Armita Garawand è cerebralmente morta: la 16enne era stata aggredita in metro

La ragazza iraniana era stata colpita dalle agenti donna della polizia morale perché non indossava correttamente il velo, finendo in coma. Era ricoverata da 3 settimane in rianimazione

di MARIANNA GRAZI
23 ottobre 2023
IRAN. 16ENNE IN COMA, LE ONG: PICCHIATA PERCH

IRAN. 16ENNE IN COMA, LE ONG: PICCHIATA PERCH

Armita Garawand è stata dichiarata in stato di "morte cerebrale". La ragazza di 16 anni ricoverata in rianimazione da quasi 3 settimane dopo essere stata aggredita da agenti donna della polizia a Teheran, pur fisicamente ancora viva, non ha più possibilità di risvegliarsi dal coma: lo riferiscono i media iraniani. Secondo le informazioni che filtrano dall'ospedale Fajr di Teheran, dove è ricoverata, la giovane è in coma irreversibile Sembra inoltre che il regime iraniano stia facendo di tutto per tenere in vita la ragazza, in modo da evitare proteste come quelle esplose in seguito alla morte di Mahsa Amini, anch'essa finita nel mirino della polizia morale per non aver indossato l'hijab nel modo considerato corretto.
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L'immagine della ragazza ricoverata all'ospedale di Teheran in rianimazione (Hengaw)

Incidente o aggressione?

La vicenda della giovane iraniana era stata rivelata lo scorso 3 ottobre dall'organizzazione di difesa dei diritti dei curdi Hengaw, che ha accusato le agenti di averla colpita duramente perché non rispettava le rigide norme religiose sull'abbigliamento femminile. La ragazza era infatti in compagnia di amici e, secondo alcune testimonianze, mentre era a bordo della metropolitana non indossava il velo. Una chiara violazione della legge che impone alle cittadine di coprire il capo nei luoghi pubblici.  Ma come per il caso di Amini, anche per l'adolescente non ci sono certezze su come sia finita in ospedale. In un video una donna afferma di averla "uccisa" perché "se lo meritava". Le autorità, come riportato dall'agenzia Irna, dicono invece che la ragazza sia stata vittima di un incidente. La versione dei media statali è che la giovane abbia avuto un calo di pressione che l'avrebbe fatta sbattere contro un lato della carrozza del treno. I suoi genitori sostengono questa versione, temendo rappresaglie da parte del regime se ne avessero fornito una diversa. La 16enne viveva a Teheran con la famiglia ma era originaria di Kermanshah, una città a circa 500 chilometri dalla capitale iraniana, nell'Iran occidentale a maggioranza curda. Ai familiari sono stati sequestrati immediatamente i cellulari dalle forze di sicurezza e la mamma della 16enne era stata arrestata fuori dall'ospedale dove aveva cercato di entrare per far visita alla figlia.

La conferma della morte cerebrale

In seguito alla pubblicazione di un rapporto su Armita Garavand, la sua famiglia ha comunque confermato indirettamente la notizia della morte cerebrale durante un'intervista con Hengaw. Domenica 22 ottobre 2023, il padre dell'adolescente, Bahman Garavand, ha dichiarato: "Il team medico di Armita ci ha informato che il suo cervello non funziona più e non c'è speranza di recupero".
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I genitori di Armita hanno appoggiato la versione ufficiale delle autorità, sull'incidente, ma hanno anche indirettamente confermato la morte cerebrale della figlia

Pur non usando esplicitamente il termine "morte cerebrale", l'uomo ha indicato che le sue condizioni fisiche sono rimaste invariate dal momento del ricovero e gli esperti medici hanno espresso pessimismo sulla sua guarigione. L'agenzia di stampa Tasnim, legata all'IRGC, ha pubblicato un rapporto intitolato "Conferma della morte cerebrale di Armita Garavand". Il rapporto non offre dettagli specifici sugli ultimi 21 giorni, ma ribadisce le affermazioni secondo cui non sarebbe stata sottoposta a maltrattamenti fisici da parte delle autorità. Come scrive Hengaw, la 16enne non è stata sottoposta ad alcun intervento chirurgico dal suo primo ricovero a causa del deterioramento delle sue condizioni. Questo incidente torna ad accendere le preoccupazioni internazionali per i diritti umani. L'inosservanza delle norme sull'hijab obbligatorio ha provocato inequivocabili danni fisici ad Armita, costituendo una violazione dei suoi diritti fondamentali.