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Home » Attualità » Per la prima volta da 16 anni aumentano i fumatori in Italia: ecco perché è un problema per l’ambiente

Per la prima volta da 16 anni aumentano i fumatori in Italia: ecco perché è un problema per l’ambiente

Giornata mondiale senza tabacco, il report dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss): nel 2022 quasi un italiano su quattro (24,2%) è fumatore. Sapevate che un filtro di una sigaretta impiega 10 anni a decomporsi? E che le emissioni prodotte equivalgono a 3 milioni di voli transatlantici?

Remy Morandi
30 Maggio 2022
fumatori in italia

fumatori in italia

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Per la prima volta da 16 anni aumentano i fumatori in Italia. Rispetto al 2019 sono infatti 800mila in più, e oggi quasi un italiano su quattro (24,2%) è fumatore: percentuale quest’ultima che non si registrava dal 2006. È la fotografia scattata dal report dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in occasione della Giornata mondiale senza tabacco, che si celebra il 31 maggio. Una situazione allarmante, non solo per la salute di un italiano su quattro, ma anche per la salvaguardia e la tutela dell’ambiente. Perché, come ricorda il Ministero della Salute, oltre all’inquinamento dovuto ai mozziconi e ai pacchetti di sigarette molte volte gettati per terra o non riciclati come dovrebbe essere fatto, il fumo e la coltivazione del tabacco contribuiscono in modo significativo all’inquinamento atmosferico. Ecco perché l’aumento dei fumatori in Italia è un problema anche per l’ambiente.

Per la prima volta da 16 anni aumentano i fumatori in Italia: +800mila rispetto al 2019 (Foto Ansa)

Fumatori in Italia, mai così tanti dal 2006: 800mila in più dal 2019

Dopo un lungo periodo di stagnazione, nel 2022 in Italia il numero di fumatori è aumentato di 2 punti percentuali. Se infatti erano il 22% nel 2019, ultimo anno di rivelazione pre-pandemia, oggi sono il 24,2% della popolazione totale, con un aumento di 800mila fumatori rispetto a tre anni fa. Il trend rilevato nel triennio 2017-2019, che vedeva una costante diminuzione delle fumatrici, non viene invece confermato nel 2022: quest’anno si assiste infatti a un incremento nella percentuale dei fumatori che riguarda entrambi i sessi.

Secondo il report dell’Iss, sono aumentate anche le persone che fumano sigarette a tabacco riscaldato, ovvero le sigarette elettroniche: 3,3% nel 2022 rispetto al 1,1% nel 2019, ma più di una persona su tre (il 36,6%) le considera meno dannose di quelle tradizionali. “Il dato di quest’anno – dice Roberta Pacifici, responsabile del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss – ci conferma come la pandemia abbia significativamente influenzato le abitudini al consumo dei prodotti del tabacco e di nicotina degli italiani. I nuovi prodotti del tabacco e le e-cig si sono aggiunti al consumo delle sigarette tradizionali e i loro utilizzatori infatti sono quasi esclusivamente consumatori duali. La falsa percezione di consumare prodotti meno o addirittura non nocivi per la salute e il sentirsi autorizzati a utilizzarli in ogni luogo, in deroga alla legge Sirchia, stanno certamente incidendo sull’aumento del loro consumo”.

Nel dettaglio, sono 12,4 milioni i fumatori in Italia e rappresentano il 24,2% della popolazione. Gli ex fumatori sono il 14,9% della popolazione italiana e i non fumatori il 60,9%. La prevalenza più alta di fumatori di sesso maschile si registra nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 44 anni (42,9), mentre nella fascia d’età 45-64 anni si registra la prevalenza più alta tra le donne (24,5%). Tra i fumatori maschi si registra anche la percentuale più alta di chi fuma più di 20 sigarette al giorno (25,6% rispetto al 13,4% delle donne), mentre tra le fumatrici la percentuale più bassa di chi fuma meno di 9 sigarette al giorno (36% rispetto al 31,4% degli uomini).

In media in Italia si fumano 11,5 sigarette al giorno. Il consumo medio giornaliero si conferma in diminuzione, sebbene tale diminuzione consista di fatto nella riduzione di 2 sigarette in 10 anni (erano 13,6 sigarette al giorno nel 2011), con ancora il 20,4% di fumatori che consuma più di 20 sigarette al giorno. Rispetto all’area geografica, la prevalenza di fumatori è più alta al Sud in entrambi i sessi: 32,6% negli uomini, 21,6% nelle donne. Si fumano principalmente sigarette confezionate in pacchetti (84,9%), e sigarette fatte a mano (14,9%).

Ogni anno in Italia 14 miliardi di mozziconi di sigarette finiscono nell’ambiente, secondo il report di Marevivo ‘Piccoli gesti, grandi crimini 2020’ (Foto Ansa)

Perché le sigarette sono un problema per l’ambiente

Ogni anno in Italia 14 miliardi di mozziconi di sigarette finiscono disperse nell’ambiente, secondo il report di Marevivo ‘Piccoli gesti, grandi crimini 2020’. Il filtro delle sigarette è composto da acetato di cellulosa, un materiale che impiega in media 10 anni a decomporsi. I mozziconi inoltre contengono oltre 4.000 sostanze chimiche, molte delle quali tossiche e cancerogene, compresi arsenico, formaldeide, ammoniaca, acido cianidrico e nicotina. Sempre in base al report di Marevivo, si stima che il 65% dei fumatori non smaltisca correttamente i mozziconi di sigarette, e così oggi una gran quantità di essi invade fiumi, coste e spiagge, finendo in mare. Scambiati per cibo, i mozziconi vengono quindi molto spesso inghiottiti da uccelli, pesci, tartarughe e altri animali marini, che possono morire a causa di avvelenamento da tossine o soffocamento. “Se pensiamo – si legge ancora nel report – che un singolo mozzicone di sigarette può contaminare fino a 1.000 litri di acqua, e che il filtro non essendo biodegradabile, si scompone e sminuzza rimanendo nel mare per sempre con il suo carico di sostanze altamente tossiche – possiamo comprendere l’immane portata delle conseguenze di un gesto solo apparentemente trascurabile come quello di disfarsi di un mozzicone”.

Inoltre, oltre all’inquinamento dovuto ai rifiuti del consumo (mozziconi, pacchetti di sigarette, etc.) il fumo di sigaretta e la coltivazione del tabacco contribuiscono – riporta così il ministero della Salute – anche all’inquinamento atsmosferico. In particolare:

  • il fumo di tabacco contiene anidride carbonica, metano e biossido di azoto e inquina gli ambienti interni ed esterni;
  • il fumo di tabacco si lascia dietro residui che si depositano sulle superfici e che sono dannosi, in particolare, per bambini e animali domestici;
  • le emissioni dei prodotti del tabacco, secondo una stima, equivalgono a 3 milioni di voli transatlantici;
  • la deforestazione per le piantagioni di tabacco, che occupano nel mondo circa 200.000 ettari, ha gravi conseguenze ambientali (perdita della biodiversità, erosione del suolo, inquinamento delle acque, aumento della Co2 nell’atmosfera, ecc.);
  • ogni 300 sigarette (15 pacchetti) si consuma un albero per il processo di essicazione delle foglie del tabacco;
  • la coltivazione del tabacco richiede sostanze chimiche, inclusi pesticidi e fertilizzanti che possono inquinare le acque.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Per la prima volta da 16 anni aumentano i fumatori in Italia. Rispetto al 2019 sono infatti 800mila in più, e oggi quasi un italiano su quattro (24,2%) è fumatore: percentuale quest'ultima che non si registrava dal 2006. È la fotografia scattata dal report dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) in occasione della Giornata mondiale senza tabacco, che si celebra il 31 maggio. Una situazione allarmante, non solo per la salute di un italiano su quattro, ma anche per la salvaguardia e la tutela dell'ambiente. Perché, come ricorda il Ministero della Salute, oltre all'inquinamento dovuto ai mozziconi e ai pacchetti di sigarette molte volte gettati per terra o non riciclati come dovrebbe essere fatto, il fumo e la coltivazione del tabacco contribuiscono in modo significativo all'inquinamento atmosferico. Ecco perché l'aumento dei fumatori in Italia è un problema anche per l'ambiente.
Per la prima volta da 16 anni aumentano i fumatori in Italia: +800mila rispetto al 2019 (Foto Ansa)

Fumatori in Italia, mai così tanti dal 2006: 800mila in più dal 2019

Dopo un lungo periodo di stagnazione, nel 2022 in Italia il numero di fumatori è aumentato di 2 punti percentuali. Se infatti erano il 22% nel 2019, ultimo anno di rivelazione pre-pandemia, oggi sono il 24,2% della popolazione totale, con un aumento di 800mila fumatori rispetto a tre anni fa. Il trend rilevato nel triennio 2017-2019, che vedeva una costante diminuzione delle fumatrici, non viene invece confermato nel 2022: quest'anno si assiste infatti a un incremento nella percentuale dei fumatori che riguarda entrambi i sessi. Secondo il report dell'Iss, sono aumentate anche le persone che fumano sigarette a tabacco riscaldato, ovvero le sigarette elettroniche: 3,3% nel 2022 rispetto al 1,1% nel 2019, ma più di una persona su tre (il 36,6%) le considera meno dannose di quelle tradizionali. "Il dato di quest'anno - dice Roberta Pacifici, responsabile del Centro nazionale dipendenze e doping dell'Iss - ci conferma come la pandemia abbia significativamente influenzato le abitudini al consumo dei prodotti del tabacco e di nicotina degli italiani. I nuovi prodotti del tabacco e le e-cig si sono aggiunti al consumo delle sigarette tradizionali e i loro utilizzatori infatti sono quasi esclusivamente consumatori duali. La falsa percezione di consumare prodotti meno o addirittura non nocivi per la salute e il sentirsi autorizzati a utilizzarli in ogni luogo, in deroga alla legge Sirchia, stanno certamente incidendo sull'aumento del loro consumo". Nel dettaglio, sono 12,4 milioni i fumatori in Italia e rappresentano il 24,2% della popolazione. Gli ex fumatori sono il 14,9% della popolazione italiana e i non fumatori il 60,9%. La prevalenza più alta di fumatori di sesso maschile si registra nella fascia d'età compresa tra i 25 e i 44 anni (42,9), mentre nella fascia d'età 45-64 anni si registra la prevalenza più alta tra le donne (24,5%). Tra i fumatori maschi si registra anche la percentuale più alta di chi fuma più di 20 sigarette al giorno (25,6% rispetto al 13,4% delle donne), mentre tra le fumatrici la percentuale più bassa di chi fuma meno di 9 sigarette al giorno (36% rispetto al 31,4% degli uomini). In media in Italia si fumano 11,5 sigarette al giorno. Il consumo medio giornaliero si conferma in diminuzione, sebbene tale diminuzione consista di fatto nella riduzione di 2 sigarette in 10 anni (erano 13,6 sigarette al giorno nel 2011), con ancora il 20,4% di fumatori che consuma più di 20 sigarette al giorno. Rispetto all'area geografica, la prevalenza di fumatori è più alta al Sud in entrambi i sessi: 32,6% negli uomini, 21,6% nelle donne. Si fumano principalmente sigarette confezionate in pacchetti (84,9%), e sigarette fatte a mano (14,9%).
Ogni anno in Italia 14 miliardi di mozziconi di sigarette finiscono nell’ambiente, secondo il report di Marevivo 'Piccoli gesti, grandi crimini 2020' (Foto Ansa)

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  • il fumo di tabacco contiene anidride carbonica, metano e biossido di azoto e inquina gli ambienti interni ed esterni;
  • il fumo di tabacco si lascia dietro residui che si depositano sulle superfici e che sono dannosi, in particolare, per bambini e animali domestici;
  • le emissioni dei prodotti del tabacco, secondo una stima, equivalgono a 3 milioni di voli transatlantici;
  • la deforestazione per le piantagioni di tabacco, che occupano nel mondo circa 200.000 ettari, ha gravi conseguenze ambientali (perdita della biodiversità, erosione del suolo, inquinamento delle acque, aumento della Co2 nell'atmosfera, ecc.);
  • ogni 300 sigarette (15 pacchetti) si consuma un albero per il processo di essicazione delle foglie del tabacco;
  • la coltivazione del tabacco richiede sostanze chimiche, inclusi pesticidi e fertilizzanti che possono inquinare le acque.
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