Mississippi, a 13 anni costretta a partorire dopo lo stupro e l'aborto negato

La clinica più vicina per l'interruzione di gravidanza, a Chicago, era troppo lontana e il viaggio troppo costoso perché la madre potesse accompagnarla

di MARIANNA GRAZI
19 agosto 2023
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Una ragazza di 13 anni del Mississippi ha partorito un bambino dopo essere stata violentata e messa incinta da uno sconosciuto, senza poi essere riuscita ad abortire. Il caso richiama il recente episodio di stupro di una 11enne in Perù, Mila, abusata dal patrigno per anni e poi costretta a portare avanti la gravidanza dopo che i medici si sono rifiutati di intervenire per interromperla. Ma purtroppo di esempi simili se ne trovano anche altri, come la bambina di 10 anni in Ohio e un'adolescente brasiliana, entrambe stuprate e rimaste incinta dei loro carnefici nel 2022, o Camila (nome di fantasia), altra adolescente peruviana vittima di violenza.

"Viaggio a Chicago è troppo costoso, era l'unica opzione"

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La madre di Ashley ha raccontato al Time di non aver potuto portare la figlia a Chicago per abortire perché non aveva abbastanza soldi per il viaggio verso l'unica clinica disponibile per la procedura

La madre di Ashley (pseudonimo usato nel rapporto che ne ricostruisce la terribile vicenda), stava cercando di far abortire la figlia, ma le è stato detto che la clinica più vicina dove poter accedere alla procedura si trovava a Chicago, a più di nove ore di distanza dalla loro casa di Clarksdale, nel Mississippi. Mamma Regina (anche questo nome di fantasia per tutelare la loro privacy), ha dichiarato al Time che il costo del viaggio a Chicago era troppo elevato se si consideravano i trasporti, i giorni di ferie da prendere al lavoro e le spese sanitarie per la figlia. "Non ho abbastanza soldi per tutto questo", ha detto disperata. La giovane ha scoperto di aspettare un bambino dopo che la madre l'ha portata in ospedale per un attacco di nausea incontrollabile. Regina racconta che Ashley si comportava in modo diverso, rimanendo chiusa nella sua stanza mentre prima le piaceva uscire per registrare balletti su TikTok.

La 13enne vittima di stupro e costretta a partorire

Dopo aver ricevuto le analisi del sangue che confermavano la gravidanza, l'ospedale ha contattato la polizia e ha indirizzato Ashley alla Clinica femminile di Clarksdale, che fornisce servizi di ginecologia. "È stato surreale per lei", ha dichiarato al Time la dottoressa Erica Balthrop, medico di Ashley.
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La ragazza non ha potuto accedere all'aborto in Mississippi come già accaduto anche ad altre bambine in Stati vicini che vietano l'aborto

Prima della sentenza della Corte Suprema di giugno 2022 la dottoressa avrebbe potuto indirizzare mamma e figlia a una clinica abortiva di Memphis o al Jackson Women's Health, entrambe facilmente raggiungibili. Ma il Mississippi, come tutti gli Stati che lo circondano, ha vietato l'aborto. La legge prevede eccezioni per i casi in cui la gravidanza sia dovuta a stupro o la gestante sia in pericolo di vita. Ma gli aborti concessi in base a queste sono estremamente rari e poco monitorati. Negli Stati Uniti due casi di stupro su tre non vengono denunciati, secondo Rainn (Rape, Abuse & Incest National Network). Regina è tra le poche ada averlo fatto, dopo che Ashley ha raccontato quello che le è capitato: un uomo è entrato nel cortile mentre lei stava realizzando dei video all'esterno, mentre lo zio e il fratello erano in casa, e l'ha aggredita.
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Secondo le organizzazioni per i diritti riproduttivi sono due stupri su tre negli Stati Uniti non vengono denunciati e sono pochissime le cliniche che praticano aborti per le eccezioni previste dalla legge

La tredicenne ha detto di non sapere chi fosse l'uomo e che nessuno ha assistito all'aggressione. Dopo 39 settimane di gravidanza, Ashley ha dato alla luce un maschietto, che ha soprannominato Peanut (nocciolina). Al Time ha detto che il parto è stato "doloroso". "Questa situazione è la più dolorosa perché si trattava di un bambino innocente che faceva quello che fanno i bambini, giocare all'aperto, ed era mio figlio", ha dichiarato Regina al Time. "Fa ancora male e farà sempre male". "Questa situazione è estremamente difficile perché si tratta di una ragazzina innocente che fa quello che fanno i bambini, giocare all'aperto, ed era la mia bambina", ha concluso Regina. "Fa ancora male e farà sempre male".

I casi dopo la sentenza della Corte Suprema

Il suo racconto è l'ultimo, in ordine di tempo, di una serie di terribili testimonianze personali emerse dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato i diritti di accesso all'aborto stabiliti a livello nazionale dalla sentenza precedente, la Roe v. Wade del 1973. Dopo la decisione, la Dobbs v. Jackson Women's Health Organization, sono entrate in vigore almeno 14 leggi statali che vietano la procedura quasi totalmente, secondo quanto riferito il Center for Reproductive Rights. La clinica femminile al centro del caso in questione era l'ultima a fornire interruzioni di gravidanza in Mississippi, finché non ha chiuso l'estate scorsa, dopo la sentenza.
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Una bambina di 10 anni in Ohio è stata vittima di stupro l'estate scorsa e si è sentita negare l'aborto

E appena una settimana dopo il verdetto die giudici, un giornale locale dell'Ohio aveva riferito che una bambina di 10 anni, vittima di stupro, era dovuta andare in Indiana per abortire a causa delle restrizioni vigenti nel suo Stato. Il mese scorso un uomo è stato giudicato colpevole di aver violentato e messo incinta la bambina in quel caso e condannato all'ergastolo. Altre vicende hanno visto donne rischiare di morire perché i medici hanno dovuto aspettare che la loro vita fosse in pericolo per praticare loro l'interruzione di gravidanza, o del fatto che molte sono costrette a percorrere lunghe distanze per ottenere qualsiasi tipo di assistenza sanitaria riproduttiva. Si stima che 25 milioni di donne di età compresa tra i 15 e i 33 anni vivano in Stati che prevedono restrizioni alla pratica.