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Home » Attualità » Londra, apre il primo negozio al mondo di cosmetici per soli uomini del brand War Paint

Londra, apre il primo negozio al mondo di cosmetici per soli uomini del brand War Paint

Nella capitale inglese il famoso brand specializzato nel maquillage maschile ha aperto il primo negozio di trucchi per uomini: un'altra spallata agli stereotipi di genere

Francesco Lommi
9 Agosto 2021
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Il mondo è sempre più aperto alle diversità.

Negli ultimi anni in particolare, le battaglie sociali e l’attenzione mediatica si sono concentrate su un tema troppo a lungo dimenticato come l’identità di genere. Con questo termine non si intende altro che il senso di appartenenza ad un sesso e ad un genere in cui ci si identifica, non per forza corrispondente a quello di nascita, e non riguarda l’orientamento sessuale. Così, grazie soprattutto alla crescente consapevolezza, un passo alla volta, si stanno abbattendo i famigerati stereotipi di genere. Come quello per cui una donna non sarebbe adatta per giocare una partita di calcio o un uomo non dovrebbe indossare una gonna e dipingersi le unghie con lo smalto. Sono infatti sempre di più gli artisti e personaggi famosi cisgender (ovvero coloro che si riconoscono nel loro sesso) che non si pongono limiti nel look semplicemente perché un accessorio o un abito è considerato “da uomo” o “da donna”.

Fedez e la sua linea di smalti, Achille Lauro e i suoi abiti di scena ma anche i Måneskin: la fama e la stima di cui godono questi personaggi stanno sdoganando al grande pubblico, grazie alle loro casse di risonanza social da milioni di followers, l’idea di poter fare ciò che si vuole del proprio corpo e del proprio aspetto, senza che ciò indichi appartenenza a un determinato orientamento sessuale. Ed è proprio in questo contesto che si colloca il nuovo negozio di Londra, aperto in Carnaby Street al numero 29, del marchio di bellezza inglese specializzato nel maquillage maschile, for Man. Il War Paint store è dunque il primo negozio di trucchi per uomini del mondo. Il brand, noto per le sue creme idratanti variopinte, correttori, gel per barba e sopracciglia, mette a disposizione l’intera gamma della propria produzione all’interno del punto vendita e, inoltre, dà la possibilità di testare i prodotti prima dell’acquisto. Il negozio è fornitissimo e offre anche servizi unici come “designed by me” che prevede la creazione di un fondotinta personalizzato o una crema idratante colorata secondo la tonalità della pelle del cliente che lo richiede. Un vero e proprio calcio alla discriminazione di genere.

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

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  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
Il mondo è sempre più aperto alle diversità. Negli ultimi anni in particolare, le battaglie sociali e l’attenzione mediatica si sono concentrate su un tema troppo a lungo dimenticato come l’identità di genere. Con questo termine non si intende altro che il senso di appartenenza ad un sesso e ad un genere in cui ci si identifica, non per forza corrispondente a quello di nascita, e non riguarda l’orientamento sessuale. Così, grazie soprattutto alla crescente consapevolezza, un passo alla volta, si stanno abbattendo i famigerati stereotipi di genere. Come quello per cui una donna non sarebbe adatta per giocare una partita di calcio o un uomo non dovrebbe indossare una gonna e dipingersi le unghie con lo smalto. Sono infatti sempre di più gli artisti e personaggi famosi cisgender (ovvero coloro che si riconoscono nel loro sesso) che non si pongono limiti nel look semplicemente perché un accessorio o un abito è considerato “da uomo” o “da donna”. Fedez e la sua linea di smalti, Achille Lauro e i suoi abiti di scena ma anche i Måneskin: la fama e la stima di cui godono questi personaggi stanno sdoganando al grande pubblico, grazie alle loro casse di risonanza social da milioni di followers, l’idea di poter fare ciò che si vuole del proprio corpo e del proprio aspetto, senza che ciò indichi appartenenza a un determinato orientamento sessuale. Ed è proprio in questo contesto che si colloca il nuovo negozio di Londra, aperto in Carnaby Street al numero 29, del marchio di bellezza inglese specializzato nel maquillage maschile, for Man. Il War Paint store è dunque il primo negozio di trucchi per uomini del mondo. Il brand, noto per le sue creme idratanti variopinte, correttori, gel per barba e sopracciglia, mette a disposizione l’intera gamma della propria produzione all’interno del punto vendita e, inoltre, dà la possibilità di testare i prodotti prima dell’acquisto. Il negozio è fornitissimo e offre anche servizi unici come “designed by me” che prevede la creazione di un fondotinta personalizzato o una crema idratante colorata secondo la tonalità della pelle del cliente che lo richiede. Un vero e proprio calcio alla discriminazione di genere.
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