Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Giulia Schiff nella guerra in Ucraina, l’ex pilota dell’Aeronautica è l’unica donna a combattere come legionaria contro l’invasione russa

Giulia Schiff nella guerra in Ucraina, l’ex pilota dell’Aeronautica è l’unica donna a combattere come legionaria contro l’invasione russa

La 23enne di Mira si è arruolata come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale. Ora collabora con Le Iene per realizzare un reportage dal conflitto. Fu cacciata dalle Forze Armate Italiane dopo aver denunciato di essere stata vittima di nonnismo e mobbing

Remy Morandi
23 Marzo 2022
Share on FacebookShare on Twitter

Era stata espulsa dall’Aeronautica Militare dopo aver denunciato di essere stata vittima di nonnismo e mobbing, ora si trova in Ucraina a combattere nella guerra contro la Russia. Giulia Schiff, 23 anni di Mira, comune in provincia di Venezia, si è arruolata come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale in Ucraina. Giulia, l’unica donna presente nel gruppo dei volontari, ora sta collaborando con “Le Iene” per realizzare un reportage dall’Ucraina.

Giulia Schiff, 23 anni, era stata espulsa dall’Aeronautica Militare. Ora si trova in Ucraina a combattere come volontaria nella guerra contro la Russia (Foto tratta dal suo profilo Instagram)

Il 25 febbraio 2022, il giorno dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina, Giulia Jasmine Schiff scriveva così sui social: “Non vedo da parte dell’Europa la reazione che meriterebbe lo scempio che sta subendo l’Ucraina da parte di Putin. Non ci sono giustificazioni per non reagire. Bisogna soccorrere un Paese che non si può difendere da solo invaso da una delle potenze del mondo tra l’altro con motivazioni ridicole, a maggior ragione che è nostro vicino di casa”. Ma a Giulia non è bastato scrivere un post di indignazione nei confronti di quello che l’Ucraina sta subendo da circa un mese, e così pochi giorni dopo, la 23enne è partita, da sola, per andare a combattere contro quella invasione, “contro quello scempio”.

Giulia Schiff, 23 anni, si è arruolata come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale in Ucraina. È l’unica donna presente nel gruppo

Il reportage per Le Iene, ecco quando vederlo in tv

Adesso Giulia Schiff sta collaborando con Le Iene per realizzare un reportage che sarà trasmesso in varie puntate, a partire da mercoledì 23 marzo su Italia 1. In una nota il gruppo Mediaset ha spiegato che la 23enne “non ha rinunciato al suo sogno di poter aiutare il prossimo, decidendo di partire per unirsi ai soldati giunti da tutto il mondo nelle terre del conflitto”. Il reportage sarà realizzato in collaborazione con l’inviata de Le Iene Roberta Rei, alla quale l’aviatrice ha già inviato i primi video della sua esperienza nella Legione Internazionale. In una storia pubblicata su Instagram, Giulia si trova all’interno di un’auto con il parabrezza frantumato probabilmente da un proiettile e mostra la devastazione che il conflitto sta lasciando nelle strade ucraine.

Giulia Schiff fu cacciata dalle Forze Armate italiane nel 2018 per “inattitudine militare e professionale” dopo aver denunciato di essere stata vittima di nonnismo e mobbing durante il battesimo di volo avvenuto il 7 aprile 2018 a Latina (Foto tratta dal suo profilo Instagram)

Giulia Schiff, chi è l’aviatrice combattente e perché è stata espulsa dall’Aeronautica Militare

Giulia Schiff, 23 anni, originaria di Mira, comune in provincia di Venezia, è un’ex pilota dell’Aeronautica Militare. Fu cacciata dalle Forze Armate italiane nel 2018 per “inattitudine militare e professionale” dopo aver denunciato di essere stata vittima di nonnismo e mobbing durante il battesimo di volo avvenuto il 7 aprile 2018 a Latina. La giovane fece ricorso, ma circa un anno fa il Consiglio di Stato respinse la sua richiesta, confermando l’espulsione dall’Aeronautica Militare. La giovane aviatrice ha pubblicato su Facebook il video delle violenze subite. Nelle immagini si vede un gruppo di militari prendere a schiaffi e frustate la collega. Per quelle immagini, sono finiti indagati otto militari.

Come didascalia al video, Giulia Schiff ha riportato tutta la vicenda che ha poi comportato la sua espulsione dall’Aeronautica Militare. Qui sotto pubblichiamo quanto scritto dalla giovane aviatrice:

“Ho creato questa nuova pagina per aggiornare tutti sulla mia vicenda e per condividere i miei pensieri in merito. Ora che non sono più militare ho riacquisito la libertà di parola che mi era preclusa. Vi ringrazio per la valanga di messaggi ricevuti ad ogni uscita pubblica di aggiornamenti sulla mia storia: non posso rispondere a tutti, ma li leggo. Grazie di cuore. Tengo molto al fatto che la vicenda non passi in sordina, non sarebbe giusto non solo per me, ma per tante altre persone che vivono o hanno vissuto esperienze simili. Vorrei che la mia vicenda potesse essere d’esempio per chi subisce e non sa come reagire (pensiero maturato proprio in seguito a messaggi ricevuti che narrano situazioni analoghe alla mia). Su questa pagina racconterò tutta la mia storia, tutte le angherie che ho subito fino ad ora. Non ho paura. Ora, con questa pagina, scenderò nei dettagli di come sono andati i fatti per chiarire le affermazioni imprecise dei media, così che anche coloro che nutrono qualche dubbio possano trovare spiegazioni esaustive per giudicare e decidere di unirsi alla mia causa.

Appena buttata fuori dalla mia amata AM – con la proposta di espulsione dell’Accademia del 06/09/2018 – tutti mi dissero di lasciare perdere, che avrei fatto la fine di Don Quijote a lottare contro i mulini a vento. Non ho esitato a denunciare. Quello che nessuno ha capito è che io non ho denunciato nessuna “tradizione goliardica”. Ho denunciato tutto quello che è successo da prima che mi mettessero le mani addosso a quando mi hanno scortata come un criminale fuori dalla caserma fino a quel maledetto treno per casa. Ho raccontato tutto, e la parte su quel battesimo del volo rappresenta solo 3 pagine circa su 24 totali. Sono stati indagati solo gli otto partecipanti a quel rito. Che fine hanno fatto tutti gli altri? Siamo militari, c’è una gerarchia, alcuni personaggi sono responsabili di quello che succede e delle disposizioni che danno.

Mi hanno detto anche che sono come una canoa contro una portaerei. Non mi interessa. Io sono per la verità e per la giustizia e quello che ho passato non esiste che me lo tenga dentro, tutti devono sapere. Le minacce, le pressioni psicologiche, la rabbia, le umiliazioni, il lavaggio del cervello che ho subito, le aggressioni verbali a porte chiuse piuttosto che gli insulti davanti a tutti, la mia dignità schiacciata pubblicamente, da gradi inferiori al mio e da gente entrata in forza armata dopo di me, fino agli ufficiali superiori. Non potrò provare tutto, ma sono tranquilla. Mi sembra un brutto film… vedere che con quella coscienza sporca che si ritrovano neghino quello che mi hanno fatto per scamparla accordandosi tra loro e trascinandosi al seguito anche chi non centra. Dalle testimonianze rilasciate in Procura non si può dire che abbiamo tutti la mia stessa integrità morale. Secondo voi sono peggio le ritorsioni per chi parla o l’omertà? Comprendo chi ha avuto paura di schierarsi controcorrente, dal momento che un attimo prima mi volevano bene tutti e subito dopo la denuncia sono stata messa alla gogna. In ogni caso loro non hanno avuto pietà per me, quindi io restituirò la cortesia.

Condividete e aiutatemi a far crescere questa pagina per portare informazione e consapevolezza al numero più alto di persone possibile. Sia io che questa causa abbiamo bisogno di supporto. Da sola non riesco a fare la differenza.
Voglio dare il mio contributo a questo paese. Se non posso farlo volando, voglio farlo parlando, esattamente così come è iniziato tutto e così come è finita (per ora) la mia carriera. Spero non invano.
Grazie”. 

Potrebbe interessarti anche

Maternità surrogata: a che punto siamo in Italia
Attualità

Maternità surrogata: reato universale o “atto di generosità”?

25 Marzo 2023
Il Parlamento lavora al riconoscimento dell’“Agricoltore custode dell’ambiente e del territorio”
Scienze e culture

Ambiente, da contadini a “guardiani” del territorio

26 Marzo 2023
Raffaella Milandri e Audrey Black Eagle
Lifestyle

Si laurea in Antropologia in abito Crow dei nativi americani

24 Marzo 2023

Instagram

  • In Cina è nata un’app per mandare baci a distanza.

MUA è il dispositivo creato dalla startup cinese di proprietà di Zhao Jianbo che simula i baci. La macchina - il cui nome si ispira al tipico suono che si fa quando si manda un bacio - si compone di labbra finte in silicone che si collegano al cellulare e, attraverso uno scambio di dati, simulano il gesto d’amore. 

💖E tu? saresti disposto a usare Mua per dare un bacio?

#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
  • Partigiana, romanziera e confidente di Sartre: vi dice qualcosa il nome Alba de Céspedes? Forse no, ed è del tutto normale. Perché la scrittrice e poetessa italo cubana è rimasta sconosciuta al grande pubblico per troppo tempo. Ma per fortuna di recente si stanno sempre più riscoprendo le esponenti femminili di uno dei movimenti letterari più entusiasmanti del XX secolo, il neorealismo italiano del dopoguerra. E se nel 2018 l’editore Daunt ha iniziato la sua vitale opera di promozione di Natalia Ginzburg, ora grazie a Pushkin ‘rinasce’ de Céspedes. Donne famose in vita e poi dimenticate, che tornano a far sentire la loro voce anche attraverso moderne colleghe di penna come Elena Ferrante, l
  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Era stata espulsa dall'Aeronautica Militare dopo aver denunciato di essere stata vittima di nonnismo e mobbing, ora si trova in Ucraina a combattere nella guerra contro la Russia. Giulia Schiff, 23 anni di Mira, comune in provincia di Venezia, si è arruolata come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale in Ucraina. Giulia, l'unica donna presente nel gruppo dei volontari, ora sta collaborando con "Le Iene" per realizzare un reportage dall'Ucraina.
Giulia Schiff, 23 anni, era stata espulsa dall'Aeronautica Militare. Ora si trova in Ucraina a combattere come volontaria nella guerra contro la Russia (Foto tratta dal suo profilo Instagram)
Il 25 febbraio 2022, il giorno dopo l'inizio dell'invasione russa in Ucraina, Giulia Jasmine Schiff scriveva così sui social: "Non vedo da parte dell'Europa la reazione che meriterebbe lo scempio che sta subendo l'Ucraina da parte di Putin. Non ci sono giustificazioni per non reagire. Bisogna soccorrere un Paese che non si può difendere da solo invaso da una delle potenze del mondo tra l'altro con motivazioni ridicole, a maggior ragione che è nostro vicino di casa". Ma a Giulia non è bastato scrivere un post di indignazione nei confronti di quello che l'Ucraina sta subendo da circa un mese, e così pochi giorni dopo, la 23enne è partita, da sola, per andare a combattere contro quella invasione, "contro quello scempio".
Giulia Schiff, 23 anni, si è arruolata come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale in Ucraina. È l'unica donna presente nel gruppo

Il reportage per Le Iene, ecco quando vederlo in tv

Adesso Giulia Schiff sta collaborando con Le Iene per realizzare un reportage che sarà trasmesso in varie puntate, a partire da mercoledì 23 marzo su Italia 1. In una nota il gruppo Mediaset ha spiegato che la 23enne "non ha rinunciato al suo sogno di poter aiutare il prossimo, decidendo di partire per unirsi ai soldati giunti da tutto il mondo nelle terre del conflitto". Il reportage sarà realizzato in collaborazione con l'inviata de Le Iene Roberta Rei, alla quale l'aviatrice ha già inviato i primi video della sua esperienza nella Legione Internazionale. In una storia pubblicata su Instagram, Giulia si trova all'interno di un'auto con il parabrezza frantumato probabilmente da un proiettile e mostra la devastazione che il conflitto sta lasciando nelle strade ucraine.
Giulia Schiff fu cacciata dalle Forze Armate italiane nel 2018 per "inattitudine militare e professionale" dopo aver denunciato di essere stata vittima di nonnismo e mobbing durante il battesimo di volo avvenuto il 7 aprile 2018 a Latina (Foto tratta dal suo profilo Instagram)

Giulia Schiff, chi è l'aviatrice combattente e perché è stata espulsa dall'Aeronautica Militare

Giulia Schiff, 23 anni, originaria di Mira, comune in provincia di Venezia, è un'ex pilota dell'Aeronautica Militare. Fu cacciata dalle Forze Armate italiane nel 2018 per "inattitudine militare e professionale" dopo aver denunciato di essere stata vittima di nonnismo e mobbing durante il battesimo di volo avvenuto il 7 aprile 2018 a Latina. La giovane fece ricorso, ma circa un anno fa il Consiglio di Stato respinse la sua richiesta, confermando l'espulsione dall'Aeronautica Militare. La giovane aviatrice ha pubblicato su Facebook il video delle violenze subite. Nelle immagini si vede un gruppo di militari prendere a schiaffi e frustate la collega. Per quelle immagini, sono finiti indagati otto militari. Come didascalia al video, Giulia Schiff ha riportato tutta la vicenda che ha poi comportato la sua espulsione dall'Aeronautica Militare. Qui sotto pubblichiamo quanto scritto dalla giovane aviatrice: "Ho creato questa nuova pagina per aggiornare tutti sulla mia vicenda e per condividere i miei pensieri in merito. Ora che non sono più militare ho riacquisito la libertà di parola che mi era preclusa. Vi ringrazio per la valanga di messaggi ricevuti ad ogni uscita pubblica di aggiornamenti sulla mia storia: non posso rispondere a tutti, ma li leggo. Grazie di cuore. Tengo molto al fatto che la vicenda non passi in sordina, non sarebbe giusto non solo per me, ma per tante altre persone che vivono o hanno vissuto esperienze simili. Vorrei che la mia vicenda potesse essere d’esempio per chi subisce e non sa come reagire (pensiero maturato proprio in seguito a messaggi ricevuti che narrano situazioni analoghe alla mia). Su questa pagina racconterò tutta la mia storia, tutte le angherie che ho subito fino ad ora. Non ho paura. Ora, con questa pagina, scenderò nei dettagli di come sono andati i fatti per chiarire le affermazioni imprecise dei media, così che anche coloro che nutrono qualche dubbio possano trovare spiegazioni esaustive per giudicare e decidere di unirsi alla mia causa. Appena buttata fuori dalla mia amata AM - con la proposta di espulsione dell’Accademia del 06/09/2018 - tutti mi dissero di lasciare perdere, che avrei fatto la fine di Don Quijote a lottare contro i mulini a vento. Non ho esitato a denunciare. Quello che nessuno ha capito è che io non ho denunciato nessuna “tradizione goliardica”. Ho denunciato tutto quello che è successo da prima che mi mettessero le mani addosso a quando mi hanno scortata come un criminale fuori dalla caserma fino a quel maledetto treno per casa. Ho raccontato tutto, e la parte su quel battesimo del volo rappresenta solo 3 pagine circa su 24 totali. Sono stati indagati solo gli otto partecipanti a quel rito. Che fine hanno fatto tutti gli altri? Siamo militari, c’è una gerarchia, alcuni personaggi sono responsabili di quello che succede e delle disposizioni che danno. Mi hanno detto anche che sono come una canoa contro una portaerei. Non mi interessa. Io sono per la verità e per la giustizia e quello che ho passato non esiste che me lo tenga dentro, tutti devono sapere. Le minacce, le pressioni psicologiche, la rabbia, le umiliazioni, il lavaggio del cervello che ho subito, le aggressioni verbali a porte chiuse piuttosto che gli insulti davanti a tutti, la mia dignità schiacciata pubblicamente, da gradi inferiori al mio e da gente entrata in forza armata dopo di me, fino agli ufficiali superiori. Non potrò provare tutto, ma sono tranquilla. Mi sembra un brutto film... vedere che con quella coscienza sporca che si ritrovano neghino quello che mi hanno fatto per scamparla accordandosi tra loro e trascinandosi al seguito anche chi non centra. Dalle testimonianze rilasciate in Procura non si può dire che abbiamo tutti la mia stessa integrità morale. Secondo voi sono peggio le ritorsioni per chi parla o l’omertà? Comprendo chi ha avuto paura di schierarsi controcorrente, dal momento che un attimo prima mi volevano bene tutti e subito dopo la denuncia sono stata messa alla gogna. In ogni caso loro non hanno avuto pietà per me, quindi io restituirò la cortesia. Condividete e aiutatemi a far crescere questa pagina per portare informazione e consapevolezza al numero più alto di persone possibile. Sia io che questa causa abbiamo bisogno di supporto. Da sola non riesco a fare la differenza. Voglio dare il mio contributo a questo paese. Se non posso farlo volando, voglio farlo parlando, esattamente così come è iniziato tutto e così come è finita (per ora) la mia carriera. Spero non invano. Grazie". 
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto