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Home » Attualità » La carabiniera salva dal suicidio una madre: voleva gettarsi da un ponte tibetano nel Bellunese

La carabiniera salva dal suicidio una madre: voleva gettarsi da un ponte tibetano nel Bellunese

La donna aveva scavalcato le protezioni laterali e si diceva intenzionata a buttarsi, non lasciando avvicinare nessuno tranne Martina Pigliapoco, la giovane militare che è riuscita a instaurare un dialogo e poi a farla desistere dal terribile gesto

Marianna Grazi
6 Ottobre 2021
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Domenica, 8 di mattina. Alla Centrale dei carabinieri arriva una telefonata da Perarolo di Cadore, nel Bellunese. È urgente, c’è una donna che vuole buttarsi di sotto da un ponte tibetano di una strada forestale. Quando la prima pattuglia partita da Cortina D’Ampezzo arriva sul posto la trova al di là delle recinzioni laterali, con le gambe a penzoloni, sotto di lei un canalone profondo 80 metri. Il vuoto, senza scampo. Bisogna fare presto. I due, giunti sul posto, un graduato esperto e un giovane carabiniera, Martina Pigliapoco, della stazione di San Vito di Cadore, si rendono immediatamente conto che la donna non era una escursionista in pericolo, ma che ha intenzione di farla finita.

Pigliapoco si avvicina alla signora, in condizioni disperate, e riesce ad allacciare un contatto verbale, presto diventato un rapporto di fiducia reciproca. Tutto sembra andare per il meglio, sembra aprirsi la speranza di una rapida conclusione positiva della vicenda. Ma la donna, una madre di tre figli originaria del Trevigiano, si dice intenzionata a buttarsi. Le cause sconosciute. Non consente a nessuno di avvicinarsi né tantomeno di parlarle, tranne alla giovane in uniforme, che si trova seduta a terra a pochi metri da lei. Tra le due si crea una sorta di legame empatico, parlano di tutto fino a che l’argomento arriva proprio ai bambini, come consigliato alla carabiniera da un collega, esperto mediatore, a distanza.

In quel momento, nella testa della donna appesa al ponte, scatta qualcosa: l’amore per i suoi figli e i sensi di colpa che avrebbe generato in loro il gesto della madre sono le giuste leve per farle cambiare idea sul suicidio. Allora raccogliendo tutte le sue forze, ha infine riscavalcato il parapetto, tornando sul ponte dove ha abbracciato la giovane militare. Quella che poteva essere una tragedia, così, si è trasformata in una storia di coraggio a lieto fine.

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
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