Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Google spingerà gli utenti ad adottare un linguaggio neutro dal punto di vista del genere

Google spingerà gli utenti ad adottare un linguaggio neutro dal punto di vista del genere

L'azienda di Mountain View interviene nella guida di stile interna: non ci saranno più "ore uomo" ma "ore persona", addio ai generici maschili nel segno di una maggiore inclusività

Camilla Prato
8 Giugno 2021
Share on FacebookShare on Twitter

Negli anni ’90 le parodie di Clippy di Microsoft Word erano un po’ una moda nei cartoni animati e nelle riviste. La fastidiosa figura a forma di graffetta spuntava non appena si iniziava a scrivere “Caro…” e diceva: “Sembra che tu stia scrivendo una lettera”, prima di offrire consigli non richiesti su cose come la formattazione. Due decenni dopo, i vari supporti automatici alla scrittura, compresi i correttori ortografici e grammaticali, sono molto migliorati. Sono più perspicaci – perché alimentati dall’intelligenza artificiale piuttosto che programmati manualmente – e più sottili nelle loro operazioni.

Ma ora le aziende tecnologiche si stanno immergendo in acque più difficili. Nel 2020 la guida di stile interna di Google è stata aggiornata, incoraggiando gli sviluppatori a evitare un “linguaggio inutilmente di genere” nella loro documentazione. Piuttosto che riferirsi a “ore uomo”, per esempio, un programmatore potrebbe discutere le “ore persona” coinvolte in un progetto. “Tutto il genere umano” potrebbe essere sostituito con “tutta l’umanità”, hanno suggerito gli autori della guida.
Il 18 maggio scorso, invece, la società ha annunciato la volontà di proseguire nella promozione del linguaggio inclusivo. Google Docs, il popolare software gratuito di elaborazione testi, punta a scoraggiare le persone dall’uso di un linguaggio potenzialmente sessista, come ad esempio nell’espressione “chairman”, sostituita con il sostantivo generico “chairperson” (in italiano entrambe le espressioni si traducono come “presidente”, ndr).

L’azienda tecnologica, in effetti, ha individuato un problema che sempre di più interessa la propria comunità di utenti. Anche se non rientra nella stessa categoria degli errori di ortografia o dei dilemmi grammaticali, il pregiudizio sessista è ben presente nella lingua inglese, così come in altre. Considerate la mancanza di un equivalente femminile per “master” che non abbia sgradevoli significati secondari. E ancora, “slut” (tradotto tr**a) e “whore” (tradotto pu****a) sono insulti così di genere che è quasi impossibile che vengano scagliati contro gli uomini.

Il bersaglio principale di Google, però, è il cosiddetto maschile generico. Per molto tempo i tradizionalisti della lingua inglese hanno detto che “il maschile include il femminile”. Secondo questa regola, “ognuno ha la sua opinione” è neutro dal punto di vista del genere, e non c’è niente di sbagliato con presidenti, aviatori e pompieri generici. (In altre lingue, anche le persone miste o sconosciute sono indicate al maschile). Ma l’uso di parole come “presidente” e “sex-neutral ‘he'” non sono veramente neutrali rispetto al genere: numerosissime ricerche dimostrano che quando la gente legge questi termini è molto più probabile che si immagini un uomo che una donna.

In alcuni paesi europei, molte attiviste hanno chiesto la femminilizzazione dei titoli di lavoro, così che un presidente donna in Spagna è ora “la presidenta” e non “el presidente”. Ma le femministe anglofone hanno sostenuto il contrario, ‘abiurando’ piuttosto che raccomandare titoli specifici e femminilizzati come poetessa e attrice. E questo non risolve il problema di cosa fare con un referente generico, dove le lingue tendono ancora al maschile.

Una soluzione in inglese è quella di preferire nuovi titoli senza genere come “mail carrier” (il nostro postino) e “police officer”. Ma anche qui ci sono difficoltà. Alcuni titoli sembrano particolarmente brutti in questa forma: nessuno sembra amare (e quindi voler adottare) “chairperson” e, anche se “chair” risulta gradito ad alcuni osservatori, altri non riescono a ‘vedere oltre il mobile’ (‘Chair’ infatti è traducibile con sedia). C’è ulteriore disaccordo sul fatto che tali forme debbano essere universali o meno.

Con tutto questo disaccordo, le aziende tecnologiche stanno camminando su un filo molto sottile. C’è una crescente accettazione del fatto che il linguaggio sessista sia un problema; allo stesso tempo, c’è anche una diffusa convinzione che i giganti tecnologici stiano diventando troppo potenti, e stiano prendendo decisioni importanti  nella vita quotidiana degli utenti senza sufficiente chiarezza o comprensione di come queste decisioni siano state raggiunte. Tutte le grandi aziende sono sempre più sotto pressione, non solo per vendere i loro widget, ma anche nel prendere una posizione sui temi caldi del giorno. Spesso scoprono che cercare di accontentare una platea ne oltraggia un’altra e cercare di riparare a questo oltraggio aggrava ulteriormente le cose. Quando i giganti della tecnologia intervengono in politica, la loro enorme influenza garantisce virtualmente un contraccolpo da una parte o dall’altra.

Ci sono tantissime buone azioni che certe imprese possono fare per l’inclusività. Ad esempio nella stessa conferenza stampa in cui sono stati annunciati i cambiamenti di lingua, Google ha detto che avrebbe migliorato la gestione delle fotocamere dei suoi smartphone nel rispetto di persone di carnagione scura. Ma nel linguaggio le soluzioni sono meno ovvie, anche tra le persone che sono d’accordo sul fatto che esista problema.

 

Potrebbe interessarti anche

Pugilato, Mondiali donne: oro per Irma Testa
Sport

Pugilato: Irma Testa, la farfalla campana, vince i mondiali a New Delhi

26 Marzo 2023
La sartoria per aiutare le donne vittime di violenza
Lifestyle

Violenza domestica, una sartoria terapeutica per cominciare una nuova vita

24 Marzo 2023
Maria Bellucci (Instagram)
Lifestyle

Sesso online, un libro-inchiesta sul lato oscuro (e piccante) del web

22 Marzo 2023

Instagram

  • In Cina è nata un’app per mandare baci a distanza.

MUA è il dispositivo creato dalla startup cinese di proprietà di Zhao Jianbo che simula i baci. La macchina - il cui nome si ispira al tipico suono che si fa quando si manda un bacio - si compone di labbra finte in silicone che si collegano al cellulare e, attraverso uno scambio di dati, simulano il gesto d’amore. 

💖E tu? saresti disposto a usare Mua per dare un bacio?

#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
  • Partigiana, romanziera e confidente di Sartre: vi dice qualcosa il nome Alba de Céspedes? Forse no, ed è del tutto normale. Perché la scrittrice e poetessa italo cubana è rimasta sconosciuta al grande pubblico per troppo tempo. Ma per fortuna di recente si stanno sempre più riscoprendo le esponenti femminili di uno dei movimenti letterari più entusiasmanti del XX secolo, il neorealismo italiano del dopoguerra. E se nel 2018 l’editore Daunt ha iniziato la sua vitale opera di promozione di Natalia Ginzburg, ora grazie a Pushkin ‘rinasce’ de Céspedes. Donne famose in vita e poi dimenticate, che tornano a far sentire la loro voce anche attraverso moderne colleghe di penna come Elena Ferrante, l
  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Negli anni '90 le parodie di Clippy di Microsoft Word erano un po' una moda nei cartoni animati e nelle riviste. La fastidiosa figura a forma di graffetta spuntava non appena si iniziava a scrivere "Caro..." e diceva: "Sembra che tu stia scrivendo una lettera", prima di offrire consigli non richiesti su cose come la formattazione. Due decenni dopo, i vari supporti automatici alla scrittura, compresi i correttori ortografici e grammaticali, sono molto migliorati. Sono più perspicaci - perché alimentati dall'intelligenza artificiale piuttosto che programmati manualmente - e più sottili nelle loro operazioni. Ma ora le aziende tecnologiche si stanno immergendo in acque più difficili. Nel 2020 la guida di stile interna di Google è stata aggiornata, incoraggiando gli sviluppatori a evitare un "linguaggio inutilmente di genere" nella loro documentazione. Piuttosto che riferirsi a "ore uomo", per esempio, un programmatore potrebbe discutere le "ore persona" coinvolte in un progetto. "Tutto il genere umano" potrebbe essere sostituito con "tutta l'umanità", hanno suggerito gli autori della guida. Il 18 maggio scorso, invece, la società ha annunciato la volontà di proseguire nella promozione del linguaggio inclusivo. Google Docs, il popolare software gratuito di elaborazione testi, punta a scoraggiare le persone dall'uso di un linguaggio potenzialmente sessista, come ad esempio nell'espressione "chairman", sostituita con il sostantivo generico "chairperson" (in italiano entrambe le espressioni si traducono come "presidente", ndr). L'azienda tecnologica, in effetti, ha individuato un problema che sempre di più interessa la propria comunità di utenti. Anche se non rientra nella stessa categoria degli errori di ortografia o dei dilemmi grammaticali, il pregiudizio sessista è ben presente nella lingua inglese, così come in altre. Considerate la mancanza di un equivalente femminile per "master" che non abbia sgradevoli significati secondari. E ancora, "slut" (tradotto tr**a) e "whore" (tradotto pu****a) sono insulti così di genere che è quasi impossibile che vengano scagliati contro gli uomini. Il bersaglio principale di Google, però, è il cosiddetto maschile generico. Per molto tempo i tradizionalisti della lingua inglese hanno detto che "il maschile include il femminile". Secondo questa regola, "ognuno ha la sua opinione" è neutro dal punto di vista del genere, e non c'è niente di sbagliato con presidenti, aviatori e pompieri generici. (In altre lingue, anche le persone miste o sconosciute sono indicate al maschile). Ma l'uso di parole come "presidente" e "sex-neutral 'he'" non sono veramente neutrali rispetto al genere: numerosissime ricerche dimostrano che quando la gente legge questi termini è molto più probabile che si immagini un uomo che una donna. In alcuni paesi europei, molte attiviste hanno chiesto la femminilizzazione dei titoli di lavoro, così che un presidente donna in Spagna è ora "la presidenta" e non "el presidente". Ma le femministe anglofone hanno sostenuto il contrario, 'abiurando' piuttosto che raccomandare titoli specifici e femminilizzati come poetessa e attrice. E questo non risolve il problema di cosa fare con un referente generico, dove le lingue tendono ancora al maschile. Una soluzione in inglese è quella di preferire nuovi titoli senza genere come "mail carrier" (il nostro postino) e "police officer". Ma anche qui ci sono difficoltà. Alcuni titoli sembrano particolarmente brutti in questa forma: nessuno sembra amare (e quindi voler adottare) "chairperson" e, anche se "chair" risulta gradito ad alcuni osservatori, altri non riescono a 'vedere oltre il mobile' ('Chair' infatti è traducibile con sedia). C'è ulteriore disaccordo sul fatto che tali forme debbano essere universali o meno. Con tutto questo disaccordo, le aziende tecnologiche stanno camminando su un filo molto sottile. C'è una crescente accettazione del fatto che il linguaggio sessista sia un problema; allo stesso tempo, c'è anche una diffusa convinzione che i giganti tecnologici stiano diventando troppo potenti, e stiano prendendo decisioni importanti  nella vita quotidiana degli utenti senza sufficiente chiarezza o comprensione di come queste decisioni siano state raggiunte. Tutte le grandi aziende sono sempre più sotto pressione, non solo per vendere i loro widget, ma anche nel prendere una posizione sui temi caldi del giorno. Spesso scoprono che cercare di accontentare una platea ne oltraggia un'altra e cercare di riparare a questo oltraggio aggrava ulteriormente le cose. Quando i giganti della tecnologia intervengono in politica, la loro enorme influenza garantisce virtualmente un contraccolpo da una parte o dall'altra. Ci sono tantissime buone azioni che certe imprese possono fare per l'inclusività. Ad esempio nella stessa conferenza stampa in cui sono stati annunciati i cambiamenti di lingua, Google ha detto che avrebbe migliorato la gestione delle fotocamere dei suoi smartphone nel rispetto di persone di carnagione scura. Ma nel linguaggio le soluzioni sono meno ovvie, anche tra le persone che sono d'accordo sul fatto che esista problema.  
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto