Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Politica » Il referendum sulla propaganda anti-lgbt è nullo. La vittoria mutilata di Orbán in Ungheria

Il referendum sulla propaganda anti-lgbt è nullo. La vittoria mutilata di Orbán in Ungheria

Il premier è stato rieletto per il quarto mandato consecutivo: l'esultanza per la "vittoria contro tutti", compreso il presidente ucraino Zelensky, e l'ombra dei brogli. Ma nel voto popolare contro l'omosessualità manca il quorum

Marianna Grazi
4 Aprile 2022
L'Ungheria si spacca: il Parlamento approva la legge "anti propaganda lgbtq" mentre nelle strade il pride richiamai migliaia di cittadini

L'Ungheria si spacca: il Parlamento approva la legge "anti propaganda lgbtq" mentre nelle strade il pride richiamai migliaia di cittadini

Share on FacebookShare on Twitter

In Ungheria il referendum “anti-propaganda Lgbtq” è stato dichiarato nullo. Per il premier Viktor Orbán, vincitore dalla tornata elettorale di domenica 3 aprile, e ottiene così il suo quarto mandato consecutivo, arriva infatti anche la sconfitta dal voto popolare che aveva convocato a luglio 2021 sulla legge che vieta la ‘promozione dell’omosessualità’ ai minori. Insomma per il presidente ungherese una vittoria mutilata, che impone ora un ripensamento generale in materia di diritti delle persone queer del Paese.

Il referendum sull’omosessualità

Ungheria, il referendum sulla legge che vieta la ‘promozione dell’omosessualità’ ai minori è stato dichiarato nullo per mancanza del quorum

Il referendum, tenuto ieri in concomitanza con le elezioni, è risultato nullo per la mancanza del quorum minimo necessario, proprio come auspicato dalle associazioni per i diritti umani che avevano fatto campagna in questo senso. La legge era stata presentata dal partito ultraconservatore Fidesz e a giugno 2021 era stata approvata a larga maggioranza, ma anche immediatamente osteggiata sia delle associazioni a difesa della comunità Lgbtq+ stesse sia dall’opinione pubblica internazionale. Ma non solo, a causa di questa nuova misura, vista come illiberale e omotransfobica, la Commissione Europea aveva avviato una procedura di infrazione contro il Paese, minacciando anche pesanti sanzioni economiche se non fosse stata abrogata. La legge vieta infatti di mostrare ai minori di 18 anni qualsiasi contenuto (sia in tv che nei luoghi di educazione) che ritragga o promuova l’omosessualità o il cambio di sesso. Le mosse dell’Ue avevano irritato il premier Orbán, che minacciando anche l’uscita dell’Ungheria dalla comunità, aveva deciso di convocare un referendum, convinto dell’appoggio sociale alla sua scelta. Un sostegno che però è mancato, ma nonostante ciò la legge rimarrà in vigore.

La rielezione

Se il volto dell’Ungheria non cambia si apre però una crepa su un muro di intolleranza e rigorismo finora considerato insormontabile e robustissimo. Viktor Orbán vince ancora, è vero, e con larga maggioranza (con lo scrutinio al 98% il partito Fidesz era già al 53,1% di preferenze, contro il 35% dell’Alleanza di opposizione di Péter Marki-Zay). In uno dei voti più importanti nella storia del Paese e per la sua stessa carriera, colui che si era proposto come “uomo della pace” esce trionfante e non perde l’occasione di sottolinearlo ai ‘colleghi/nemici’ dell’Unione europea: “È una vittoria così grande che si vede dalla Luna e di certo da Bruxelles“.  “Questa nostra quarta vittoria consecutiva è la più importante, perché abbiamo conquistato il potere contro un’opposizione che si era alleata. Si sono alleati tutti e noi abbiamo vinto lo stesso – ha detto il premier -. Abbiamo vinto anche a livello internazionale contro il globalismo. Contro Soros. Contro i media mainstream europei. E anche contro il presidente ucraino“.

Viktor Orban Fidesz Ungheria
Il presidente uscente Viktor Orban è stato rieletto per il quarto mandato consecutivo (ANSA)

La dichiarazione, in tarda serata, quando ormai i conti sono quasi fatti e la vittoria è ormai al sicuro, arriva come una lama che taglia in due la stessa Europa. E che risponde a quelle che lo stesso Orbán considerava interferenze illegittime nella sua politica, con l’assist all’opposizione arrivato anche dal presidente dell’Ucraina, a sostegno di un cambio di rotta contro la deriva illiberale della democrazia ungherese. Volodymyr Zelensky infatti, sabato notte si era appellato nuovamente a Viktor Orbán come “unico in Europa a sostenere apertamente Putin“. “Non ho paura a chiamare la guerra con il suo nome: questa si chiama onestà, cosa che manca a Viktor Orbán, forse l’ha persa da qualche parte nei suoi rapporti con Mosca” aveva attaccato il leader ucraino.

Un attacco che, forse, si è rivelato controproducente, viste le reazioni e i risultati del voto. Che si è svolto in un clima teso, quasi di paura, instillata dalla propaganda filogovernativa, la quale è stata capace di far filtrare tra gli elettori l’idea che l’opposizione volesse trascinare l’Ungheria in guerra, autorizzando il passaggio di armi dirette all’Ucraina. “Fidesz rappresenta una forza conservatrice patriottica e cristiana. È il futuro dell’Europa. Prima l’Ungheria!“, ha concluso infatti il rieletto presidente, riprendendo un’altra celebre dichiarazione usata da Donald Trump durante la campagna elettorale USA del 2016, ovvero “America first”.

L’accusa di brogli

elezioni ungheria
Si allunga l’ombra dei brogli sulle recente elezioni in Ungheria (ANSA)

Sul voto per il rinnovo del Parlamento ungherese si allunga però l’ombra dei brogli. L’ong Hungarian Civil Liberties Union ha infatti già segnalato alcune presunte irregolarità, tra le quali pullman sponsorizzati che a Hortobagy, cittadina a est del Paese, il governo locale avrebbe organizzato e pubblicizzato per portare la gente a votare (ovviamente per il partito di maggioranza). Un accusa però non isolata, che si aggiunge invece a quelle già lanciate nei giorni scorsi dai giornalisti, quando in una regione abitata dalla minoranza ungherese nella vicina Romania erano state rinvenute delle schede elettorali bruciate. Non a caso, dunque, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) ha mandato per la prima volta in un paese dell’Ue 200 osservatori per monitorare il corretto svolgimento del voto.

Potrebbe interessarti anche

Karin Ann (credits Jose Andres Cortes)
Spettacolo

Karin Ann con “for a moment” canta l’accettazione dei traumi: “Non dovete affrontarli da soli”

1 Febbraio 2023
George Ciupilan (Instagram)
Spettacolo

Grande Fratello Vip 7, George Ciupilan e l’alcol. “Bevevo per non sentire la pressione”

31 Gennaio 2023
La Barbie dedicata a Bessie Coleman (Mattel)
Lifestyle

Barbie Bessie Coleman, la bambola celebra la prima donna afroamericana a diventare pilota

26 Gennaio 2023

Instagram

  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

#lucenews #isaacortman #minnesota #boyscout
In Ungheria il referendum "anti-propaganda Lgbtq" è stato dichiarato nullo. Per il premier Viktor Orbán, vincitore dalla tornata elettorale di domenica 3 aprile, e ottiene così il suo quarto mandato consecutivo, arriva infatti anche la sconfitta dal voto popolare che aveva convocato a luglio 2021 sulla legge che vieta la 'promozione dell'omosessualità' ai minori. Insomma per il presidente ungherese una vittoria mutilata, che impone ora un ripensamento generale in materia di diritti delle persone queer del Paese.

Il referendum sull'omosessualità

Ungheria, il referendum sulla legge che vieta la 'promozione dell'omosessualità' ai minori è stato dichiarato nullo per mancanza del quorum
Il referendum, tenuto ieri in concomitanza con le elezioni, è risultato nullo per la mancanza del quorum minimo necessario, proprio come auspicato dalle associazioni per i diritti umani che avevano fatto campagna in questo senso. La legge era stata presentata dal partito ultraconservatore Fidesz e a giugno 2021 era stata approvata a larga maggioranza, ma anche immediatamente osteggiata sia delle associazioni a difesa della comunità Lgbtq+ stesse sia dall'opinione pubblica internazionale. Ma non solo, a causa di questa nuova misura, vista come illiberale e omotransfobica, la Commissione Europea aveva avviato una procedura di infrazione contro il Paese, minacciando anche pesanti sanzioni economiche se non fosse stata abrogata. La legge vieta infatti di mostrare ai minori di 18 anni qualsiasi contenuto (sia in tv che nei luoghi di educazione) che ritragga o promuova l'omosessualità o il cambio di sesso. Le mosse dell'Ue avevano irritato il premier Orbán, che minacciando anche l'uscita dell'Ungheria dalla comunità, aveva deciso di convocare un referendum, convinto dell'appoggio sociale alla sua scelta. Un sostegno che però è mancato, ma nonostante ciò la legge rimarrà in vigore.

La rielezione

Se il volto dell'Ungheria non cambia si apre però una crepa su un muro di intolleranza e rigorismo finora considerato insormontabile e robustissimo. Viktor Orbán vince ancora, è vero, e con larga maggioranza (con lo scrutinio al 98% il partito Fidesz era già al 53,1% di preferenze, contro il 35% dell'Alleanza di opposizione di Péter Marki-Zay). In uno dei voti più importanti nella storia del Paese e per la sua stessa carriera, colui che si era proposto come "uomo della pace" esce trionfante e non perde l'occasione di sottolinearlo ai 'colleghi/nemici' dell'Unione europea: "È una vittoria così grande che si vede dalla Luna e di certo da Bruxelles".  "Questa nostra quarta vittoria consecutiva è la più importante, perché abbiamo conquistato il potere contro un'opposizione che si era alleata. Si sono alleati tutti e noi abbiamo vinto lo stesso - ha detto il premier -. Abbiamo vinto anche a livello internazionale contro il globalismo. Contro Soros. Contro i media mainstream europei. E anche contro il presidente ucraino".
Viktor Orban Fidesz Ungheria
Il presidente uscente Viktor Orban è stato rieletto per il quarto mandato consecutivo (ANSA)
La dichiarazione, in tarda serata, quando ormai i conti sono quasi fatti e la vittoria è ormai al sicuro, arriva come una lama che taglia in due la stessa Europa. E che risponde a quelle che lo stesso Orbán considerava interferenze illegittime nella sua politica, con l'assist all'opposizione arrivato anche dal presidente dell'Ucraina, a sostegno di un cambio di rotta contro la deriva illiberale della democrazia ungherese. Volodymyr Zelensky infatti, sabato notte si era appellato nuovamente a Viktor Orbán come "unico in Europa a sostenere apertamente Putin". "Non ho paura a chiamare la guerra con il suo nome: questa si chiama onestà, cosa che manca a Viktor Orbán, forse l'ha persa da qualche parte nei suoi rapporti con Mosca" aveva attaccato il leader ucraino. Un attacco che, forse, si è rivelato controproducente, viste le reazioni e i risultati del voto. Che si è svolto in un clima teso, quasi di paura, instillata dalla propaganda filogovernativa, la quale è stata capace di far filtrare tra gli elettori l'idea che l'opposizione volesse trascinare l'Ungheria in guerra, autorizzando il passaggio di armi dirette all'Ucraina. "Fidesz rappresenta una forza conservatrice patriottica e cristiana. È il futuro dell'Europa. Prima l'Ungheria!", ha concluso infatti il rieletto presidente, riprendendo un'altra celebre dichiarazione usata da Donald Trump durante la campagna elettorale USA del 2016, ovvero "America first".

L'accusa di brogli

elezioni ungheria
Si allunga l'ombra dei brogli sulle recente elezioni in Ungheria (ANSA)
Sul voto per il rinnovo del Parlamento ungherese si allunga però l'ombra dei brogli. L'ong Hungarian Civil Liberties Union ha infatti già segnalato alcune presunte irregolarità, tra le quali pullman sponsorizzati che a Hortobagy, cittadina a est del Paese, il governo locale avrebbe organizzato e pubblicizzato per portare la gente a votare (ovviamente per il partito di maggioranza). Un accusa però non isolata, che si aggiunge invece a quelle già lanciate nei giorni scorsi dai giornalisti, quando in una regione abitata dalla minoranza ungherese nella vicina Romania erano state rinvenute delle schede elettorali bruciate. Non a caso, dunque, l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) ha mandato per la prima volta in un paese dell'Ue 200 osservatori per monitorare il corretto svolgimento del voto.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto