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Home » Attualità » Londra, occupata la villa di Oleg Deripaska. Gli attivisti volevano usarla come casa per i rifugiati ucraini. Otto arresti

Londra, occupata la villa di Oleg Deripaska. Gli attivisti volevano usarla come casa per i rifugiati ucraini. Otto arresti

Un gruppo di anarchici ha preso d'assalto la proprietà del magnate, già sequestrata dalle autorità inglesi per le sanzioni occidentali agli oligarchi russi. Sul balcone della villa gli attivisti avevano fatto sventolare uno striscione con scritto: "Questa proprietà è stata liberata"

Luca Marchetti
15 Marzo 2022
A Londra occupata la villa di Oleg Deripaska

A Londra occupata la villa di Oleg Deripaska

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“Questa proprietà è stata liberata”. A Londra un gruppo di attivisti ha occupato la villa di Oleg Deripaska, oligarca russo e fondatore del colosso dell’alluminio Rusal. La proprietà del magnate russo, già sequestrata dalle autorità inglesi per le sanzioni occidentali agli oligarchi russi, è stata presa d’assalto dai manifestanti, che hanno fatto irruzione nella villa, facendo sventolare dal balcone del palazzo situato nel centro di Londra, a Belgrave Square, una bandiera dell’Ucraina e altri striscioni contro la Russia. Gli attivisti hanno occupato il palazzo dicendo che “servirà come centro di supporto per i rifugiati, per gli ucraini e le persone di tutte le nazioni ed etnie”. Ma alla fine la polizia ha sgomberato la proprietà del magnate russo e otto attivisti sono stati arrestati.

A group of protesters have occupied Russian oligarch Oleg Deripaska’s London mansion

Surreal scenes as they hold a press conference from the balcony, with reporters behind a police cordon pic.twitter.com/rdD02EoAVK

— Greg Barradale (@GregBarradale) March 14, 2022

Gli attivisti pro-Ucraina hanno occupato il palazzo dell’oligarca russo Oleg Deripaska a mezzanotte di lunedì 14 marzo. Venti ore dopo, la polizia di Londra ha comunicato che le proteste erano terminate e che otto persone in totale erano state arrestate per violazione di domicilio. Quattro persone sono state arrestate all’interno della lussuosa villa a Belgrave Square, altre quattro all’esterno. Il gruppo di attivisti si chiama London Makhnovisti, dal nome dell’anarchico ucraino Nestor Ivanovič Machno, che si ribellò contro l’Armata Bianca russa nel 1918-1921.

A Londra un gruppo di attivisti ha occupato la villa di Oleg Deripaska, oligarca russo

In piedi sul balcone della villa, uno degli attivisti ha detto ai giornalisti che “stiamo facendo il lavoro del governo”. E che “reclamiamo l’edificio per metterlo a disposizione dei rifugiati ucraini”. Il gruppo di manifestanti anarchici ha detto che in quella “ridicola” villa c’erano circa 200 stanze, con dentro “tante cose che un normale essere umano non avrebbe mai avuto”, tra cui un cinema e svariate opere d’arte. “È enorme – ha dichiarato uno dei manifestanti alla Bbc – Mi sono perso non so quante volte. Ci sono così tante stanze inutili”.

La polizia inglese ha arrestato otto attivisti per violazione di domicilio

Oleg Deripaska, chi è il magnate russo proprietario della villa occupata a Londra

Oleg Vladimirovič Deripaska, 54 anni, ex marito della nipote di Boris Eltsin, è considerato tra gli oligarchi più vicini al presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, e secondo la rivista Forbes, uno degli uomini più ricchi di tutta la Russia con un patrimonio stimato nel 2020 di 2,8 miliardi di dollari. Oleg Deripaska è il fondatore di Basic Element, uno dei più grandi gruppi industriali della Russia, e fino al 2018 è stato presidente della United Company Rusal, una delle maggiori aziende di alluminio al mondo. Tra i più stretti amici di Oleg Deripaska c’è Roman Abramovich, ex proprietario del Chelsea nonché proprietario dell’Evraz Group e della compagnia petrolifera russa Sibneft. Abramovich e Deripaska si accordarono, e dopo aver fuso le azioni della SibAI e della Sibneft, crearono la holding RusAI, di cui Deripaska divenne direttore generale.

Il presidente russo Vladimir Putin e l’oligarca Oleg Deripaska

Prima dell’invasione russa e delle conseguenti sanzioni occidentali, già nel 2018 Oleg Deripaska fu sanzionato dagli Stati Uniti, insieme ad altri 23 magnati russi. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti spiegò che Deripaska era “accusato di minacciare la vita di rivali in affari, intercettare illegalmente un funzionario governativo e prendere parte a estorsioni e racket”.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
"Questa proprietà è stata liberata". A Londra un gruppo di attivisti ha occupato la villa di Oleg Deripaska, oligarca russo e fondatore del colosso dell'alluminio Rusal. La proprietà del magnate russo, già sequestrata dalle autorità inglesi per le sanzioni occidentali agli oligarchi russi, è stata presa d'assalto dai manifestanti, che hanno fatto irruzione nella villa, facendo sventolare dal balcone del palazzo situato nel centro di Londra, a Belgrave Square, una bandiera dell'Ucraina e altri striscioni contro la Russia. Gli attivisti hanno occupato il palazzo dicendo che "servirà come centro di supporto per i rifugiati, per gli ucraini e le persone di tutte le nazioni ed etnie". Ma alla fine la polizia ha sgomberato la proprietà del magnate russo e otto attivisti sono stati arrestati.

A group of protesters have occupied Russian oligarch Oleg Deripaska’s London mansion

Surreal scenes as they hold a press conference from the balcony, with reporters behind a police cordon pic.twitter.com/rdD02EoAVK — Greg Barradale (@GregBarradale) March 14, 2022
Gli attivisti pro-Ucraina hanno occupato il palazzo dell'oligarca russo Oleg Deripaska a mezzanotte di lunedì 14 marzo. Venti ore dopo, la polizia di Londra ha comunicato che le proteste erano terminate e che otto persone in totale erano state arrestate per violazione di domicilio. Quattro persone sono state arrestate all'interno della lussuosa villa a Belgrave Square, altre quattro all'esterno. Il gruppo di attivisti si chiama London Makhnovisti, dal nome dell'anarchico ucraino Nestor Ivanovič Machno, che si ribellò contro l'Armata Bianca russa nel 1918-1921.
A Londra un gruppo di attivisti ha occupato la villa di Oleg Deripaska, oligarca russo
In piedi sul balcone della villa, uno degli attivisti ha detto ai giornalisti che "stiamo facendo il lavoro del governo". E che "reclamiamo l'edificio per metterlo a disposizione dei rifugiati ucraini". Il gruppo di manifestanti anarchici ha detto che in quella "ridicola" villa c'erano circa 200 stanze, con dentro "tante cose che un normale essere umano non avrebbe mai avuto", tra cui un cinema e svariate opere d'arte. "È enorme - ha dichiarato uno dei manifestanti alla Bbc - Mi sono perso non so quante volte. Ci sono così tante stanze inutili".
La polizia inglese ha arrestato otto attivisti per violazione di domicilio

Oleg Deripaska, chi è il magnate russo proprietario della villa occupata a Londra

Oleg Vladimirovič Deripaska, 54 anni, ex marito della nipote di Boris Eltsin, è considerato tra gli oligarchi più vicini al presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, e secondo la rivista Forbes, uno degli uomini più ricchi di tutta la Russia con un patrimonio stimato nel 2020 di 2,8 miliardi di dollari. Oleg Deripaska è il fondatore di Basic Element, uno dei più grandi gruppi industriali della Russia, e fino al 2018 è stato presidente della United Company Rusal, una delle maggiori aziende di alluminio al mondo. Tra i più stretti amici di Oleg Deripaska c'è Roman Abramovich, ex proprietario del Chelsea nonché proprietario dell'Evraz Group e della compagnia petrolifera russa Sibneft. Abramovich e Deripaska si accordarono, e dopo aver fuso le azioni della SibAI e della Sibneft, crearono la holding RusAI, di cui Deripaska divenne direttore generale.
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