Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Margherita Hack, il secolo d’oro dell’astrofisica nel ricordo di chi l’ha conosciuta: “Una precorritrice”

Margherita Hack, il secolo d’oro dell’astrofisica nel ricordo di chi l’ha conosciuta: “Una precorritrice”

Il 12 giugno 1922 nasceva una donna spaziale, cittadina impegnata nella lotta per i diritti civili, un passato da sportiva e una quotidianità fatta di piccole-grandi passioni. I suoi collaboratori la raccontano

Antonio De Blasi
12 Giugno 2022
Il 12 giugno 1922 nasceva, a Firenze, Margherita Hack. Scienziata di fama internazionale, cittadina impegnata nella lotta per i diritti civili, un passato da sportiva e una quotidianità fatta di tante piccole-grandi passioni

Il 12 giugno 1922 nasceva, a Firenze, Margherita Hack. Scienziata di fama internazionale, cittadina impegnata nella lotta per i diritti civili, un passato da sportiva e una quotidianità fatta di tante piccole-grandi passioni

Share on FacebookShare on Twitter

Il 12 giugno 1922 nasceva, a Firenze, Margherita Hack. Scienziata di fama internazionale, cittadina impegnata nella lotta per i diritti civili, un passato da sportiva e una quotidianità fatta di tante piccole-grandi passioni, Margherita Hack ha fatto di questa sua poliedricità lo strumento per avvicinarsi a una moltitudine di persone. Ancora oggi, a 9 anni dalla sua morte – avvenuta il 29 giugno 2013 – il suo ricordo è vivo e affascina.

Chi è Margherita Hack 

Margherita Hack trascorre la sua adolescenza a Firenze. Frequenta il liceo classico statale Galileo Galilei e poi prosegue gli studi, in pieno periodo bellico, alla Facoltà di Fisica dell’Università del capoluogo toscano.
Nel periodo universitario non solo studia, ma si dedica molto anche allo sport, classificandosi prima sia nel salto in alto che nel salto in lungo ai Giochi del Littorio, gli odierni Giochi Universitari, e giungendo terza in due edizioni dei campionati assoluti di Bologna e Roma.
Nel 1945, a soli 23 anni, si laurea con il massimo dei voti, con una tesi in Astrofisica che realizza presso lo storico Osservatorio di Arcetri, sui colli Fiorentini.

Nel 1964, Margherita Hack vince la cattedra di astronomia presso l’Università di Trieste e diventa direttore del locale Osservatorio Astronomico, prima donna in Italia a conseguire questo incarico
Nel 1964, Margherita Hack vince la cattedra di astronomia presso l’Università di Trieste e diventa direttore del locale Osservatorio Astronomico, prima donna in Italia a conseguire questo incarico

Gli inizi

Appena laureatasi, inizia a lavorare all’estero con diverse borse di studio, iniziando così a farsi conoscere nel mondo scientifico internazionale. Dopo Parigi, Utrecht, Berkeley e Princeton, nel 1954 la Hack vince un concorso da astronomo all’Osservatorio Astronomico di Merate, sede distaccata dell’Osservatorio di Brera, dove vi resterà per 10 anni. Qui lavora al telescopio dotato di uno spettrografo, strumento fondamentale per i suoi interessi scientifici legati alle stelle.

Rosanna Faraggiana

Rosanna Faraggiana, già astronoma presso l’Università di Trieste
Rosanna Faraggiana, già astronoma presso l’Università di Trieste

In questo periodo le viene affidata la sua prima dottoranda, che diverrà poi una delle sue più strette collaboratrici. Rosanna Faraggiana, già astronoma presso l’Università di Trieste, così ricorda il suo rapporto con Margherita Hack. “Sin dal primo momento, Margherita mi ha voluto trasmettere il suo entusiasmo per lo studio delle stelle, senza ostentare alcuna superiorità, senza incutermi soggezione. Allo stesso tempo è sempre stata molto onesta con me, non nascondendomi le difficoltà che avrei incontrato in quanto donna in un ambiente accademico prettamente maschile. Un giorno – prosegue l’astronoma – mi raccontò che negli Stati Uniti alle donne era addirittura vietato l’ingresso nei telescopi di Monte Wilson e Monte Palomar. Un divieto che veniva giustificato con un pretesto quanto mai assurdo: la presenza di un solo bagno. L’unico escamotage per le donne astronome che volevano osservare in quei telescopi era di trovarsi un marito astronomo”.

Il 12 giugno 1922 nasceva, a Firenze, Margherita Hack. Scienziata di fama internazionale, cittadina impegnata nella lotta per i diritti civili, un passato da sportiva e una quotidianità fatta di tante piccole-grandi passioni
Il 12 giugno 1922 nasceva, a Firenze, Margherita Hack. Scienziata di fama internazionale, cittadina impegnata nella lotta per i diritti civili, un passato da sportiva e una quotidianità fatta di tante piccole-grandi passioni

Nel 1964, Margherita Hack vince la cattedra di astronomia presso l’Università di Trieste e diventa direttore del locale Osservatorio Astronomico, prima donna in Italia a conseguire questo incarico. Ci troviamo in pieno boom economico e, di pari passo, anche la comunità astronomica italiana vive un notevole balzo in avanti, sia qualitativo che quantitativo.

Lo stanziamento di sostanziose risorse economiche dedicate consentono un ampliamento significativo degli organici, con il conseguente ringiovanimento del corpo dei ricercatori e la fondazione di nuovi Istituti e Laboratori, perlopiù facenti capo al CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche).

Flavio Fusi Pecci

Flavio Fusi Pecci
Flavio Fusi Pecci, astronomo associato INAF, ex direttore dell’Osservatorio Astronomico di Bologna

Flavio Fusi Pecci – astronomo associato INAF, ex direttore dell’Osservatorio Astronomico di Bologna – ha vissuto in prima persona quel periodo. “Margherita Hack – spiega Fusi Pecci – grazie anche ai sui numerosi contatti ed esperienze condotte all’estero, ha dato in da subito un contributo innovativo e di prospettiva, entrando rapidamente nel novero dei giovani astronomi riformatori, progressisti e moderni”.

Quando si iniziano a effettuare osservazioni nell’ultravioletto, Margherita Hack ne comprende le enormi potenzialità. Si rende immediatamente conto che la nuova “finestra sul cielo” – fino a quel momento praticamente inosservabile da terra – avrebbe consentito nuovi fondamentali studi. «Il lancio nel 1978 del primo telescopio spaziale per osservazioni astronomiche nella luce ultravioletta, il IEU (International Ultraviolet Explorer), fu di fatto una “chicca” per lei – prosegue Fusi Pecci – e per tutti quelli che volevano provare a esplorare un terreno sconosciuto. In sintesi, nella sua carriera Margherita Hack ha avuto la capacità di intuire, precorrere e perseguire nuove strade e di mettersi sempre in gioco. Non tutti lo fanno”.

Margherita Hack sotto il bancone in piazza della Signoria a Firenze, 22 ottobre 2008
Margherita Hack  in piazza della Signoria a Firenze, 22 ottobre 2008

Oltre che per la sua eccellenza in ambito scientifico, Margherita Hack diviene presto ben nota per il suo carattere estremamente deciso, per un modo di fare diretto ed esplicito. Dice e fa sempre quello che pensa, ma è anche molto aperta ad ascoltare e, se necessario, anche a cambiare idea di fronte a un interlocutore che dimostra di saper dire cose giuste e sensate. Famose sono le sue idee in ambito sociale e politico, chiare e spesso forti.

Steno Ferluga

Steno Ferluga, astrofisico dell’università di Trieste, studente di Margherita Hack e, successivamente, collaboratore e grande amico di Margherita e del marito Aldo De Rosa
Steno Ferluga, astrofisico dell’università di Trieste, studente di Margherita Hack e, successivamente, collaboratore  di lei e del marito Aldo De Rosa

Ce ne parla Steno Ferluga, astrofisico dell’università di Trieste, studente di Margherita Hack e, successivamente, collaboratore e grande amico di Margherita e del marito Aldo De Rosa.

“Margherita aveva un’idea estremamente seria della politica. La vedeva come un impegno sociale a favore dei deboli; ignorava – o fingeva di ignorare – gli intrighi che, da sempre, il mondo della politica porta con sé e prestava la sua immagine per difendere i più deboli. Lei credeva in certi principi – prosegue Steno – che la sinistra di quell’epoca cavalcava, come il femminismo, la lotta alla povertà, un mondo ecosostenibile, l’uguaglianza dei diritti civili. Oggi sono principi che tutte le forze politiche sbandierano, ma all’epoca no. Possiamo quindi dire che lei era certamente una precorritrice della mentalità moderna”.

Margherita Hack e la sua ‘non fede’

A proposito del suo ateismo, Margherita Hack dichiarato sempre di non credere nell’anima e in Dio. Ma, anche in questo caso, lascia trapelare la sua correttezza e la sua tendenza all’autocritica. “In un suo articolo – racconta Flavio Fusi Pecci – scrisse una frase che mi colpì molto. Decisi di parlarne con lei. Mi rispose: “…e se a un certo punto venisse fuori che mi sono sbagliata e che Dio esiste, lo ammetterei e, magari, sarebbe anche molto bello”. Una frase molto strana e interessante – conclude l’astronomo – in cui Margherita non chiude aprioristicamente la porta al fatto che possa esserci qualcosa. Questo può non voler dire niente o forse può voler dire molto, e cioè che, anche in questo caso, lei onestamente e correttamente ammette di potersi sbagliare”.

Potrebbe interessarti anche

La coltivazione della canapa è una delle più antiche nella storia dell'umanità (Ansa)
Scienze e culture

L’uso di cannabis aumenta la soddisfazione sessuale. I ricercatori: “Riduce le disparità di genere”

31 Gennaio 2023
Il Senato francese approva la mozione per inserire l'aborto in Costituzione
Attualità

Francia, il Senato dice sì ad inserire l’aborto in Costituzione. I favorevoli: “Voto storico”

2 Febbraio 2023
Karin Ann (credits Jose Andres Cortes)
Spettacolo

Karin Ann con “for a moment” canta l’accettazione dei traumi: “Non dovete affrontarli da soli”

1 Febbraio 2023

Instagram

  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
Il 12 giugno 1922 nasceva, a Firenze, Margherita Hack. Scienziata di fama internazionale, cittadina impegnata nella lotta per i diritti civili, un passato da sportiva e una quotidianità fatta di tante piccole-grandi passioni, Margherita Hack ha fatto di questa sua poliedricità lo strumento per avvicinarsi a una moltitudine di persone. Ancora oggi, a 9 anni dalla sua morte – avvenuta il 29 giugno 2013 – il suo ricordo è vivo e affascina. Chi è Margherita Hack  Margherita Hack trascorre la sua adolescenza a Firenze. Frequenta il liceo classico statale Galileo Galilei e poi prosegue gli studi, in pieno periodo bellico, alla Facoltà di Fisica dell’Università del capoluogo toscano. Nel periodo universitario non solo studia, ma si dedica molto anche allo sport, classificandosi prima sia nel salto in alto che nel salto in lungo ai Giochi del Littorio, gli odierni Giochi Universitari, e giungendo terza in due edizioni dei campionati assoluti di Bologna e Roma. Nel 1945, a soli 23 anni, si laurea con il massimo dei voti, con una tesi in Astrofisica che realizza presso lo storico Osservatorio di Arcetri, sui colli Fiorentini.
Nel 1964, Margherita Hack vince la cattedra di astronomia presso l’Università di Trieste e diventa direttore del locale Osservatorio Astronomico, prima donna in Italia a conseguire questo incarico
Nel 1964, Margherita Hack vince la cattedra di astronomia presso l’Università di Trieste e diventa direttore del locale Osservatorio Astronomico, prima donna in Italia a conseguire questo incarico
Gli inizi Appena laureatasi, inizia a lavorare all’estero con diverse borse di studio, iniziando così a farsi conoscere nel mondo scientifico internazionale. Dopo Parigi, Utrecht, Berkeley e Princeton, nel 1954 la Hack vince un concorso da astronomo all’Osservatorio Astronomico di Merate, sede distaccata dell’Osservatorio di Brera, dove vi resterà per 10 anni. Qui lavora al telescopio dotato di uno spettrografo, strumento fondamentale per i suoi interessi scientifici legati alle stelle. Rosanna Faraggiana
Rosanna Faraggiana, già astronoma presso l’Università di Trieste
Rosanna Faraggiana, già astronoma presso l’Università di Trieste
In questo periodo le viene affidata la sua prima dottoranda, che diverrà poi una delle sue più strette collaboratrici. Rosanna Faraggiana, già astronoma presso l’Università di Trieste, così ricorda il suo rapporto con Margherita Hack. "Sin dal primo momento, Margherita mi ha voluto trasmettere il suo entusiasmo per lo studio delle stelle, senza ostentare alcuna superiorità, senza incutermi soggezione. Allo stesso tempo è sempre stata molto onesta con me, non nascondendomi le difficoltà che avrei incontrato in quanto donna in un ambiente accademico prettamente maschile. Un giorno – prosegue l’astronoma – mi raccontò che negli Stati Uniti alle donne era addirittura vietato l’ingresso nei telescopi di Monte Wilson e Monte Palomar. Un divieto che veniva giustificato con un pretesto quanto mai assurdo: la presenza di un solo bagno. L’unico escamotage per le donne astronome che volevano osservare in quei telescopi era di trovarsi un marito astronomo".
Il 12 giugno 1922 nasceva, a Firenze, Margherita Hack. Scienziata di fama internazionale, cittadina impegnata nella lotta per i diritti civili, un passato da sportiva e una quotidianità fatta di tante piccole-grandi passioni
Il 12 giugno 1922 nasceva, a Firenze, Margherita Hack. Scienziata di fama internazionale, cittadina impegnata nella lotta per i diritti civili, un passato da sportiva e una quotidianità fatta di tante piccole-grandi passioni
Nel 1964, Margherita Hack vince la cattedra di astronomia presso l’Università di Trieste e diventa direttore del locale Osservatorio Astronomico, prima donna in Italia a conseguire questo incarico. Ci troviamo in pieno boom economico e, di pari passo, anche la comunità astronomica italiana vive un notevole balzo in avanti, sia qualitativo che quantitativo. Lo stanziamento di sostanziose risorse economiche dedicate consentono un ampliamento significativo degli organici, con il conseguente ringiovanimento del corpo dei ricercatori e la fondazione di nuovi Istituti e Laboratori, perlopiù facenti capo al CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Flavio Fusi Pecci
Flavio Fusi Pecci
Flavio Fusi Pecci, astronomo associato INAF, ex direttore dell’Osservatorio Astronomico di Bologna
Flavio Fusi Pecci – astronomo associato INAF, ex direttore dell’Osservatorio Astronomico di Bologna – ha vissuto in prima persona quel periodo. "Margherita Hack - spiega Fusi Pecci - grazie anche ai sui numerosi contatti ed esperienze condotte all’estero, ha dato in da subito un contributo innovativo e di prospettiva, entrando rapidamente nel novero dei giovani astronomi riformatori, progressisti e moderni". Quando si iniziano a effettuare osservazioni nell’ultravioletto, Margherita Hack ne comprende le enormi potenzialità. Si rende immediatamente conto che la nuova “finestra sul cielo” – fino a quel momento praticamente inosservabile da terra – avrebbe consentito nuovi fondamentali studi. «Il lancio nel 1978 del primo telescopio spaziale per osservazioni astronomiche nella luce ultravioletta, il IEU (International Ultraviolet Explorer), fu di fatto una “chicca” per lei – prosegue Fusi Pecci – e per tutti quelli che volevano provare a esplorare un terreno sconosciuto. In sintesi, nella sua carriera Margherita Hack ha avuto la capacità di intuire, precorrere e perseguire nuove strade e di mettersi sempre in gioco. Non tutti lo fanno".
Margherita Hack sotto il bancone in piazza della Signoria a Firenze, 22 ottobre 2008
Margherita Hack  in piazza della Signoria a Firenze, 22 ottobre 2008
Oltre che per la sua eccellenza in ambito scientifico, Margherita Hack diviene presto ben nota per il suo carattere estremamente deciso, per un modo di fare diretto ed esplicito. Dice e fa sempre quello che pensa, ma è anche molto aperta ad ascoltare e, se necessario, anche a cambiare idea di fronte a un interlocutore che dimostra di saper dire cose giuste e sensate. Famose sono le sue idee in ambito sociale e politico, chiare e spesso forti. Steno Ferluga
Steno Ferluga, astrofisico dell’università di Trieste, studente di Margherita Hack e, successivamente, collaboratore e grande amico di Margherita e del marito Aldo De Rosa
Steno Ferluga, astrofisico dell’università di Trieste, studente di Margherita Hack e, successivamente, collaboratore  di lei e del marito Aldo De Rosa
Ce ne parla Steno Ferluga, astrofisico dell’università di Trieste, studente di Margherita Hack e, successivamente, collaboratore e grande amico di Margherita e del marito Aldo De Rosa. "Margherita aveva un’idea estremamente seria della politica. La vedeva come un impegno sociale a favore dei deboli; ignorava – o fingeva di ignorare – gli intrighi che, da sempre, il mondo della politica porta con sé e prestava la sua immagine per difendere i più deboli. Lei credeva in certi principi – prosegue Steno – che la sinistra di quell’epoca cavalcava, come il femminismo, la lotta alla povertà, un mondo ecosostenibile, l’uguaglianza dei diritti civili. Oggi sono principi che tutte le forze politiche sbandierano, ma all’epoca no. Possiamo quindi dire che lei era certamente una precorritrice della mentalità moderna". Margherita Hack e la sua 'non fede' A proposito del suo ateismo, Margherita Hack dichiarato sempre di non credere nell’anima e in Dio. Ma, anche in questo caso, lascia trapelare la sua correttezza e la sua tendenza all’autocritica. "In un suo articolo – racconta Flavio Fusi Pecci – scrisse una frase che mi colpì molto. Decisi di parlarne con lei. Mi rispose: “…e se a un certo punto venisse fuori che mi sono sbagliata e che Dio esiste, lo ammetterei e, magari, sarebbe anche molto bello”. Una frase molto strana e interessante – conclude l’astronomo – in cui Margherita non chiude aprioristicamente la porta al fatto che possa esserci qualcosa. Questo può non voler dire niente o forse può voler dire molto, e cioè che, anche in questo caso, lei onestamente e correttamente ammette di potersi sbagliare".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto