Il Tribunale per i minorenni di Trento garantisce
l'adozione di un bambino di tre anni e mezzo da parte di un
genitore non biologico. La sentenza, che chiede che la procedura avvenga in tempi brevi, riguarda una coppia coppia omogenitoriale, ovvero con due papà. A darne notizia è il quotidiano trentino “il T”.
Il bambino figlio di due papà
F. è nato in Canada poco più di tre anni fa, tramite
maternità surrogata, ed è stato riconosciuto oltre Oceano come
figlio dei due uomini, come riportato sull’atto di nascita di quel Paese. La trascrizione di quel documento a Trento, dove la coppia di genitori abita, gli è stata negata, in ottemperanza a quanto disposto dal Ministero dell'Interno.
Il bambino è nato tramite gestazione per altri in Canada e qui è stato registrato come figlio di entrambi i due padri
Accade però che il
padre biologico del bambino, l’unico riconosciuto prima della sentenza del tribunale in Italia, non sta bene,
si ammala gravemente, è costretto a lunghi ricoveri in ospedale. Allora i due papà provano a correre ai ripari e si rivolgono all’avvocato bolognese Michele Giarratano, per chiedere la
stepchild adoption. La situazione, infatti, è critica: c’è il rischio che
il piccolo resti orfano (con l'eventuale decesso dell'unico genitore riconosciuto) e che a quel punto un tribunale lo dichiari
adottabile da un’altra famiglia, senza che l'altro papà che lo sta crescendo possa far nulla, nono essendo riconosciuto a livello legale. L'avvocato, a marzo scorso, inoltra l'istanza al presidente del tribunale per i minorenni di Trento, Giuseppe Spadaro. Passano i mesi, quattro per la precisione, e dopo una serie di consultazioni, con il coinvolgimento anche dei servizi sociali del capoluogo trentino, il collegio presieduto dallo stesso presidente di giuria si è pronunciato, come aveva fatto anche la Procura,
a favore dell'adozione da parte
del genitore sociale.
La sentenza e il vulnus giuridico
Il padre biologico risulta affetto da una patologia che non solo lo obbliga a lunghi ricoveri ospedalieri, ma potrebbe portarlo alla morte. Il possibile esito della malattia, assieme alla peculiare condizione del bambino e della persona che se ne prende cura, è stato uno degli elementi presi in considerazione dal collegio incaricato di valutare il caso.
Il tribunale per i minorenni di Trento ha dato il via libera alla stepchild adoption. anche la Procura dei minori ha dato parere positivo
Secondo la testata trentina "Il T." si tratta di "
uno dei primi casi, se non il primo in Italia, in cui si è posto il
problema del rischio morte del genitore biologico". Per l'avvocato della coppia omogenitoriale,
Michele Giarratano, "il tribunale di Trento dà atto del '
vulnus giuridico', del fatto che c'è un vuoto di tutela che in Italia riguarda i bambini figli di coppie omogenitoriali. Il collegio guidato dal presidente Spadaro, che già aveva fatto diverse pronunce innovative al tribunale per i minorenni di Bologna - continua - ha garantito in tempi brevi tutela al minore, nel suo preminente interesse, definendo l'adozione da parte del genitore
intenzionale". La sentenza ha garantito il ricorso alla stepchild adoption in tempi record, mirando a proteggere prima di tutto il bambino, perché non rischiasse di rimanere in uno stato di abbandono durante il lungo iter di solito richiesto per questa procedura. E lo ha fatto consentendo all'uomo che lo sta crescendo con tutto il suo amore di continuare a farlo, nonostante la legge non lo consideri ancora il suo papà. Secondo quanto espresso dai giudici, con l'adozione "non si è trattato di riconoscere il diritto del genitore sociale, bensì di
richiamarlo alle proprie responsabilità per aver voluto mettere in vita" il bimbo, in accordo con il diritto del minore ad avere una famiglia previsto dalla Costituzione. Considerata la complessità del caso e le condizioni di salute del padre biologico, assieme all'effettivo rischio per la tutela degli interessi del bambino, anche la stessa
Procura dei minori ha dato da subito parere positivo all'istanza della coppia omogenitoriale, chiedendo tuttavia di non dare seguito alla richiesta di iscrizione all'anagrafe del secondo padre, che non è prevista dalla normativa.