dell'Oms (Ansa)