Figli di coppie gay: a Milano riprendono le trascrizioni ma ad una condizione

I minori nati all'estero, che hanno due papà, torneranno ad essere iscritti all'anagrafe comunale. Ad annunciarlo il sindaco Sala

di CAMILLA PRATO -
4 agosto 2023
papà per scelta 3

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Il Comune di Milano riprende la trascrizione degli atti di nascita dei figli di due papà nati all'estero (grazie alla maternità surrogata), "anche se con la sola indicazione del genitore biologico". Il sindaco Giuseppe Sala la definisce un'importante novità in un video pubblicato sui social giovedì 3 agosto, "un passo avanti rispetto al quadro degli scorsi mesi in risposta al quesito che avevamo posto al Ministero dell'Interno".

La circolare del Ministero

A gennaio scorso, in tutta Italia, con una circolare inviata a tutte le prefetture il ministero dell’Interno chiedeva infatti a tutti i sindaci di cessare di trascrivere gli atti di nascita di questi bambini e bambine nati all'estero grazie alla gestazione per altri.
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Il primo cittadino di Milano e l'assessora Romani annunciano la ripresa delle trascrizioni

Una richiesta basata su quanto stabilito dalla sentenza della Corte di Cassazione a dicembre 2022, in cui era ribadito il divieto (in Italia) di gestazione per altri (secondo la Legge 40/2004 è un reato), si definiva "pratica degradante" per la donna che vi si sottoponeva ed era esclusa la trascrivibilità automatica degli atti.

Cittadini e cittadine di serie B

Da inizio anno ad oggi, quindi, con lo stop imposto da Roma, i bimbi di coppie omogenitoriali nati fuori dal territorio nazionale venivano di fatto considerati cittadini di serie B, come denunciato a più riprese sia dalle famiglie arcobaleno stesse sia da associazioni e istituzioni municipali. "Formalmente erano minori non accompagnati", spiega Gaia Romani, assessora ai Servizi civici e generali del Comune di Milano. Attualmente in città ci sono nove bambini in questa situazione.
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Famiglie arcobaleno in rivolta dopo la circolare del Ministero dell'Interno che bloccava la trascrizione degli atti di nascita dei bambini nati all'estero da gestazione per altri

"In questi mesi ho sentito di coppie di padri che andavano al parco giochi portandosi dietro plichi di carta - aggiunge – tra passaporto estero del figlio in cui erano riportati i nomi di entrambi i papà, visto turistico se ancora valido, scartoffie varie che attestassero il proprio legame col bambino". Un legame che erano pronti a chiedere di veder riconosciuto da un giudice almeno uno dei due uomini, il padre biologico, prima della svolta di ieri. "Il parere positivo che abbiamo ottenuto dal ministero dell’Interno comporta che le coppie di padri potranno fare un passaggio in tribunale in meno", ha precisato infatti Sala. Quello che resta da fare, infatti, è la richiesta di "stepchild adoption" da parte dell'altro genitore.

I figli di due mamme

Ma i problemi sorti in questi mesi per le coppie omogenitoriali riguardano anche gli atti di nascita di bimbi partoriti in Italia da coppie di donne che avevano fatto ricorso all’estero a fecondazione eterologa. Anche su questi, infatti, la prefettura locale aveva infatti esteso dubbi sulla trascrivibilità.
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Giuseppe Sala, sindaco di Milano, con la famiglia Fiengo-Pardi il giorno del riconoscimento delle due madri della primogenita Margherita

Ad essere in stallo era ed è solo la trascrizione del nome della madre non biologica, perché essendo nati in Italia questi bambini avevano visto immediatamente riconosciuta all'anagrafe la mamma che li aveva portati in grembo. A più riprese, comunque, sono stati proprio i primi cittadini di alcune città italiane a violare la circolare e a continuare a registrare questi bambini, come accaduto a Roma e a Firenze ad esempio.

La novità a Milano: trascritto il papà biologico

"Chiedevamo in sostanza al governo di poter trascrivere in anagrafe gli atti di nascita dei bambini con due papà, con riferimento quantomeno al genitore biologico" prosegue Sala nel suo annuncio, spiegando di aver cercato un compromesso perché la richiesta venisse accolta. La trascrizione almeno del padre biologico serviva "per evitare che il minore si trovasse in Italia, nella nostra città, senza alcun atto che certificasse il legame con la sua famiglia, questo con tutte le innumerevoli difficoltà connesse". Per Romani, si tratta "di difficoltà estremamente concrete, dall'impossibilità di ottenere la residenza e la carta d'identità agli ostacoli nell'accesso alle graduatorie per gli asili nido, un evidente e insostenibile discriminazione in primis alle bambine e ai bambini".
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Gaia Romani, assessora ai Servizi civici e generali del Comune di Milano

Quindi, ha proseguito l'assessora, "riattiveremo la procedura[...] e ricontatteremo personalmente quelle famiglie che, rientrate a Milano verso febbraio-marzo, non si erano potute vedere riconosciute neanche questo piccolo passo e che da allora sono nel limbo tra mille difficoltà e preoccupazioni". Ancora il sindaco osserva che "per la prima volta il ministero dell'Interno ha chiarito che il Comune di Milano può valutare, ai fini della trascrizione del papà biologico del bimbo nato all'estero, atti ulteriori che provano chi sia il padre biologico e il percorso che la famiglia ha intrapreso. Non era mai successo". "Stiamo annunciando solo una piccola semplificazione - ha concluso Sala - ma ci teniamo in questa occasione a rinnovare la nostra vicinanza e quella della città tutta alla comunità arcobaleno. Siamo con voi e continueremo a lottare al vostro fianco, sempre".