L’overtourism è un problema. A Venezia scatta il ticket, la sindaca di Castiglione della Pescaia: “Più servizi tutto l’anno”

Da Caorle, i rappresentanti delle più importanti spiagge d’Italia hanno chiesto l’approvazione della legge per il riconoscimento dello status di comunità marine: il turismo di massa mette a rischio l’esperienza di vacanzieri e residenti

di MARGHERITA A
27 aprile 2024
Castiglione della Pescaia

Castiglione della Pescaia

Non solo Canarie. Con i suoi ottomila chilometri di costa, anche l’Italia è costretta a fare i conti con il turismo di massa e le più grandi località marittime sembrano essere decise a non mollare la presa fino a che il governo non imboccherà la strada della sostenibilità dell’incoming. Nell’ambito del G20 delle spiagge italiane, riunitosi dal 17 al 19 aprile a Caorle, i rappresentanti delle maggiori comunità marine dello Stivale hanno mostrato i muscoli, partendo da un presupposto chiaro e inconfutabile: il turismo è un bene comune e non si tocca.

Lo status di comunità marine

Castiglione della Pescaia
Castiglione della Pescaia

Quella turistica è una leva che vale il 14% del PIL italiano. Un valore da difendere ma, a detta delle comunità marine, da rivedere nella forma e nella sostanza, a partire dall’approvazione della legge sul riconoscimento dello status di comunità marine, una norma che ha come obiettivo la messa a disposizione di risorse e strumenti attraverso cui riuscire a gestire al meglio le località di vacanza e competere davvero con il mercato turistico internazionale.

In altre parole, nell’opinione di chi le località balneari le vive tutti i giorni, serve prendere una posizione drastica per far fronte a una pressione antropica estiva ormai del tutto fuori controllo e potenzialmente rischiosa per le comunità stesse. Un effetto “a fisarmonica” che, in un lasso di tempo ristrettissimo, vede interi territori costieri letteralmente assediati da vacanzieri – talvolta non pienamente soddisfatti dei servizi offerti – e che costringe cittadine e cittadini a fare qualche passo indietro “per il bene dell’economia”. Un sacrificio che i territori vista mare sembrano non essere più disposti a fare, guardando con determinazione verso la strada di un sostanziale equilibrio tra residenti e ospiti.

“Vogliamo offrire servizi ai turisti ma anche ai residenti tutto l’anno”

Tra i Comuni che fanno parte del G20 delle spiagge c’è anche Castiglione della Pescaia, località balneare della provincia di Grosseto. Della necessità di regolamentare il flusso dei turisti e di una norma capace di garantire la vivibilità dei luoghi di vacanza ne abbiamo parlato con la prima cittadina, Elena Nappi.

La sindaca di Catiglione della Pescaia Elena Nappi
La sindaca di Catiglione della Pescaia Elena Nappi

“Quello che amministro – ha spiegato – è un territorio bellissimo, oltre a essere uno dei più frequentati della Toscana e d’Italia. Purtroppo, i servizi che possiamo erogare a turisti e residenti non sono tra loro uguali nei diversi periodi dell’anno. L’estate ci mette di difficoltà, è inutile negarlo. Pur essendo estremamente orgogliosi del fatto che in tante e tanti ogni anno ci scelgano per le vacanze, siamo consapevoli che decuplicare il numero delle persone presenti nel Comune è un fenomeno complesso da gestire”.

Nell’opinione della sindaca, è urgente e non più rimandabile l’individuazione di strumenti attraverso cui porre rimedio a un flusso turistico sproporzionato rispetto ai servizi che, al momento, le località balneari possono offrire. “Con il G20 delle spiagge, da tempo lavoriamo su questo fronte – ha spiegato – e oggi chiediamo al Parlamento di fare in modo che la legge sullo status delle comunità marine possa finalmente vedere la luce, affinché i nostri territori riescano a contare su servizi ottimi durante tutto l’anno sia per i residenti che per i turisti”.

Venezia corre ai ripari: scatta il bisglietto per entrare 

Anche dall’Italia, dunque, si fa sentire forte e chiaro il grido d’allarme nei confronti di un turismo di massa che, oltre a mettere in difficoltà i territori, minaccia l’ambiente e di certo non valorizza il patrimonio naturale, culturale e storico delle destinazioni. Un percorso più istituzionalizzato rispetto a quello di piazza delle Canarie che, però, guarda nella medesima direzione: i turisti (e i residenti) hanno diritto – in ogni periodo dell'anno – di vivere al meglio l’esperienza della vacanza.

Venezia a pagamento, ticket di cinque euro per visitarla il 25 aprile
Venezia a pagamento, ticket di cinque euro per visitarla il 25 aprile

Uno sguardo sul turismo che fa il paio con l’entrata in vigore del Venice Pass, il ticket d'ingresso per visitare Venezia. Dal 25 aprile, e per 30 giorni in via sperimentale, per accedere alla città lagunare si pagheranno 5 euro. Una tassa che dovrà essere corrisposta da ogni persona fisica di età superiore ai 14 anni che accede alla città per una visita giornaliera.

Per il momento, nulla è dovuto dalle ore 16.00 del pomeriggio alle ore 8.30 del mattino. Escluso dal pedaggio – previa registrazione sull’apposito portale e prenotazione della visita – chi si reca in città per lavoro, soggiorna in strutture ricettive, ha bisogno di cure, partecipa a competizioni sportive, risiede in Veneto, ha parenti fino al terzo grado a Venezia. Una prima volta che ha tutta l’aria di potersi fare modello per trovare riparo da giornate da “bollino nero” e invasioni giornaliere più o meno programmate.

Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha prontamente fatto presente che non si tratta di una decisione “contro il turismo”. Al contrario, vuole essere una misura per vivere al meglio ciò che la città può offrire. Dalla storica pellicola “Domenica d’agosto” di Luciano Emmer sono passati settantaquattro anni, ma il tempo pare essersi fermato. La giornata al mare continua ad andare per la maggiore e l’idea di turismo, quello che rende i luoghi di vacanza vere e proprie destinazioni, pare ancora all'orizzonte. Al massimo, ci sono le mete turistiche, quelle che sindache e sindaci, rimboccandosi le maniche, devono gestire nei solitari inverni e nelle affollatissime estati. Ancora una volta, la palla è nelle mani del governo centrale, in attesa di un’altra estate da record.