Un'assenza che pesa: l'Italia non si unirà alla causa della Commissione europea contro la legge ungherese che "vieta la promozione dell'omosessualità" tra i minori. Se salgono a 15 gli Stati membri dell'Unione europea che, insieme al Parlamento europeo, parteciperanno al ricorso contro il governo di Viktor Orbán in merito alla norma anti propaganda Lgbt. Tra gli ultimi governi ad aderire quelli di Francia e Germania, che andranno a allearsi a Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Irlanda, Austria, Finlandia, Svezia, Slovenia, Grecia e Malta nella più grande causa per violazione dei diritti umani ed europei dinanzi alla Corte di Giustizia che ha sede a Lussemburgo. Manca, invece, il nostro Paese. Lo comunica l'ong Forbidden Colors, sostenitrice delle adesioni e tra i promotori di una petizione sul tema.
Le accuse al governo Meloni
Su Twitter Riccardo Magi, il segretario di +Europa è tra i primi a scagliarsi contro l'assenza italiana. Il governo, infatti, in discontinuità con il precedente guidato da Mario Draghi, ha scelto di non sostenere la Commissione europea e ha fatto scadere i termini, fissati in giovedì 6 aprile, per unirsi ai ricorrenti. Tra i politici di opposizione si schiera anche Ivan Scalfarotto, di Italia Viva, che commenta la decisione del governo di non schierarsi contro le norme ungheresi "Il giorno della vergogna". "Addolora prendere atto che il governo Meloni, che sulla guerra in Ucraina ha scelto di stare dalla parte giusta della storia, al fianco dell'Ucraina e dell'Occidente, in materia di diritti, sceglie di stare insieme a Orban e Putin", dichiara Claudio Uberti, presidente dell'associazione radicale Certi Diritti, che aveva avviato anche una petizione in tema. "15 Stati Ue sostengono causa contro legge ungherese anti-LGBT, alcuni dei quali con governi di centrodestra, ma il Governo Meloni fa finta di niente. Dobbiamo aspettarci anche in Italia una legge censura in pieno stile Minculpop che vieti di parlare di omosessualità a scuola?" si chiede invece Rosario Coco, presidente di Gaynet. "L'assenza dell'Italia è imbarazzante, anche perché molte forze politiche di centrodestra in Europa si stanno schierando contro Orban". "Dopo l'attacco frontale alle famiglie arcobaleno - prosegue Coco -, il tentativo in corso di respingere sistematicamente i migranti Lgbt+ e l'ossessione per la carriera alias nelle scuole, cos'altro dobbiamo vedere? Vietare di parlare di omosessualità e varianza di genere a scuola significa alimentare odio, stigma e ignoranza e censurare l'esistenza di persone in carne ed ossa, alcune delle quali hanno già tentato il suicidio. Questo è quello che ha fatto Orban. Ci dica ora Meloni cosa dobbiamo aspettarci, visto che il suo governo sta difendendo l'indifendibile".In Europa il gov. Meloni si schiera con Orban a difesa della vergognosa legge ungherese contro la comunità LGBTI+. Dopo lo stop alle registrazioni dei figli delle famiglie arcobaleno,un altro passo verso l’omofobia di Stato. Con Meloni l’Italia va in rotta di collisione con l’UE.
— Riccardo Magi (@riccardomagi) April 7, 2023