Main Partner

main partnermain partnermain partner

Partner

main partner

Linguaggio non sessista in atti e documenti, il passo in avanti del Comune di Empoli

Pubblicata la delibera con le linee guida, l’assessora Torrini: “Un contributo alla creazione di nuove abitudini linguistiche, ma anche essere di stimolo per la cittadinanza”

27 marzo 2024
Linguaggio inclusivo (foto di repertorio)

Linguaggio inclusivo (foto di repertorio)

Le parole sono importanti. Non smetteremo mai di dirlo, nonostante i più biechi tentativi di banalizzare il loro ruolo. Le parole rispecchiano ciò che siamo e la società in cui viviamo. Dare il nome a qualcosa significa in qualche modo riconoscere la sua esistenza. Così come, una scelta accurata delle parole è dimostrazione di rispetto e di cura nei confronti del prossimo. 

Da qui, l’importanza di utilizzare un linguaggio non sessista e non discriminatorio in tutti gli atti e nei documenti amministrativi. Il Comune di Empoli lo ha fatto, approvando una delibera per attivare un percorso di revisione del linguaggio nella modulistica, negli atti emanati dall’Ente come i testi relativi alle comunicazioni interne ed esterne, i contenuti veicolati sui canali social ufficiali, il sito internet, il tutto preceduto da una fase di formazione del personale dipendente sull’uso del genere nel linguaggio amministrativo. L’obiettivo è il superamento dei retaggi culturali ancora oggi maschiocentrico. Come mezzo verrà usato un linguaggio che da un lato ha un carattere neutro, dove le espressioni non sono discriminatorie tra i sessi e dall’altro, declinazioni al femminile di alcuni termini riferiti a professioni e ruoli, fino ad oggi riservati al genere maschile.

L’assessora: “Battaglia culturale complessa”

Per farlo, il Comune di Empoli ha scelto di adottare delle ‘linee guida’. "Il linguaggio è uno strumento di azione politica indispensabile per il raggiungimento delle pari opportunità tra uomo e donna, dal quale non possiamo prescindere - sottolinea l’assessora alle Pari Opportunità del Comune di Empoli, Valentina Torrini -. È con le parole che si raccontano le persone e i fatti accaduti, che si rende visibile la presenza delle donne nel mondo del lavoro e in ogni ambito della vita sociale, politica e economica del Paese. Se noi utilizziamo un linguaggio al maschile e quindi, ad esempio, le parole ministro, avvocato, notaio, chi ci ascolta si immagina una società in cui questi ruoli sono ricoperti da uomini.

Utilizzare invece un linguaggio che rappresenta tutti i generi, le donne e gli uomini, significa raccontare alle bambine e ai bambini un mondo giusto in cui tutte e tutti, a prescindere dal genere, possono e potranno ricoprire ogni ruolo, significa consentire alle bambine di immaginarsi ministra, notaia, avvocata, dottora e perseguire questo desiderio.

Quella sul linguaggio è una battaglia che costruisce futuro, un futuro giusto. È una partita che ha bisogno del contributo prima di tutto delle istituzioni, a partire dal Comune, che è l'ente più vicino alle persone e che quindi ha la responsabilità di dare il buon esempio. Sappiamo che quella sul linguaggio è una battaglia culturale complessa e che non è sufficiente un atto di volontà, perché la cultura maschilista in cui viviamo ha portato all'utilizzo generalizzato della forma maschile per tutte e tutti. Con questa delibera, però, la giunta e la sindaca Brenda Barnini vogliono attivare un percorso e dare così un contributo alla creazione di nuove abitudini linguistiche, ma anche essere di stimolo per la cittadinanza, le aziende, il terzo settore e chiunque voglia camminare con noi e perseguire questo obiettivo e dare così un contributo concreto al raggiungimento delle pari opportunità tra i generi”.