“Mi hanno chiesto di spogliarmi, di togliermi le mutande e di fare tre squat per ‘dei controlli’, a detta loro”. Inizia così la testimonianza pubblicata online da Extinction Rebellion Italia, Palestina Libera e Ultima Generazione. “Questo trattamento è stato riservato solo a delle persone femminilizzate, ai maschi non è stato chiesto di spogliarsi, di togliersi i vestiti. Siamo qua alla Questura di Brescia, ci hanno iniziato a portare dalle 8 e mezza alle 10 circa. Sono stato dentro quasi 7 ore, stiamo aspettando che le altre persone escano e siamo qua in presidio solidale ad attenderle”. Seguono poi le riprese dei poliziotti che forzano i manifestanti a salire sulle volanti, senza comunicar loro la destinazione.
Il fatto
Nella mattinata di ieri, lunedì 13 gennaio, Extinction Rebellion, movimento internazionale di tutela ambientale che adopera tramite la disobbedienza civile nonviolenta, Palestina Libera e Ultima Generazione hanno bloccato l’ingresso della Leonardo s.p.a., società attiva nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza, a Brescia. I manifestanti si sono seduti o sdraiati a terra in un flash mob pacifico, chiedendo uno stop agli armamenti e una riconversione della produzione delle aziende militari per la fine degli scontri in Palestina e per il peso impattante che il settore bellico ha sulla crisi climatica.
Le forze dell'ordine sono immediatamente intervenute e hanno portato i 23 partecipanti alla manifestazione in questura, dove sono rimasti in stato di fermo per ben 7 ore nonostante avessero fornito i documenti. Risale a ieri sera la pubblicazione del video - poi diventato virale - dove viene raccontato l'aberrante e molesto trattamento che le ragazze hanno dovuto subire da parte delle autorità.
La denuncia di Extinction Rebellion: "Giornata piena di abusi in divisa"
"Appendiamo con dolore che molte delle persone socialmente identificate come donne sono state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe, trattamento non riservato invece alle persone di sesso maschile. Tutte le persone sono state denunciate arbitrariamente per reati pretestuosi e altre espulse da Brescia con dei fogli di via obbligatori (ben 17 partecipanti non potranno tornare nella città lombarda dai sei ai diciotto mesi, ndr). Sì, la solita misura di prevenzione del codice antimafia che viene illegittimamente notificata dai questori di tutta Italia sotto ordine diretto del Ministero dell’Interno", si legge nel post di Extinction Rebellion che denuncia quanto accaduto.
"Si conclude così una giornata piena di abusi in divisa che apre una nuova ferita nella gestione del pubblico dissenso in questo Paese", continua. "Abusi che raccontano, ancora una volta, che contestare le politiche genocide ed ecocide della Leonardo - la principale azienda bellica partecipata dallo stato italiano - non è assolutamente consentito. Chiederemo giustizia, anche questa volta, affinché il diritto al dissenso venga difeso, onorato e protetto. Ripetiamolo insieme: sorella, non sei sola!".
Grimaldi (AVS): "Depositata un'interrogazione parlamentare"
Ed è sempre via social che Marco Grimaldi, vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, ha fatto sapere di aver depositato un’interrogazione parlamentare: “Quanto denunciato da Extinction Rebellion, Palestina Libera e Ultima Generazione dopo la loro manifestazione pacifica davanti ai cancelli dello stabilimento di Leonardo Spa a Brescia è molto grave. Gli agenti della Questura di Brescia spieghino come mai hanno sottoposto a 7 ore di fermo persone che avevano fornito i documenti e quindi non dovevano essere trattenute in base all’articolo 349 del codice di procedura penale”, scrive Grimaldi su Instagram.
"Ma, soprattutto, spieghino perché donne e ragazze sarebbero state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe. Di questi abusi, soprattutto dopo il G8 di Genova del 2001, ne abbiamo abbastanza. Come ne abbiamo abbastanza delle denunce arbitrarie, che regolarmente cadono davanti al pm, e dei fogli di via elargiti a chiunque manifesti".
La replica della Questura di Brescia
"La questura ha svolto le proprie attività di indagine e d'ufficio secondo le modalità consone del rispetto dei diritti e delle dignità delle persone", si legge in una nota della Questura di Brescia riportata dall'Ansa. "Non si risponde alle provocazioni emerse da un un video e da un comunicato diffuso alla stampa in cui si descrivono atteggiamenti che non appartengono alla Questura di Brescia e ai suoi operatori di polizia. Le modalità con cui si svolgono le perquisizioni sono quelle consone alle attività istituzionali di polizia, dunque questi uffici non sono tenuti a rispondere di alcunché. Il rispetto dei diritti delle persone è sempre stato mantenuto in qualunque momento. Tutto quanto è stato fatto è raccolto da precisi verbali redatti dagli uffici. La linea di questa questura è che sul tema quindi non si risponde", viene spiegato.