Maltratta la nonna invalida. Nipote assume droga, lei chiusa in una stanza

Odissea per l’anziana, residente in Valdelsa (Siena) e adesso scomparsa. Stesso trattamento sarebbe stato riservato al marito di quest’ultima

di LAURA VALDESI
18 dicembre 2024
DIPENDENTE CONDANNATO PER PECULATO_ IL TRIBUNALE DA RAGIONE AL C

Si è aperto il processo per maltrattamenti: imputato un giovane che aveva reso infernale la vita della nonna con cui viveva

Siena, 18 dicembre 2024 – Una convivenza infernale. La casa, invece di un luogo dove riposarsi e rilassarsi, era diventata il posto in cui il giovane portava gli amici e compiva eccessi. Uno dietro l’altro. Complice l’uso di stupefacenti da cui il ragazzo era dipendente. Senza rendersi conto che con il suo comportamento commetteva un reato, quello di maltrattamenti.

Così almeno sostiene il pubblico ministero Silvia Benetti che, seguito il caso del 27enne originario di Poggibonsi nell’ottobre 2023 quando era finito in carcere, ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio. Ieri si è aperto il processo per maltrattamenti davanti al collegio Frangini. Ma c’è stata solo l’ammissione delle prove, prima di entrare nel vivo della vicenda a gennaio quando saranno ascoltati i testi del pubblico ministero. L’uomo è difeso dall’avvocato Manfredi Biotti anche se ieri in aula c’era la collega Elisabetta Carloni. Non ci sono parti civili.

Il giovane era già stato condannato nel 2019, con sentenza passata in giudicato. Come se nulla fosse accaduto: era dipendente dalle sostanze stupefacenti. Anche a causa di ciò la nonna materna e il marito di quest’ultima non avevano pace. Sebbene l’anziana fosse invalida al 100% il nipote l’avrebbe minacciata e offesa, anche aggredita. Un comportamento oltre il limite della sopportazione, che rendeva un inferno la vita delle parti offese.

I due, visto che il ragazzo viveva nella stessa abitazione a Colle, erano costretti infatti a tollerare, volenti o nolenti, la presenza di sconosciuti dentro casa. Persone con cui il ragazzo, sia durante il giorno che nella notte, consumava droga oppure beveva alcolici. Di qui lo stato di alterazione a seguito del quale i nonni si chiudevano dentro la loro stanza per essere certi di non dover subire eventuali eccessi o reazioni smodate del nipote. Ciò aveva lasciato segni profondi sullo stato psicologico della donna, invalida al 100% e successivamente deceduta, ma non a causa di questa vicenda. Una situazione di disagio terribile. Quella non era più vita.