Roma, 18 marzo 2024 - Non accenna a placarsi il polverone sollevato sul caso Acerbi-Juan Jesus. Un presunto episodio di razzismo nella giornata contro il razzismo, che ora si scontra con la smentita secca del difensore della nazionale. “Quelle frasi dalla mia bocca non sono mai uscite”, dice Acerbi lasciando il ritiro azzurro. ”È l'unica cosa che posso dire. Io so che non ho mai detto frasi razziste, Sono 20 anni che gioco a calcio e so quello che dico. Sono tranquillo”, aggiunge. Ma il labiale di Juan Jesus, mentre parlava ieri sera con l’arbitro durante Inter-Napoli, pareva eloquente nel tracciare uno scenario diverso. Ricostruiamo l’accaduto mettendo in ordine fatti e dichiarazioni.
Il diverbio
Già in presa diretta, durante la partita, si era capito che qualcosa non andava tra il difensore del Napoli e quello dell’Inter. Il brasialiano si era infatti recato a parlare con l’arbitro La Penna prima di un corner a favore dei partenopei, un lungo conciliabolo di cui in un primo momento non si erano compresi i motivi. Il tono cordiale di La Penna lasciava presagire che Juan Jesus avesse espresso una lamentela mirata, poi si è avvicinato proprio Acerbi, quasi come a chiedere scusa, e infine anche Dimarco che ha colloquiato con l’avversario mettendosi la mano davanti alla bocca, cercando di calmarlo.
Le accuse di Juan Jesus
Ma è stato dal replay successivo che si sono capite cose in più dell’accaduto. Pare infatti dal labiale che Juan Jesus abbia accusato Acerbi di averlo chiamato ‘negro’, indicando a La Penna proprio il patch inserito in questa giornata sulle maglie della Serie A per contrastare il razzismo. ‘Keep Racism Out’ è il claim utilizzato dalla Serie A per combattere ogni forma di discriminazione e proprio quello indicava Juan Jesus ieri sera all’arbitro.
L’accusa, dal labiale, è apparsa chiara e proprio Juan Jesus ne ha parlato anche a fine partita, cercando di smorzare i toni e non acuire la polemica: “Quello che succede in campo rimane in campo, Acerbi è andato oltre con le parole ma si è scusato - il commento del difensore del Napoli - Lui è un bravo ragazzo, ha chiesto scusa e ci siamo abbracciati. In campo può succedere di dire di tutto, ma ha visto di essere andato oltre. Spero non ricapiti più”.
Insomma, non una bella immagine proprio nella giornata dedicata al contrasto di ogni forma di razzismo e, anche se il caso per Juan Jesus è chiuso, potrebbe non essere così per la procura federale. L’episodio può diventare oggetto di una indagine da parte dei procuratori Figc, con il rischio anche di una multa e di una squalifica per il difensore dell’Inter.
Bisognerà capire se le indagini prenderanno in esame solo i video ripresi in diretta o se si deciderà di ascoltare come testimoni anche i giocatori.
Acerbi torna a casa dal ritiro
Intanto, la prima conseguenza arriva per la nazionale: Acerbi non parte con Spalletti e compagni per la tournee negli Usa, dove sono previste due amichevoli. Una decisione presa proprio a seguito dell’episodio con Juan Jesus.
Acerbi ha chiarito al Ct, Luciano Spalletti, e ai compagni di non aver avuto alcun intento discriminatorio, ma si è scelto comunque di non farlo restare “per la necessaria serenità della nazionale e dello stesso giocatore”. L’Inter ha annunciato che intende aprire un confronto con il giocatore a seguito del comunicato con cui la Figc lo ha escluso dalla tournée.
Il tweet del Napoli
ll Napoli ha pubblicato un tweet dal suo account ufficiale contro il razzismo. “Da Napoli al mondo, gridatelo ad alta voce: no al razzismo”, questo il testo del tweet che ha un video con i calciatori del Napoli inquadrati in primo piano che dicono frasi nella loro lingua contro il razzismo.
L’agente di Acerbi
"Credo che abbia risposto Juan Jesus a fine partita che non si è trattato di un insulto o di un'offesa razzista, anche perché è stata riportata male. Lui quella frase comunque non l'ha detta”. Lo ha affermato Federico Pastorello, agente tra gli altri di Francesco Acerbi, intervenendo sul caso. “Credo a quanto mi ha detto Francesco, che è un ragazzo di grande moralità. Si sono chiariti tra di loro i due giocatori, anche se sono quelle cose che bisogna controllare al giorno d'oggi e punite se si ravvisano però i termini per farlo - ha aggiunto Pastorello, intervistato da Radio Sportiva -. Ripeto, da quel che mi dice Acerbi è stato un diverbio in campo ma senza usare un'espressione o una frase razzista: è stato uno scontro di gioco, poi magari c'è stata una parola al posto di un l'altra, ma la parola 'negro’ non è stata usata, tanto per essere chiari”.
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