Israele sotto attacco: donne, bambini e fragili tra gli ostaggi di Hamas

Da giorni si è riacceso il conflitto nei territori della Striscia di Gaza. Ancora una volta, a pagare il conto dell’ennesima guerra saranno i più fragili e vulnerabili.

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI -
11 ottobre 2023
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Una nuova, vecchia, guerra è già presente. L’incubo di un altro conflitto, quando ancora cadono le bombe in Ucraina, è diventato una triste realtà. Sabato lo Stato di Israele è stato attaccato da Hamas. Un’invasione da cielo e terra, una pioggia di razzi che ha messo a ferro e fuoco un già martoriato territorio, di qua e di là dalla Striscia. Il riaccendersi di un conflitto che va avanti da decenni in cui, come su ogni campo di battaglia, non ci sono vincitori né vinti, ma solo dolore e sofferenza. A oggi, risultano ancora centinaia gli ostaggi israeliani, tra civili e soldati, catturati dal gruppo militante palestinese e condotti nei territori della Striscia di Gaza. A ogni bomba che cadrà ne verrà ucciso uno, hanno fatto sapere da Hamas.

Israele sotto le bombe

Una modalità di attacco diversa dal passato, che rende ancora più manifesta una vulnerabilità che il mondo pensava Israele non potesse avere. Al netto delle falle nei sistemi di intelligence e del palese fallimento delle diplomazie internazionali, c’è un dato che desta ancora più sgomento: stando a quanto riferito dal quotidiano inglese Guardian, tra gli ostaggi figurano principalmente bambini, donne, anziani e disabili. Un ricatto perfetto in cui a fare da scudo umano ci sono i tasselli più fragili della società e, manco a dirlo, le donne, eterno bersaglio in ogni qualsivoglia conflitto. La guerra sarà lunga e dolorosa, dicono gli analisti, e nulla lascia sperare che si possa individuare e percorrere una soluzione pacifica. Dagli ultimi aggiornamenti, si ha notizia del fatto che gli ostaggi sono stati portati in località sparse e sperdute in tutta la Striscia di Gaza. Netanyahu ha puntato il dito contro Hamas, dicendo che il suo Stato regolerà i conti con chiunque faccia loro del male. Nel frattempo, i carri armati sono pronti a entrare nella Striscia, per le strade delle città d’Israele regnano paura e caos, donne, bambini, anziani e fragili sono l’arma più potente nelle mani di Hamas.
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Noa, la ragazza tra gli ostaggi di Hamas (Twitter/X)

Donne, bambini e anziani tra gli ostaggi

Sui social, sono molte le immagini che circolano sulla cattura degli ostaggi, tra retate nelle case e agguati per strada. Immagini volutamente messe in rete per dare prova della forza dell’attacco. Un video diffuso dalla BBC mostra un camion che attraversa la folla esultante nella Striscia di Gaza con un carico - si presume - di ostaggi. Un altro, la cui geolocalizzazione risulta nella Striscia di Gaza, mostra nitidamente una donna senza scarpe, trascinata dal retro di un camion, insanguinata e con le mani legate. E poi le scene dell’agguato al rave non lontano da Gaza, le motociclette da cui gli aggressori hanno fatto fuoco sui partecipanti, il rapimento sotto gli occhi del fidanzato di una partecipante alla festa. Alcuni degli ostaggi fuori dalla Striscia di Gaza sembrano essere stati liberati. Una di loro ha reso noto di essere stata barricata per ore in un rifugio antiaereo in città. Informazioni che hanno fatto piombare il mondo intero nel terrore di un conflitto che si preannuncia non limitato ai territori del combattimento. La politica internazionale ha dimostrato di aver fallito.
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Soldati israeliani a Kfar Aza, sud di Israele

Le vie diplomatiche sono in salita. Ancora una volta, a pagare il conto dell’ennesima guerra saranno i più fragili e vulnerabili. E le donne. I numeri di Unicef parlano chiaro: le violenze degli ultimi tre anni hanno causato la morte di 199 bambini e il ferimento di oltre 2800. Da sabato a oggi, sono centinaia i civili uccisi e feriti. Innumerevoli le violenze. Le donne, i bambini e il popolo di Israele e Palestina hanno bisogno di una soluzione pacifica e duratura. Tutte e tutti, in ogni angolo del mondo, hanno il diritto di vivere in pace, liberi da ogni genere di violenza.