Funerali Giulia Cecchettin. Il papà: "La sua vita strappata in maniera crudele, addio amore mio"

A Padova le esequie della ventiduenne. L'abbraccio della piazza e il messaggio del padre Gino: "Dobbiamo trasformare la tragedia in una spinta per il cambiamento"

di CHIARA CARAVELLI -
5 dicembre 2023
funerali giulia cecchettin

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L'ultimo, lunghissimo, saluto a Giulia Cecchettin. Sono circa diecimila le persone che questa mattina sono arrivate davanti alla Basilica di Santa Giustina a Padova per i funerali della giovane studentessa di Vigonovo. La bara coperta di rose bianche è stata accolta dall’applauso sommesso della folla.

Il femminicidio di Giulia Cecchettin

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La bara della 22enne di Vigonovo viene portata in chiesa per i funerali (Ansa)

Il corpo della ventiduenne, brutalmente uccisa con più di venti coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta, è stato trovato sabato 18 novembre in un canalone nelle vicinanze del lago di Barcis, in provincia di Pordenone. La scoperta è arrivata dopo sette lunghi giorni di attesa, giorni nei quali la speranza della famiglia Cecchettin, così come quella di tutti noi, non si è mai arresa al pensiero di vederla tornare a casa. Nonostante sapessimo che la verità era un'altra, nonostante sapessimo che Giulia sarebbe stata l’ennesima vittima di femminicidio. "Non avremmo voluto vedere quello che i nostri occhi hanno visto – così il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla all’inizio dell’omelia –, né avremmo voluto ascoltare quello che abbiamo appreso nella tarda mattinata di sabato 18 novembre. E invece ora siamo qui, in molti, con gli occhi, anche quelli del cuore, pieni di lacrime e con gli orecchi bisognosi di essere dischiusi a un ascolto nuovo".

I funerali a Padova: l'omelia del vescovo

Il dolore per la morte di Giulia ha scosso l’Italia intera, la stessa che oggi si stringe intorno alla famiglia della 22enne. Presenti al funerale anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il parlamentare dem Alessandro Zan e il governatore della regione Veneto, Luca Zaia, oltre ai sindaci di vari Comuni. Nella basilica anche le corone di fiori da parte di Presidenza della Repubblica, Senato e Camera dei Deputati.
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La bara di Giulia Cecchettin nella Basilica. Davanti i familiari, la sorella Elena, papà Gino e il fratello Davide (Ansa)

"Il sorriso di Giulia – continua monsignor Cipolla – mancherà al papà Gino, alla sorella Elena e al fratello Davide e a tutta la sua famiglia. Mancherà agli amici ma anche a tutti noi, perché il suo viso ci è divenuto caro. Custodiamo però la sua voglia di vivere, le sue progettualità, le sue passioni. Le accogliamo in noi come quel germoglio di cui parla il profeta. Perché desideriamo insieme attendere la fioritura del mondo nel quale finalmente anche i nostri occhi saranno beati". Il vescovo ha poi rivolto un pensiero anche a Filippo Turetta, attualmente detenuto nel carcere Montorio di Verona con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Lui che, dopo aver ucciso Giulia, ha iniziato una fuga durata circa mille chilometri fino all’arresto, sull’autostrada A9 nei pressi di Lipsia, in Germania. "Insegnaci, Signore, la pace tra generi, tra maschio e femmina, tra uomo e donna. Vogliamo imparare l'amore e vivere nel rispetto reciproco, cercando anzi il bene dell'altro nel dono di noi stessi. Non possiamo più consentire atti di sopraffazione e di abuso. Per questo abbiamo bisogno di concorrere per riuscire a trasformare quella cultura che li rende possibili". Un messaggio chiaro e forte quello del vescovo di Padova. Un messaggio che riguarda ognuno di noi, perché la violenza di genere è un problema culturale che abbraccia l’intera società. È una crepa, profonda, dalla quale dobbiamo ripartire.
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Persone fuori dalla chiesa di Santa Giustina, dov'è stato celebrato il funerale di Giulia Cecchettin (Ansa)

La piazza partecipa in silenzio ai funerali della ventiduenne. Fuori dalla basilica, un tappeto di persone fa da sfondo alla gigantografia di una Giulia felice seduta su un’altalena accompagnata dalla scritta ‘Ti vogliamo bene’. Perché sì, Giulia, ti vogliamo bene. E la speranza è che questo bene, questo profondo dolore per una tragedia che si doveva e poteva evitare, ci faccia marciare, uniti, verso un cambiamento.

Papà Gino: "Salutaci la mamma. Impareremo a danzare sotto la pioggia"

Lo stesso che ha invocato il papà di Giulia, Gino Cecchettin, prima della fine del rito funebre. "Dobbiamo trasformare la tragedia – le sue parole – in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia è stata sottratta in maniera crudele, ma la sua morte può e deve essere il punto di svolta per mettere fine alla terribile piaga della violenza sulle donne. Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita donne, vittime di coloro che avrebbero dovuto amarle; invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi, fino a perdere la loro libertà, prima di perdere anche la vita.

Gino Cecchettin e sua figlia Giulia, in una vecchia foto pubblicata su Facebook

Come può accadere tutto questo. Come può essere successo a Giulia? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa coinvolge tutti. Mi rivolgo per primi agli uomini: dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento, contro la violenza di genere". La lucidità di Gino Cecchettin è disarmante, la sua dignità di fronte a una tragedia simile ci deve far riflettere. Le sue parole scorrono dritte fino alla fine, secondo un percorso chiaro e definito. Quello che porta al riconoscimento della violenza di genere, della matrice patriarcale che attanaglia la nostra società, della cultura del possesso e dello stupro. Non si perde Gino Cecchettin, sa che di queste parole abbiamo bisogno. E allora le pronuncia con forza, con intelligenza e fermezza. Poi il saluto. L’ultimo, lunghissimo, straziante saluto a sua figlia: "Cara Giulia, è il momento di lasciarti andare, salutaci la mamma. Impareremo a danzare sotto la pioggia. Grazie per questi 22 anni". Il feretro esce dalla Basilica di Santa Giustina tra gli applausi delle migliaia di persone presenti nella piazza. Papà Gino insieme alla sorella Elena e il fratello Davide, si stringono in un lungo abbraccio. La folla alza le chiavi al cielo per fare rumore, quello stesso rumore che in tante occasioni Elena aveva invocato. Il rumore di un cambiamento del quale abbiamo tremendamente bisogno. E che non può e non deve più aspettare. Per Giulia, per tutte.