Le autorità di Teheran hanno
condannato rispettivamente
a 13 e 12 anni di carcere due giornaliste iraniane,
Niloofar Hamedi e Elaheh Mohammadi, le prime che svelarono al mondo il caso della 22enne di origine curda Mahsa Amini dopo l'arresto da parte della polizia morale, a settembre 2022. L'accusa nei loro confronti era infatti quella di aver collaborato con gli Stati Uniti sul caso della giovane morta dopo tre giorni di coma a seguito del fermo degli agenti per aver indossato male il velo, e di aver agito contro la sicurezza nazionale.
La sentenza di condanna
A rendere nota la condanna è stata l'agenzia di stampa Irna, citando la sentenza emessa da un Tribunale della rivoluzione iraniana.
Il quotidiano iraniano Hammihan il il 30 ottobre 2022 aveva in prima pagina un disegno che raffigura le croniste iraniane e il "Vietare il giornalismo"
"Hanno ricevuto rispettivamente sette e sei anni ciascuna per aver
collaborato con il governo ostile degli Stati Uniti. Poi cinque anni ciascuna per aver
agito contro la sicurezza nazionale e ciascuna un anno di prigione per
propaganda contro il sistema", ha riferito l'Irna. Gli avvocati delle giornaliste hanno respinto tutte le accuse, mentre l'Irna spiega che le sentenze possono essere appellate.
L'arresto di Niloofar Hamedi e Elaheh Mohammadi
Le due giornaliste sono state arrestate proprio a settembre 2022 e attualmente si trovano rinchiuse nel
carcere di Evin, a nord della capitale Teheran, struttura tristemente nota per essere quella in cui solitamente vengono relegati gli oppositori politici e i condannati a morte. Anche su di loro si vociferava una possibile pena capitale. L'agenzia di stampa Mizan precisa inoltre che la giuria ha comunque fatto sapere che se le condanne saranno confermate, il tempo già passato in prigione dalle due sarà sottratto agli anni da scontare.
Le proteste in Iran dopo la morte della giovane
Niloofar Hamedi, reporter del quotidiano statale Shargh Daily, è stata arrestata il 22 settembre, come aveva fatto sapere il suo avvocato via social, dopo aver
scattato una foto ai genitori di Mahsa Amini, abbracciati in un ospedale di Teheran dove la loro figlia giaceva in coma irreversibile. La collega responsabile del settore sociale del quotidiano statale Hammihan pochi giorni dopo ha subito la stessa sorte: aveva
seguito il funerale della 22enne nella sua città natale, Saqez, dove sono iniziate le proteste, con centinaia di donne che si sono
mostrate senza hijab o lo hanno bruciato pubblicamente.
Donna, Vita, Libertà
La
curdo-iraniana Mahsa Amini, di 22 anni, è morta il 16 settembre dello scorso anno dopo essere stata arrestata dalla polizia morale con l'accusa di aver indossato male l'hijab. Il suo decesso in custodia ha fatto nascere il
movimento di protesta "Donna, vita e libertà" che ha portato avanti manifestazioni contro il regime a livello nazionale e internazionale.
Mahsa Amini, la 22enne curo-iraniana morta dopo l'arresto da parte della polizia morale il 13 settembre 2022
Dopo l'arresto delle giornaliste e l'inizio del processo a maggio 2023, era stata lanciata una
petizione su Change.org, che ha raccolto oltre 260mila firme. Il Comitato per la protezione dei giornalisti, inoltre, ha condannato la sentenza nei confronti di Hamedi e Mohammadi e torna a
chiedere il loro immediato rilascio. "Le incriminazioni di Niloofar Hamedi ed Elahe Mohammadi sono una farsa e testimoniano chiaramente che la libertà di parola è stata compromessa e che il governo iraniano cerca disperatamente di criminalizzare il giornalismo", ha dichiarato Sherif Mansour, coordinatore del programma Medio Oriente e Nord Africa del CPJ. Le due redattrici hanno ora
20 giorni per presentare appello. Se la corte d'appello confermerà i verdetti, Hamedi dovrà scontare un minimo di sette anni di carcere e Mohammadi almeno sei. L'Iran si posiziona in ultima posizione nella classifica mondiale per quanto riguarda i giornalisti detenuti nel 2022, come il Cpj ha documentato nel suo report aggiornato al 1° dicembre scorso. Complessivamente, le autorità hanno
arrestato almeno 95 giornalisti sulla scia delle proteste.