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Home » Attualità » “Neg*o bastardo schifoso, non toccarmi che mi passi le malattie”: insulti razzisti a un medico

“Neg*o bastardo schifoso, non toccarmi che mi passi le malattie”: insulti razzisti a un medico

All'ospedale di Lignano Sabbiadoro, Andi Nganso, dottore camerunense vittima delle offese, ha diffuso sui social la registrazione

Francesco Lommi
19 Agosto 2022
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“Neg*o bastardo schifoso, pezzo di mer*a, preferivo due costole rotte in più piuttosto che avere un neg*o dottore. Mi viene da vomitare. Non toccarmi che mi attacchi le malattie”

Sono queste le parole che un paziente ha rivolto ad Andi Nganso, medico di 34 anni originario del Camerun ma residente in Italia da oltre 15 anni. Andi è stato pesantemente insultato mentre prestava servizio in Croce Rossa a Lignano Sabbiadoro, in provincia di Udine, solo per il colore della sua pelle. Il dottore ha deciso di denunciare attraverso i suoi account social quanto successo quella notte: “Il 17 agosto 2022, mentre ero di turno al punto di primo intervento di Lignano, ho subito la violenza verbale razzista più feroce della mia vita e ho deciso, di concerto con il mio legale, di sporgere denuncia” l’attacca del post.

Andi Nganso
Andi Nganso, medico di 34 anni che lavora alla Croce Rossa di Lignano Sabbiadoro

Poi la ricostruzione della vicenda: “Intorno alle 4 di notte arrivava un’ambulanza con un paziente sessantenne che riportava presunte lesioni multiple, conseguenti ad una lite avvenuta poco prima in centro città. Dopo aver ricevuto le consegne dall’infermiera (che lo aveva soccorso e che già lamentava di aggressioni verbali misogine nei suoi confronti), ho provato ad entrare in comunicazione con il paziente e da lì una brutale e violenta valanga di insulti e minacce razziste di ogni tipo è iniziata”.

“Neg*o bastardo schifoso, pezzo di mer*a, preferivo due costole rotte in più piuttosto che avere un neg*o dottore. Mi viene da vomitare. Con tutte le sfighe pure il dottore neg*o mi doveva capitare. Non toccarmi che mi attacchi le malattie“, questi sono soltanto alcuni degli insulti, intervallati da copiose bestemmie, e delle frasi emerse dall’audio registrato da Nganso durante la visita e date in pasto ai social per alimentare la sua denuncia. Insulti a cui il medico ha risposto fieramente sui social: “Non c’è niente di sporco e di schifoso nel coraggio del 19enne che sono stato e nel voler venire a studiare in Italia. Non c’è niente di sporco o di schifoso nella mia laurea in medicina e chirurgia, nei miei anni passati a lavorare in Croce Rossa Internazionale. Non c’è niente di sporco e di schifoso nella scelta di voler proseguire il mio percorso professionale nel salvare vite nonostante la delicata complessità della medicina d’urgenza”.

Il dottor Nganso al Festival dei Diritti Umani

Andi ha anche spiegato le ragione che l’hanno spinto a condividere questo brutto episodio sui social: “La denuncia non è legata al desiderio di una giustizia unicamente personale, ma è l’esigenza di manifestare un atto di resistenza ad un odio e ad un razzismo che non solo esistono in questo Paese ma che si fanno forti quando la prossimità di un appuntamento elettorale suggerisce che certe posizioni saranno tutelate. Il razzismo è nell’aria. Lo respiriamo quotidianamente in ogni luogo della nostra società. La rappresentazione mediatica, le strumentalizzazioni politiche, le narrazioni tossiche in ambito educativo e la mancanza di una sincera discussione sugli effetti dell’increscioso passato coloniale di questo Paese, sono tutti gli ingredienti che contribuiscono a mantenere questo status quo di dolore per le persone nere e razzializzate in Italia. Le aggressioni (verbali e fisiche) nei confronti di soggetti neri in questo Paese stanno aumentando e, per tutti noi ormai, il timore di essere il prossimo Alika (brutalmente soffocato in piena luce) è sempre più reale”.

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Instagram

  • ✨Tra i pretendenti a un ruolo di protagonista del 73° Sanremo, Ariete è probabilmente quella con l’"X factor" più alto. E non tanto per aver partecipato da ragazzina al talent di Sky o per quel "non so che" capace di differenziare tutto quel che fa, ma perché in due anni è riuscita a diventare la musa “indie“ della Generazione X. 

Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

«Gli squali che si aggirano nella vasca di cui parlo sono le mie insicurezze e le mie ansie. Il peso delle aspettative, anche se non provo sensi di inadeguatezza verso quel che faccio. I pescecani basta conoscerli per sapere che non sono tutti pericolosi.»

 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
"Neg*o bastardo schifoso, pezzo di mer*a, preferivo due costole rotte in più piuttosto che avere un neg*o dottore. Mi viene da vomitare. Non toccarmi che mi attacchi le malattie" Sono queste le parole che un paziente ha rivolto ad Andi Nganso, medico di 34 anni originario del Camerun ma residente in Italia da oltre 15 anni. Andi è stato pesantemente insultato mentre prestava servizio in Croce Rossa a Lignano Sabbiadoro, in provincia di Udine, solo per il colore della sua pelle. Il dottore ha deciso di denunciare attraverso i suoi account social quanto successo quella notte: "Il 17 agosto 2022, mentre ero di turno al punto di primo intervento di Lignano, ho subito la violenza verbale razzista più feroce della mia vita e ho deciso, di concerto con il mio legale, di sporgere denuncia" l'attacca del post.
Andi Nganso
Andi Nganso, medico di 34 anni che lavora alla Croce Rossa di Lignano Sabbiadoro
Poi la ricostruzione della vicenda: "Intorno alle 4 di notte arrivava un’ambulanza con un paziente sessantenne che riportava presunte lesioni multiple, conseguenti ad una lite avvenuta poco prima in centro città. Dopo aver ricevuto le consegne dall’infermiera (che lo aveva soccorso e che già lamentava di aggressioni verbali misogine nei suoi confronti), ho provato ad entrare in comunicazione con il paziente e da lì una brutale e violenta valanga di insulti e minacce razziste di ogni tipo è iniziata". "Neg*o bastardo schifoso, pezzo di mer*a, preferivo due costole rotte in più piuttosto che avere un neg*o dottore. Mi viene da vomitare. Con tutte le sfighe pure il dottore neg*o mi doveva capitare. Non toccarmi che mi attacchi le malattie", questi sono soltanto alcuni degli insulti, intervallati da copiose bestemmie, e delle frasi emerse dall'audio registrato da Nganso durante la visita e date in pasto ai social per alimentare la sua denuncia. Insulti a cui il medico ha risposto fieramente sui social: "Non c’è niente di sporco e di schifoso nel coraggio del 19enne che sono stato e nel voler venire a studiare in Italia. Non c’è niente di sporco o di schifoso nella mia laurea in medicina e chirurgia, nei miei anni passati a lavorare in Croce Rossa Internazionale. Non c’è niente di sporco e di schifoso nella scelta di voler proseguire il mio percorso professionale nel salvare vite nonostante la delicata complessità della medicina d’urgenza".
Il dottor Nganso al Festival dei Diritti Umani
Andi ha anche spiegato le ragione che l'hanno spinto a condividere questo brutto episodio sui social: "La denuncia non è legata al desiderio di una giustizia unicamente personale, ma è l’esigenza di manifestare un atto di resistenza ad un odio e ad un razzismo che non solo esistono in questo Paese ma che si fanno forti quando la prossimità di un appuntamento elettorale suggerisce che certe posizioni saranno tutelate. Il razzismo è nell’aria. Lo respiriamo quotidianamente in ogni luogo della nostra società. La rappresentazione mediatica, le strumentalizzazioni politiche, le narrazioni tossiche in ambito educativo e la mancanza di una sincera discussione sugli effetti dell'increscioso passato coloniale di questo Paese, sono tutti gli ingredienti che contribuiscono a mantenere questo status quo di dolore per le persone nere e razzializzate in Italia. Le aggressioni (verbali e fisiche) nei confronti di soggetti neri in questo Paese stanno aumentando e, per tutti noi ormai, il timore di essere il prossimo Alika (brutalmente soffocato in piena luce) è sempre più reale".
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