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Home » Attualità » Angelina Jolie apre un profilo Instagram per diffondere le storie delle donne afghane e pubblica la prima lettera

Angelina Jolie apre un profilo Instagram per diffondere le storie delle donne afghane e pubblica la prima lettera

Prima che i Talebani prendessero il potere “andavamo a lavorare, a scuola. Avevamo dei diritti ed eravamo in grado di difenderli”, scrive la studentessa. E la star assicura: “Non mi allontanerò. Continuerò a cercare modi per aiutare. E spero che ti unirai a me”.

Sofia Francioni
23 Agosto 2021
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“In questo momento il popolo afghano sta perdendo la capacità di comunicare sui social media e di esprimersi liberamente. Sono venuta qui per condividere le loro storie e le voci di coloro che in tutto il mondo stanno lottando per i loro diritti umani fondamentali”. È aperto da 48 ore e il profilo Instagram dell’attrice, regista e attivista statunitense Angelina Jolie (@angelinajolie), finora assente dalle scene di Instagram, ha già 7 milioni di follower. Il suo primo post è una lettera che le è stata inviata da una ragazza adolescente che vive in Afghanistan, scritta a mano su un foglio a righe. La Jolie la fotografa e la pubblica, oscurando il nome di chi l’ha scritta, la sua città di provenienza e altri dettagli che potrebbero farla riconoscere, probabilmente per proteggerla. “Ero al confine con l’Afghanistan nelle due settimane prima dell’11 settembre 2001, dove ho incontrato rifugiati afghani fuggiti dai talebani. Questo è stato vent’anni fa. È disgustoso assistere ancora una volta allo sfollamento degli afghani per la paura e l’incertezza che hanno attanagliato il loro paese. Spendere così tanto tempo e denaro, avere sangue versato e vite perse solo per arrivare a questo, è un fallimento quasi impossibile da capire”, scrive l’attrice puntando il dito contro gli Usa. “Anche guardare per decenni come i rifugiati afghani, alcune delle persone più capaci del mondo, vengono trattati come un peso è disgustoso. Come lo è incontrare così tante donne e ragazze che non solo volevano un’istruzione, ma combattevano per essa”. Una di queste è l’autrice della lettera, che l’attrice ha ricevuto: 

Prima che i Talebani prendessero il potere “andavamo a lavorare, a scuola. Avevamo dei diritti ed eravamo in grado di difenderli”, scrive la studentessa con una penna a inchiostro blu. “Ma da quando sono arrivati noi abbiamo paura e pensiamo che tutti i nostri sogni siano perduti. Studiare e lavorare, adesso, sembrano dei miraggi. Eppure alcuni dicono che i talebani sono cambiati, ma il loro passato parla per loro”. La ragazza nella lettera racconta che l’arrivo dei Talebani ha portato nel paese “un’aria nera” che incombe “sulle nostre vite”. “Andavo a scuola tranquillamente”, ma adesso “non posso più farlo. Penso che il mio corso sarà chiuso. Forse – conclude – torneremo indietro di 20 anni, e a quel punto non avremo più diritti, le vite di tutti noi sprofonderanno nel buio, perderemo la nostra libertà e saremo di nuovo prigioniere”. Rivolgendosi ai lettori del suo profilo, la Jolie lancia un appello: “Come altri che si stanno impegnando, non mi allontanerò. Continuerò a cercare modi per aiutare. E spero che ti unirai a me”.

 

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  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
“In questo momento il popolo afghano sta perdendo la capacità di comunicare sui social media e di esprimersi liberamente. Sono venuta qui per condividere le loro storie e le voci di coloro che in tutto il mondo stanno lottando per i loro diritti umani fondamentali”. È aperto da 48 ore e il profilo Instagram dell’attrice, regista e attivista statunitense Angelina Jolie (@angelinajolie), finora assente dalle scene di Instagram, ha già 7 milioni di follower. Il suo primo post è una lettera che le è stata inviata da una ragazza adolescente che vive in Afghanistan, scritta a mano su un foglio a righe. La Jolie la fotografa e la pubblica, oscurando il nome di chi l’ha scritta, la sua città di provenienza e altri dettagli che potrebbero farla riconoscere, probabilmente per proteggerla. “Ero al confine con l'Afghanistan nelle due settimane prima dell'11 settembre 2001, dove ho incontrato rifugiati afghani fuggiti dai talebani. Questo è stato vent'anni fa. È disgustoso assistere ancora una volta allo sfollamento degli afghani per la paura e l'incertezza che hanno attanagliato il loro paese. Spendere così tanto tempo e denaro, avere sangue versato e vite perse solo per arrivare a questo, è un fallimento quasi impossibile da capire”, scrive l’attrice puntando il dito contro gli Usa. “Anche guardare per decenni come i rifugiati afghani, alcune delle persone più capaci del mondo, vengono trattati come un peso è disgustoso. Come lo è incontrare così tante donne e ragazze che non solo volevano un'istruzione, ma combattevano per essa”. Una di queste è l’autrice della lettera, che l’attrice ha ricevuto:  Prima che i Talebani prendessero il potere “andavamo a lavorare, a scuola. Avevamo dei diritti ed eravamo in grado di difenderli”, scrive la studentessa con una penna a inchiostro blu. “Ma da quando sono arrivati noi abbiamo paura e pensiamo che tutti i nostri sogni siano perduti. Studiare e lavorare, adesso, sembrano dei miraggi. Eppure alcuni dicono che i talebani sono cambiati, ma il loro passato parla per loro”. La ragazza nella lettera racconta che l’arrivo dei Talebani ha portato nel paese “un’aria nera” che incombe “sulle nostre vite”. “Andavo a scuola tranquillamente”, ma adesso “non posso più farlo. Penso che il mio corso sarà chiuso. Forse – conclude – torneremo indietro di 20 anni, e a quel punto non avremo più diritti, le vite di tutti noi sprofonderanno nel buio, perderemo la nostra libertà e saremo di nuovo prigioniere”. Rivolgendosi ai lettori del suo profilo, la Jolie lancia un appello: “Come altri che si stanno impegnando, non mi allontanerò. Continuerò a cercare modi per aiutare. E spero che ti unirai a me”.  
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