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Case in affitto, per un migrante è più difficile: “Razzismo immobiliare contro integrazione”

il 20% dei migranti in cerca di una casa si vede chiudere la porta in faccia. Secondo Refugees Welcome Italia i motivi sono “i pregiudizi legati alla paura verso ciò che non si conosce”. L’associazione si occupa di monitorare e mediare con i proprietari degli alloggi

19 marzo 2024

Cercare casa in affitto è già difficile di per sé: prezzi alle stelle, spazi piccoli e condizioni pessime, garanzie e pretese dei locatari sempre più difficili da accontentare. Se poi a cercarla è una persona straniera, la cosa si complica ulteriormente. Quando i migranti non vengono costipati in spazi angusti, fatti vivere in dieci (se va bene) in case al massimo per tre persone – perché ammettiamolo, accade spesso – con il minimo indispensabile e non sempre, vengono congedati con una porta chiusa in faccia. E addio integrazione. 

I dati

“Secondo un recente sondaggio, circa il 20% delle persone con background migratorio che cercano casa in affitto è vittima di episodi di discriminazione. Mentre ci sono più di 10 milioni di case sfitte. La domanda cresce, l'offerta diminuisce. E per chi è percepito come diverso diventa quasi nulla. Raccogliamo quotidianamente testimonianze di discriminazioni dalle persone che seguiamo nei nostri progetti di accoglienza e mentoring. Un contratto di lavoro a tempo indeterminato e delle ottime referenze non sono sufficienti a convincere proprietari e agenzie immobiliari ad affittare a persone straniere, mentre stereotipi e pregiudizi sbarrano la strada all'accesso alla casa”.

A denunciarlo è l'associazione Refugees Welcome Italia che parla di "razzismo immobiliare che ostacola l'integrazione” alla vigilia della Giornata Internazionale contro il razzismo.

“Il problema è strutturale - afferma Fabiana Musicco, direttrice di Refugees Welcome Italia - ma per chi non è italiano è amplificato. Il rischio che si corre è quello di negare, a persone con una certa stabilità economica, di continuare il loro percorso di inclusione, che non è possibile senza una abitazione dignitosa. Le motivazioni con le quali agenzie e proprietari immobiliari giustificano il non voler affittare case a persone con background migratorio sono sempre le stesse: pregiudizi legati alla paura verso ciò che non si conosce. E per questo che cerchiamo, come associazione, di svolgere un ruolo di mediazione con i proprietari degli alloggi. È un problema che va affrontato a livello culturale, sensibilizzando e promuovendo la conoscenza reciproca, e politico, rivedendo le politiche dell'abitare”.

L’impegno di Refugees Welcome

L'associazione propone di sensibilizzare i proprietari di casa e le agenzie immobiliari circa le discriminazioni multiple verso le persone straniere, monitorare e sanzionare forme di discriminazione rispetto all'abitare, ripensare le politiche abitative e il sistema di garanzie a tutela delle persone in condizioni economiche precarie, promuovere un accompagnamento sociale del conduttore e del locatore, pianificare nuove strategie per la messa a disposizione degli alloggi sfitti.