100 vittime al mese. Un countdown che non ammette deroghe, e che nemmeno il covid sembra aver scalfito. E’ il triste bollettino delle
morti sul lavoro in Italia. Che spesso non fanno nemmeno notizia. I casi di
Luana e Laila rimaste schiacciate in macchinari nel distretto di Prato e in provincia di Modena colpiscono per le loro specifiche caratteristiche, perché in entrambi i casi è rimasta coinvolta una
giovane donna che lascia un bambino piccolo e tanti punti interrogativi. Ma prima, dopo, ed oltre le vittime che suscitano
attrazione mediatica, la cronaca ci parla di altri
675 lavoratori e lavoratrici che hanno
perso la vita da gennaio a luglio del 2021. “Il decremento del numero dei decessi rispetto allo scorso anno (
- 5,4%) potrebbe sembrare un dato positivo, ma in realtà è molto influenzato dall’andamento della pandemia Covid19 e dal rilevamento statistico degli infortuni mortali per lo stesso Covid19. E comunque il numero di morti sul lavoro nei primi sette mesi del
2021 è comunque
superiore ai dati del 2019 e del 2018, ultimi anni pre-pandemia”.
Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, commenta così l’emergenza morti bianche e gli ultimi dati su quella che si configura come una strage silenziosa e quotidiana.
Regione per regione
Puglia, Campania, Basilicata, Umbria, Molise, Trentino Alto Adige e Abruzzo sono le le regioni che nei primi sette mesi del 2021 registrano i dati peggiori, con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio pari a 23,7 morti ogni milione di lavoratori) . Seguono in questa triste classifica Piemonte, Marche e Friuli Venezia Giulia, poi Lazio, Valle D’Aosta, Calabria, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto e Liguria. Infine le regioni dove l'incidenza è stata inferiore:
Toscana, Lombardia, Sardegna In particolare da gennaio a luglio 2021, il maggior numero di
decessi sono stati registrati in
Campania. Seguono Lombardia (61), Piemonte (52), Lazio (50), Puglia (49), Emilia Romagna (46), Veneto (41), Sicilia (26), Abruzzo e Toscana (25), Trentino Alto Adige e Marche (15), Friuli Venezia Giulia e Umbria (14), Molise, Calabria e Liguria (11), Basilicata (7), Sardegna (6), Valle D’Aosta (1). I CONTESTI Delle 677 vittime, 543 sono quelle rilevate in occasione di
lavoro, mentre 134 sono quelle decedute a causa di un
incidente in itinere. Il settore che conta il maggior numero di lavoratori deceduti (64 dall’inizio dell’anno, 13 in più rispetto a giugno) è quello delle
costruzioni. Seguono:
attività manifatturiere (54),
trasporto e magazzinaggio (51 vittime da inizio anno), commercio, riparazione di
autoveicoli e motocicli (34),
amministrazione pubblica e difesa (17),
sanità e assistenza sociale (15). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i
45 e i 64 anni (387 su un totale di 543).
Donne e stranieri
Le
donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nei primi sette mesi del 2021 sono
50 su 543. Gli
stranieri deceduti da gennaio a luglio del 2021 sono invece
75. Infine , l’analisi dei dati, rivela che il
lunedì continua ad essere il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni.